FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

Notturni - Una notte al pronto soccorso

Cosa succede veramente in un grande Pronto Soccorso milanese, nel resoconto di una studentessa di medicina.

Mi hanno chiesto di raccontare cosa succede al pronto soccorso di uno degli ospedali più grandi di Milano, dove ogni tanto, quale studentessa di Medicina, mi trovo a trascorrere giorni e notti per "fare pratica". Inutile ma necessaria premessa: tutto quello che pensate di sapere non è proprio falso, ma percentualmente piuttosto improbabile. Quando succede una di quelle cose alla Diagnosi Misteriose, significa che si stanno verificando congiunzioni astrali mai predette dai Maya, e sono enormi cazzi all’orizzonte degli eventi.

Pubblicità

Quando l’ambulanza arriva a sirene spianate e i barellieri sembrano fatti di anfetamina, il primo pensiero di un internista non va all’Harrison-Principi di Medicina Interna in 2 tomi, ma al primario che dovrebbe essere, e non è, reperibile.

Qualche informazione orientativa che molti già sapranno: ci sono quattro codici con cui entrare in pronto soccorso, bianco verde giallo e rosso. I codici li decide l’infermiera all’accettazione. Praticamente, tutto quello che nei film vale la vita o la morte del paziente lo decide l’infermiera del gabbiotto, mentre i medici stanno nello studio ad aspettare che sul computer compaia: “È entrato Poldo Poldi - codice verde.” Tranne casi gravi, i medici NON corrono accanto alle barelle puntando luci negli occhi delle persone, misurando parametri vitali e distaccandosi a due a due dal paziente come uno stormo della RAF. Lo fanno, ovviamente, gli infermieri.

Seguitemi dunque nei labirintici corridoi della medicina d'urgenza.

20.00

Il turno di notte comincia alle 20 con il passaggio di consegne (i pazienti in trattamento dal pomeriggio). Ecco cosa mi aspetta in Osservazione, la stanzona oltre le porte basculanti che i barellieri aprono con il deretano: il giovane codice giallo, tuffatosi di testa sul palo mente giocava a calcetto, ha perso coscienza per qualche secondo, accusa mal di testa, nausea, confusione. Gli diamo un trauma cranico, passerà la notte in Osservazione e verrà svegliato ogni volta che si addormenterà, per essere certi che non perda conoscenza.

Pubblicità

21.00

Mentre controllo la TAC alla ricerca di emorragie—negativa—fa irruzione in Osservazione la "madre italiana con rotolo di scottex e pupo ululante dal mento in poltiglia." Cuciamo, ago a uncino e filo di nylon, ogni punto un nodo; il genitore deve stare nel campo visivo del bambino. Niente diagnosi del mistero: alle nove, in Pronto Soccorso, solo grossi scivoloni nei tappeti.

22.00

In medicina interna arrivano tutti gli ECG da refertare, perché finita l’università sembra che i macellai* si sentano esonerati dal farlo. Sono troppo impegnati a mettere a bagno i gessi.

*I medici accusano i chirurghi di fare il lavoro sporco, i chirurghi accusano i medici di non sporcarsi le mani. I più deprecati da medici e chirurghi sono gli ortopedici, chiamati appunto “macellai”. Se avete visto come si inserisce una protesi all’anca—forza bruta e martellate—sapete di cosa parlo.

23.00 

Ecco la prima emergenza: un paziente anziano in stato soporoso giunto in ambulanza. L’infermiere prende i parametri vitali. Esami del sangue nella norma. TAC nella norma. Dovrebbe essere una cosa positiva, ma in un certo senso non lo è: nulla succede a caso a un corpo, e prima scopriamo dov’è il guaio prima impasticchiamo, apriamo, chiudiamo e guariamo (sì, questa l’ho sentita su ER).

00.00

Aspettiamo gli esiti delle ulteriori analisi richieste per il bell’addormentato. Se per i vostri referti dell'ASL sul colesterolo dovete aspettare una settimana mentre a noi bastano pochi minuti per avere tra le mani esami completi, è perché in ogni PS c’è un laboratorio per le analisi d’urgenza. Il settore “vegliardi borderline,” insomma, funziona così: arrivano a qualsiasi ora, parametri vitali, accesso venoso al braccio, esami, mascherina (tanto ossigeno) o occhialini (poco ossigeno) all’occorrenza. Si chiama “stabilizzare il paziente,” cioè metterci le pezze, e rimandare all’ovile l’Eterna Falciatrice per un altro po’. Nell'attesa, ci dedichiamo al secondo ultrasessantenne di oggi—insufficienza respiratoria/codice rosso/rianimatori in corsa.

