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I palati fini del cassonetto

Il dumpster diving non è più una novità da anni, ma finora il cibo raccolto dai cassonetti non era mai stato parte della mia dieta primaria. Ho deciso di provare a sopravvivere di soli alimenti recuperati in questo modo per due settimane.

Foto dell'autrice e di Tatyana Kondratenko.

La mia introduzione al dumpster diving è avvenuta qualche tempo dopo essermi trasferita in Danimarca da Toronto. Ero sempre stata affascinata dall'idea ma non avevo mai avuto occasione di provare, così quando i miei amici danesi Anders e Rasmus mi hanno chiesto di seguirli in missione spazzatura ho deciso di fare un tentativo.

La quantità di roba che abbiamo trovato mi ha lasciata senza parole: verdura fresca, dolci, filoni interi di pane, biscotti… E non si trattava di avanzi marci e pieni di vermi, né di mucchi di cibo mezzi decomposti. La merce era perlopiù completamente integra. Forse l'avevano buttata perché aveva qualche ammaccatura, o, se si trattava di frutta confezionata, perché magari un chicco d'uva in tutto il pacchetto aveva un po' di muffa. I prodotti da forno freschi vanno ritirati dagli scaffali ogni sera, indipendentemente dallo stato in cui sono, e per questo il pane era particolarmente fresco. (Probabilmente non avrei dovuto essere così sorpresa: secondo il Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite, ogni anno vengono sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, circa un terzo della produzione mondiale).

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Col passare dei i mesi, con alcuni compagni di studi abbiamo sviluppato un sistema efficiente per rifornirci dai cassonetti, diventando gradualmente immuni al puzzo dolciastro che sembra caratterizzare tutta la spazzatura. Se voleste provare anche voi, ecco la filosofia che abbiamo sviluppato:

1. Aspettare una mezz'oretta dalla chiusura dell'ultimo negozio di alimentari del centro commerciale vicino al nostro dormitorio.
2. Indossare abiti che non risentissero dell'azione degli strani liquidi putridi che potevano macchiarli (nel mio caso, vecchi jeans neri e una felpa).
3. Portarsi un paio di borse della spesa (almeno una per pane e dolci) e torce elettriche.
4. Portare a casa cibo gratis.

La nostra unica regola era "ributtare nel cassonetto tutto quello che non vogliamo." Se avessimo lasciato tutto fuori come un branco di procioni, l'addetto delle pulizie il mattino seguente si sarebbe incazzato e avrebbe chiuso a chiave i cassonetti per una settimana o due. Per me, una povera studentessa in un paese in cui la vita è tutt'altro che economica, scoprire il dumpster diving è stato come trovare un tesoro nascosto, e nel corso del semestre ho integrato sempre più cibo dei cassonetti nella mia dieta.

Si trattava di alimenti extra, mai della mia dieta primaria. Ma mi chiedevo se fosse possibile sopravvivere solo di alimenti recuperati, e così nel maggio scorso ho deciso di fare un tentativo.

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Per due settimane mi sono attenuta a tre regole:

1. Potevo mangiare solo cibo trovato nei cassonetti.
2. Spezie, condimenti e olio non contano come cibo.
3. L'alcol non conta come cibo.

Ho anche deciso di prendere nota di tutto quello che ho trovato e fare il conto del prezzo delle delizie che raccoglievo.

Ecco quello che sono riuscita a trovare (e risparmiare):

4 maggio

- 2 Cavolfiori
- 2 Mazzi di fiori
- 3 Confezioni di fragole
- 2 Casse di uva verde
- 1 Confezione di funghi
- 1 Piantina di rosmarino viva
- 3 Banane
- 8 Arance
- 8 Peperoni rossi
- 4 Peperoni gialli
- 7 Muffin al cioccolato
- 7 Brioches
- 2 Merendine
- 5 Tortine al limone
- 2 Fagottini al cioccolato

Totale: 355.50 corone danesi (48 euro)

6 maggio

- 3 Porri
- 1 Broccolo
- 1 Confezione di funghi
- 3 Peperoni rossi
- 18 Panini dolci
- 1 Muffin al cioccolato
- 2 Filoni di pane

Totale: 179.50 corone danesi (24 euro)

8 maggio

- 1 Confezione di insalata
- 2 Melanzane
- 2 Zucchine
- 1 Sacco di patate da 5 kg
- 2 Cespi di lattuga
- 9 Arance
- 1 Pompelmo
- 5 Filoni e mezzo di pane
- 3 Panini dolci

Totale: 298,50 corone (40 euro)

11 maggio

- 4 Confezioni di uva
- 1/2 Confezione di fragole (trovata intera, ma metà si erano schiacciate)
- 3 Sacchetti di carote
- 1 Confezione di pomodorini
- 1 Confezione di pomodori
- 1 Broccolo
- 1 Sedano
- 1 Limone

Totale: 175 corone danesi (23 euro)

14 maggio

- 5 Confezioni di formaggi assortiti (caprino, brie, emmental, zola e fontina)
- 1 Vaschetta di formaggio "salat" (feta tarocca)
- 6 Lime
- 1 Cetriolo
- 1 Avocado
- 2 Melanzane
- 3 Pagnotte 
- 15 Panini dolci
- 2 Paste alla cannella
- 3 Merendine
- 4 Tortine al limone  
- 10 Brioches
- 9 Muffins

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Totale: 573.50 corone danesi (77 euro)

17 maggio

- 3 Sacchi di patate da 1kg
- 7 Pomodori
- 2 Sacchi di carote da 1kg
- 2 Pannocchie
- 27 Panini dolci
- 9 Muffins
- 3 Merendine al cioccolato
- 5 Brioches
- 2 Filoni di pane
- 3 Meloni
- 6 Peperoni
- 1 Mango
- 2 Mini cespi di lattuga
- 1 Rastrello
- 1 Piantina di tulipani

Totale: 504 corone danesi (67 euro)

Sommati, si arriva a 2.086 corone danesi, ovvero quasi 300 euro.

Il che equivale a poco più di un mese di affitto nel mio studentato.

Ad essere onesti però, qualche volta ho sgarrato. Durante le due settimane della dieta del cassonetto ho mangiato un pezzo di una barretta al cioccolato, un cioccolatino e un falafel (tutto datomi da amici). Mi sono ritrovata ad aver voglia di riso e uova per circa cinque giorni, ma ho ovviato facendo del "riso" di cavolfiore e mangiando delle melanzane.

Alla fine dell'esperimento, penso di essere diventata più sana. La mia dieta è stata per lo più vegetariana, e i cibi troppo grassi erano difficili da trovare. Saper cucinare mi ha aiutata e sono riuscita ad assemblare dei piatti che sembravano (ed erano) piuttosto discreti:

Anche se il mio periodo integralista di dumpster diving è finito, una grossa fetta di quello che mangio arriva tutt'ora dai cassonetti. Non pago il del pane da mesi, e il mio portafoglio sta meglio di prima. Provate a fare un salto. Potreste trovare un mucchio di rifiuti in decomposizione—circondati da ratti famelici con gli occhietti luccicanti—ma forse anche qualcosa per il pranzo del giorno dopo.

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