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"Alla fine commenti la tv da solo ad alta voce": com'è essere single da troppo tempo

Ci sono quelli che ancora si raccontano che la loro è "una scelta", quelli che si sono dimenticati come si fa sesso e quelli che pensano che "comunque prima il lavoro". Ecco come sopravvivono i single da troppo tempo.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT

Per molti appartenenti al regno animale, la mancanza di una vita sentimentale non è la fine del mondo: ti svegli la mattina, stai attento ai predatori, cerchi del cibo, dai un paio di leccate a qualche giacimento salino e/o alle tue parti intime, e infine se—SE—è stagione tenti di accoppiarti. Semplice, minimale, sereno.

Apparentemente, però, la nostra specie non è fatta per uno stile di vita di questo tipo, e per quanto le saline offrano paesaggi estremamente affascinanti tutti finiamo per avere delle relazioni, o almeno a sperare di averne. Detto ciò, c'è comunque chi resiste meglio di altri al bisogno di compagnia.

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Ma cosa accade quando questa condizione si perpetua nel tempo e ci si ostina a non voler cedere comprando un partner da un catalogo per poi farselo spedire con la posta prioritaria? Come cambia il tuo modo di vedere la realtà, le relazioni occasionali, e il sesso, quando sei single "fisso"?

Ne ho parlato con diverse persone single da tempo, che mi hanno spiegato cosa significhi svegliarsi abbracciando il cuscino e doversi lavare sempre prima di uscire perché non si sa mai. LA TUA CONDIZIONE, VISTA DA TE

Innanzitutto, si deve mettere in chiaro che "quando qualcuno ti dice che essere single è una sua scelta, si tratta al 99 percento di una stronzata," mi ha detto D. (25 anni). "Io sono single da sette anni, ho scopato con la stessa persona per gli ultimi due, ma è finita come è iniziata: unilateralmente. Quindi, se da un lato penso che esista davvero chi rimane a secco su tutti i versanti per diverso tempo—pur non essendo il mio caso—dall'altro non credo minimamente alle menzogne dei libertini della domenica." Nonostante le storie di ognuno siano differenti, però, una questione accomuna tutti: la percezione di sé al ribasso. "Inizialmente senti come se tutte le rinunce di coppia svanite ti pompassero di infinite possibilità," spiega G. (26 anni). Ma poi, alla lunga, ti rendi conto che il tuo celibato non assomiglia a quello di Christian Troy in Nip/Tuc: nessuna modella ninfomane con la rasatura brasiliana ti spunta dallo sgabuzzino quando torni a casa.

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Il rischio, quindi, è che dopo la fase di "weekend perenne" sopraggiungano lunghi periodi passati a intristirsi mentre si fanno le stesse identiche cose che si facevano da fidanzati—ovvero starsene per la maggior parte del tempo sul letto a guardare serie televisive (solo con la masturbazione al posto dell'affidabile sesso coniugale). "Commenti ad alta voce le morti di Game of Thrones al lunedì sera, quando sarebbe molto meglio farlo in due."

Foto di Raymond Van Mil.

Se incappi in questa condizione per troppo tempo, poi, le possibilità di cominciare a considerarsi "merce avariata" sono parecchie. Non che ci volesse uno studio a tal proposito, ma anche la pignoleria scientifica avrebbe confermato che l'intersezione tra questa consapevolezza e il tempo non sia proprio una botta per l'autostima. "Parte tutto dalla tua testa: a poco a poco i tuoi difetti iniziano a sembrarti delle aberrazioni, poi pensi di aver dimenticato tecniche di accoppiamento che effettivamente non hai mai conosciuto, e infine ti metti a leggere tutte quelle stronzate sulla sfiga spacciata per infinite possibilità future," mi ha detto E. (23 anni). "Alla fine non è che la tua condizione ti sembri particolarmente strana, perché di single è pieno il mondo: si tratta piuttosto del timore di sentirsi prossimi ad auto-considerarsi un avanzo, come definiscono le nubili oltre i 25 in Cina." Ovviamente, però, ci sono anche lati positivi. "Sicuramente quando sei single il tuo tempo libero è profondamente diverso rispetto a quello di una coppia", mi ha detto F. (29 anni). "Puoi andare a ballare quando ti pare, rimanere al computer fino all'alba senza che nessuno sbuffi, e metter cuori random su Instagram senza che qualcuno te lo faccia notare ogni minuto. E, a seconda dalle giornate, tutto questo non è poi così male." LA TUA CONDIZIONE, VISTA DAGLI ALTRI

