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La grande truffa dei ticket restaurant

Nel 2013 in Francia è stato scoperto un sistema di riciclaggio di denaro interno alla comunità cinese interamente basato sui ticket restaurant. Ho parlato con un contabile di Parigi per farmi spiegare come funzionava.

Nel 2013, durante i controlli di routine all'aeroporto francese di Bâle-Mulhouse, sono stati scoperti più di 10.500 ticket restaurant contraffatti provenienti dalla Cina. Prima nel paese non erano mai state denunciate irregolarità di questo tipo, ma le indagini hanno rivelato la presenza di un vero e proprio mercato illegale costruito intorno a uno strumento, quello dei ticket restaurant, che in Francia viene utilizzato ogni giorno da più di 3 milioni e mezzo di persone.

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Nei mesi successivi, le autorità hanno deciso di prendere provvedimenti e annunciato il passaggio alle applicazioni per smartphone e alla tecnologia chip nel tentativo di contrastare il riciclaggio di denaro permesso dalla circolazione di ticket restaurant contraffatti.

Per farmi un'idea più precisa di questi magheggi, ho contattato un contabile di Parigi (che, per ovvi motivi, ha preferito restare anonimo) chiedendogli di spiegarmi questo sistema.

VICE: Qual è il principio alla base di questo sistema?
Anonimo: Il ticket restaurant permette di creare un'economia parallela che sfugge completamente agli obblighi fiscali e sociali. Nella pratica, si trattava di un impianto di finanziamento interno alla comunità cinese, una specie di tontina che permetteva di evitare il sistema bancario tradizionale facendo ricorso a un sistema occulto. Questo sistema si fondava, appunto, sui ticket restaurant, che servivano come impianto di riciclaggio da cui uscivano (puliti) gli introiti del traffico di droga.

Può spiegarmi nel dettaglio questo sistema di riciclaggio?
In questo caso specifico, il sistema veniva alimentato dai tanti ristoranti cinesi presenti nel tredicesimo arrondissement, che incassavano anche e in buona parte attraverso i ticket restaurant dichiarandone poi soltanto una minima parte. La grande quantità di ticket restaurant non dichiarati rappresentava dunque una rete di finanziamento parallelo.

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I ticket restaurant passavano di mano in mano, e i commercianti non pagavano né l'IVA né la commissione dell'1,5 percento a deposito bancario avvenuto. Si tratta di somme enormi di cui non rimane la minima traccia: niente tasse né oneri sociali. Tutto a vantaggio di chi fa parte di questa rete, e con chiarissimo svantaggio dello stato.

Ma c'è di più: col tempo si era creata una vera e propria banca dei ticket restaurant che permetteva ai possessori di rivendere (in contanti) quelli non smaltiti, il tutto secondo tariffe specifiche legate alla data di scadenza. In pratica, questa banca interna rivende un ticket restaurant a un membro della comunità a una percentuale del valore iniziale. Alla fine tutti i ticket restaurant emessi sono incassati e rimborsati dalla CRT (Centrale de règlement des titres), ma per un anno hanno anche alimentato un'economia parallela. Così, ancora una volta, c'è gente che guadagna alle spalle dello Stato.

E come mai questa truffa riguardava principalmente i cinesi?
Perché sono una comunità salda, e tutte le operazioni dalla A alla Z avvengono tra di loro, o con intermediari, come il sottoscritto, di cui si fidano e che accettano di essere pagati coi loro ticket.

Alcuni membri della comunità cinese hanno beneficiato spesso in passato di un'economia nascosta fondata sulla discrezione con cui avvengono le operazioni, riuscendo così a sottrarsi agli oneri fiscali e sociali. Vogliono guadagnare, e in fretta.

Cosa pensa del nuovo sistema?
È una semplificazione amministrativa, è vero, e farà tornare un po' di soldi alle casse dello Stato. Anche perché, essendo tutto in via "telematica", sarà difficile riuscire a eludere il sistema. E questo significa che i truffatori dovranno inventarsi qualcos'altro.