Pubblicità

1.00

Alla macchinetta del caffè, una ferrista—uniforme lilla—e un’infermiera—verde—mi raccontano che il chirurgo—blu—ha appena finito di ricucire il sopracciglio di un signore con il farfallino, invitato a un matrimonio. Sposa, sposo e damigella si aggirano giulivi per la sala d’attesa. La vittima sembrerebbe il testimone, e sembrerebbe alticcio.

Comunque, a meno che abbiate fatto un incidente o siate incappati nel penale (per esempio, facendovi spaccare la faccia per averci provato con la sposa) non vi misureremo il tasso alcolemico per dimostrarvi quanto teste di cazzo siete. Ah, le uniformi colorate servono a far risaltare meno il colore del sangue.

2.00

Al di là di quanto possa essere un toccasana per la vostra reputazione di gente giusta, un coma etilico è una faccenda piuttosto banale. Arrivano un ubriaco orizzontale e uno sulle sue gambe; il primo, 17 anni, si becca un ago con soluzione fisiologica che entra e un ago con il suo sangue che esce. Guadagna poi l’upgrade a un sondino naso-gastrico perché ha ancora dell’alcol nello stomaco, lavanda gastrica e catetere bonus. Una sbronza, quattro tubicini. Non male.

3.00

Mentre compilo dimissioni, si palesa il ragazzo di turno al Pronto Soccorso Ginecologico, quel meraviglioso reparto dove la clientela raddoppia. È appena svenuto tra le braccia del neopadre mentre entrambi assistevano al loro primo parto (bambino cefalico di vertice, parto vaginale, nessuna complicanza). Alla ricerca di comprensione, sostiene di aver sofferto di un’ipotensione ortostatica (stanchezza). Si fa misurare la pressione e mangia una caramella (si sa mai che fosse un calo di zuccheri). Comunque, era solo una sincope vaso vagale, altrimenti detta emozione.

Pubblicità

4.00

Entra una donna ammanettata tra due carabinieri, al cui seguito striscia il marito, che dichiara di essere stato aggredito fisicamente e verbalmente dalla consorte. La donna presenta i sintomi dell’agitazione psicomotoria: ridotta attenzione, alterazione della sfera cognitiva, deficit di memoria, disorientamento spazio tempo, lineamenti tesi, allucinazioni uditive e ideazioni a carattere delirante di tipo religioso.

Fase “piedipiatti buono”: cerchiamo di calmarla, la lasciamo muoversi, le offriamo del tè e ci mostriamo disponibili al colloquio. Risultati del trattamento: la paziente rovescia gli occhi e cambia repentinamente tono di voce, urla che il giorno del giudizio è vicino, che suo marito deve morire e tutti saremo puniti, imita le campane dell’apocalisse, batte i piedi. Segue la fase “piedipiatti cattivo” altrimenti detto Sergente Aloperidolo. Si tratta di iniezioni intramuscolo, praticate in attesa che arrivi lo psichiatra con la faccia del “Ma davvero? Non mi dica,” per l’esame di stato mentale. Verrà internata in psichiatria.

5.00

Scatta l’ora in cui pensierosi e insonni si sono ormai fatti prendere dall’ansia e stanno convergendo qui. Quando si presenta un paziente con codice giallo e sintomi di infarto, che ha in realtà il cuore di un atletaleggermente tachicardico per l’ansia, vuol dire che anche per stanotte con gli ipocondriaci siamo a posto. Fatevi un favore, non cercate sull’iPhone i sintomi di una malattia mortale nel mezzo della notte. Penserete di averli tutti.

6.00

Esami tossicologici del bell'addormentato: dosaggio di TCA (antidepressivi triciclici) nel sangue 30 volte superiore a quello normale. Cattiva notizia: non esiste l’antidoto. Buona notizia: in terapia intensiva lo salveranno comunque. Ipotesi probabile: per l’Alzheimer ha preso più farmaci insieme. Ipotesi che ci piace raccontarci: qualcuno lo vuole morto.

7.00

La notte sta per finire. Riordino le carte. Giro tra i pazienti rimasti in Osservazione. La nottata ci ha fruttato una quarantina di ingressi. Picchi di tensione, pochi. Diagnosi misteriose, una. Morti, nessuna.