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In teoria l'opinione altrui dovrebbe scivolarci addosso, ma purtroppo il nostro istinto di uniformazione è piuttosto forte. E più forte dell'istinto di uniformarsi, c'è solo il bisogno di nebulizzare i coglioni di chi non si uniforma: quindi ci saranno sempre conoscenti, amici o parenti che vi ossessioneranno per la vostra mancanza di relazioni stabili e proficue, e i loro giudizi continueranno a farvi male, anche se non lo ammetterete, come piccoli spilloni roventi nel pericardio.

La prima categoria, quella dai conoscenti, è forse la più infima. Perché vi comunicano più di ogni altro quanto siete diventati un luogo comune, e quanto il livello della vostra mancanza di relazioni sia grave. "Quando un conoscente mi dice 'prima o poi troverai la persona giusta' quando gli dico che sono ancora single vorrei solo dargli un pugno in faccia. Perché lo dico anch'io a persone che credo non la troveranno mai, quindi considero l'eventualità che possano pensare lo stesso di me," mi ha detto E. (23 anni).

Quanto agli amici: "Per molti di quelli fidanzati la tua condizione può sembrare molto appetibile, e ti invidiano sinceramente nel caso in cui tu riesca ad avere rapporti sessuali con ragazze o ragazzi che ormai non considerano il sesso una scadenza settimanale," mi ha detto V. (25 anni). "E questo può essere piuttosto soddisfacente, a volte. Una delle cose che ti convincono della bontà dell'essere single, in fondo, è vedere quanto sono tristi le storie dei tuoi amici."

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"Il problema," ha continuato, "è che forse sono ancora più tristi i tuoi amici single. Tutta quella smania di fare cose e conoscere gente e tentare di scopare talvolta sembra così disperata da ritrovati a pregare Zeus di non sembrare così tanto alla frutta quanto loro."

La famiglia, al contrario, adotta spesso un atteggiamento da osservatore consapevole. "Essendo del Sud, mia mamma è preoccupatissima: mi chiama tre volte al giorno solo per ricordarmi che se continuo così non vedrà mai un nipote. Di recente ha iniziato pure mio padre—l'uomo più silenzioso della terra—quindi forse c'è un po' da preoccuparsi," mi ha raccontato F. (29 anni). "A me fa piacere che in generale tutti si preoccupino per me, ma si devono dare una calmata. Si parla di me, mica di loro, quindi se proprio qualcuno deve provare ansia quello dovrei essere io."

Foto di Olof Ringmar.

SESSO In tutta questa storia, il sesso è una questione di possibilità e attitudine. Mentre c'è chi vorrebbe ma non riesce a farlo, alcuni dopo un'esperienza occasionale preferiscono evitare. "Non lo so, forse perché lo abbiamo fatto in piedi e tra due macchine, ma mi ricordo che anche dopo mille docce mi sentivo sporca e strana, quindi ho deciso che è meglio continuare ad aspettare e smettere di usare Tinder," confessa E. (23 anni).

