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Tre senatori hanno cercato di bloccare una serie Rai perché c’è un poliziotto che si fa le canne

Mentre il mondo intero era concentrato su Trump, Giovanardi, Gasparri e Quagliarello avevano una preoccupazione decisamente più pressante: bloccare una serie tv Rai per colpa delle canne.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

Mentre il mondo intero era concentrato sulla vittoria di Donald Trump, qualcuno in Italia aveva una preoccupazione decisamente più pressante: quella di bloccare Rocco Schiavone, la seria televisiva andata in onda il 9 novembre su Rai 2. Adattata dai libri di Antonio Manzini e diretta da Michele Soavi, la fiction ha come protagonista un vicequestore della polizia interpretato da Marco Giallini che—come "preghiera laica del mattino"—si fuma una canna prima di cominciare a lavorare.

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Nulla di sconvolgente, no? Be', NO—a patto di non essere Carlo Giovanardi, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliarello. Il primo è rimasto letteramente sconvolto dalla fiction, come si può evincere da questo incredibile comunicato:

Ieri sera sulla TV di Stato, in prima serata del secondo canale è andata in onda una vergognosa fiction incentrata su un Vice Questore di polizia che si fa di spinelli, ladro, corrotto, procacciatore di prostitute arrogante e violento. I reati commessi dal Vice Questore e dai suoi complici nella prima puntata costerebbero qualche decina di anni di carcere, ma gli sceneggiatori sembrano più preoccupati di promuovere il fumo e gli spinelli (utilizzati anche da guidatori di motoslitte) che dare una mano ai milioni di educatori che nelle scuole, nelle parrocchie, nelle famiglie cercano di diffondere soprattutto nei giovani il principio di legalità e stili di vita.

Ma se non fossero già abbastanza i riferimenti ai guidatori di motoslitte strafatti o ai reati commessi da un personaggio inventato, Giovanardi e i suoi colleghi sono andati ben oltre e hanno addirittura prodotto un'interpellanza parlamentare. Riasumendola in breve, i tre senatori—rivolgendosi al ministro dell'Interno e dello Sviluppo Economico—si chiedono angosciati se:

A) La serie avvertirà i cittadini che chi fuma cannabis e provoca un incidente mortale marcirà in galera fino alla fine dei suoi giorni;

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B) Chi ha fatto la serie si rende conto delle conseguenze che possono esserci se un poliziotto "drogato" si mette a "sedare una rissa" o "effettuare un arresto";

C) Le istituzioni si stanno attivando "per evitare che la televisione di Stato diventi veicolo di atteggiamenti che possono avere conseguenze disastrose e che sono vietati dalle leggi in vigore nel nostro Paese";

D) Il governo non abbia intenzione di intervenire sulla Rai per bloccare questo scempio.

Solo trascrivendola mi rendo conto della totale assurdità della cosa; eppure, non è finita qui. A venire in soccorso dell'interpellanza è arrivato anche il solito Sindacato autonomo della polizia, che ha pubblicato un accorato appello sul proprio sito con il titolo STOP ALLE FICTION CON AGENTI TOSSICODIPENDENTI!

Come potete vedere, il titolo non era uno scherzo.

Per riassumere: questa fiction—e non stiamo certamente parlando di The Shield, né di qualcosa tratto da un romanzo di Ellroy—nasconderebbe un'operazione di propaganda sovversiva che punta a scardinare l'assetto democratico dell'Italia, a far piombare la società in un'orgia di depravazione e illegalità, e a instradare i giovani verso un cammino fatto di perversione, distruzione e MORTE.

Insomma, se pensavate che nel 2016 un poliziotto che fuma uno spinello in una fiction non fosse la fine del mondo, dovete ricredervi.

Se non altro, però, i tre senatori vanno ringraziati per averci regalato uno dei più demenziali atti parlamentari della storia repubblicana.

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