Il sesso con gli sconosciuti non è un affatto un problema per tutti. "In tutta la mia vita la mia relazione più lunga è durata un mese, quindi per me non è un problema usare le app di incontri o andare a letto con qualcuno dopo un limone in discoteca, perché non conosco la differenza fra il sesso da fidanzati e tra sconosciuti—magari sono più contenti i fidanzati, ma questo non posso ancora dirlo con certezza," mi ha detto un'amica particolarmente felice di essere single. Tra chi ha sperimentato entrambe le alternative, però, c'è chi pensa che le differenze ci siano. "Mi era venuto a noia il fatto di non ricordarmi dopo un po' i nomi dei ragazzi con cui lo facevo, quindi alla fine mi sono fatta un trombamico. La cosa è abbastanza stabile, ci vediamo circa due volte al mese. Di solito mi chiama a orari indecenti durante il weekend, quindi se ho voglia vado da lui e sempre se ho voglia resto da lui a dormire. Quasi sempre, però, è più un vai, fai e via!" mi ha raccontato G. (26 anni). "In sostanza, si nota che si tratta solo di sesso: lui il più delle volte guarda il muro e sembra pensare ad altro, e tutte quelle accortezze di contorno tra fidanzati languono e inevitabilmente mancano un po'." IL CONTESTO Sembra che la grandezza del luogo in cui vivi sia inversamente proporzionale alla quantità di single che lo abita. Questo lo noti soprattutto quando ritorni nel paesino in cui sei cresciuto, dove ci sono più pali della luce fulminati che persone, ma comunque più coppie di quelli funzionanti. "Nonostante sia single da quando mi sono trasferita a Milano, non avevo mai notato del tutto questa differenza, almeno fino a quando non sono tornata a casa e mi hanno invitata per una rimpatriata delle superiori," mi ha detto D. (25 anni). "Sono rimasta allibita: tutti avevano portato il loro consorte-barra-genitore-dei-loro-figli-barra-madre-dei-loro-figli, tutti tranne me. E tutti mi hanno guardato come se fossi un rifiuto della società, giustificando la loro mimica facciale con la tesi secondo la quale non avrebbero saputo vivere 'senza un uomo o una donna accanto'. Ho finto una chiamata d'emergenza a metà antipasto e sono fuggita col primo treno in partenza."

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La verità delle grandi città, al contrario, sta nel fatto che l'offerta della fauna urbana è vasta, nessuno all'inizio ha troppa voglia di impegnarsi, e chiunque ci resta fregato alla fine. "Mentre nei paesini ti accaparri la figa del villaggio e te ne stai buono," mi ha spiegato F. (29 anni), "nelle grandi città pensi di poter trovare sempre di meglio. Poi quando credi di averlo trovato—il meglio—capita di essere scartato per lo stesso principio. E questo circolo vizioso sembra protrarsi all'infinito."

ASPETTATIVE FUTURE

Alla fine, quando il tempo passa e gli abbonamenti in palestra si accumulano, le aspettative aumentano. È un processo impercettibile ma costante. Questo perché il gioco preferito di chi è single consiste nell'immaginare la perfezione e credere che esista davvero ad attenderli al buffet di un matrimonio in riva al mare. Aloha.

In sintesi, l'immaginazione si attiva su bellezza, lavoro e carattere. Sono messe in ordine di importanza, perché—anche se tutti hanno puntualizzato di "non essere superficiali"—i cessi a pedali non li vuole nessuno. Quindi: se l'avvenenza copre tutto il resto, è ok; se si è carini ma si ha un ottimo lavoro, è perfetto; e se c'è un ottimo equilibrio fra i tre elementi sovracitati è cosa buona.

"La questione è che non mi voglio accontentare," mi ha spiegato C. (23 anni), "perché oltre ai rari esempi positivi, un sacco di miei amici si sono palesemente accontentati o si sono fatti abbattere dalla forza dell'abitudine, e dopo tutto questo tempo non voglio fare la loro stessa fine."

Ma a dispetto degli esempi poco rassicuranti e tutta la buona volontà del mondo, il probabile travaso da "single" ad "accoppiato" potrebbe non filare comunque così liscio. "Penso che dopo tutti questi anni, alla prossima relazione potrei dare di matto molto facilmente," ha detto in tutta sincerità D. (25 anni), "soprattutto perché, quando mi è capitato, sono quasi sempre stata con gente fidanzata. Quindi potrei essere una pressa al culo a causa delle esperienze pregresse."

E se nonostante tutti questi sforzi, poi sbucassero comunque delle corna dalla zona parietale? "In teoria mi dovrei incazzare e improvvisare un barbecue con i suoi effetti personali. Ma siamo un minimo realisti: se, una volta trovata, stiamo a lasciar la gente perché ci tradisce, dai—oggi non ce lo possiamo più permettere."

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