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La festa per i due giorni di ecstasy legale a Dublino

Da martedì, grazie a un intoppo legislativo, l'ecstasy e altre droghe sono temporaneamente legali in Irlanda. Prima che oggi a mezzanotte tutto finisca, siamo andati a vedere come stanno festeggiando a Dublino.

NdR: Molti dei ragazzi che abbiamo fotografato hanno tirato fuori le loro facce migliori perché eravamo alla festa per la momentanea legalizzazione dell'ecstasy. Se fossero davvero fatti o meno, non lo sappiamo.

Ieri sera mi sono fatta un sacco di nuovi amici. Eravamo in un seminterrato nel centro di Dublino, dentro un locale di per sé anche abbastanza rispettabile che si chiama Turk's Head. È il genere di locale con le promozioni "due mojito a 10 euro" per gli impiegati e i turisti. Un posto che non niente di speciale, da appuntamento rimediato su Tinder e feste pre-partenza dove la ragazza di turno beve qualche cocktail di troppo e finisce a straparlare.

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In questa occasione, invece, le persone inciampavano le une sulle altre, tutte con gli occhi piccoli e brillanti, e si abbracciavano tra di loro e abbracciavano i muri. Si esibivano in timidi tentativi di nascondere le chiavi e le piccole buste di plastica che passavano di mano in mano. Sulle scale si radunavano ragazze chiacchierine e ragazzi che masticavano gomme invisibili stringendo i pugni e urlando.

Molti dei presenti, per non dire tutti, avevano preso dell'ecstasy, perché in questi giorni—per via di un qualche miracoloso allineamento lunare—gli dei e il Primo Ministro l'hanno resa legale.

Martedì, dopo aver verificato che nel 1997 la legge era stata modificata senza consultare il parlamento nazionale irlandese, la Corte d'appello ha dichiarato invalido il Misuse of Drugs Act del 1977. Questo scivolone amministrativo ha portato alla legalizzazione temporanea dell'ecstasy, della ketamina, dei funghi e della crystal meth, e della droga che gli irlandesi chiamano jeff, e il resto del mondo chiama qat. Sono subito state prese misure d'emergenza per approvare una nuova legge, e oggi a mezzanotte il possesso di queste droghe tornerà a essere illegale.

Questo significa anche che tutti sanno di dover festeggiare in fretta, prima che le autorità tornino a non vedere di buon occhio chi tira strisce di MDMA ai parchetti. Probabilmente per un irlandese è l'unica occasione che avrà nella vita di ingerire legalmente una pasticca—che qui chiamano "yonke"—perciò merita di essere sfruttata.

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Fortunatamente, il Turk's Head ha accettato di fornire una venue per festeggiare quello che è stato soprannominato il Loophole Pop Up Party.

L'evento è apparso su Facebook con un banner in cui il Primo ministro irlandese, Enda Kenny, chiedeva, "Qualcuno ha una pasta?" Un migliaio di persone ha confermato la partecipazione.

Quando arriviamo, il seminterrato pullula di ragazzi sudati e con gli occhi lucidi alla ricerca di acqua. La festa si riversa anche in strada, dove incontro gente della mia scuola, dell'università e che ho visto solo nella foto profilo Twitter, accorsa per condividere la felicità sintetica. È Dublino, tutti conoscono tutti, e per giunta la situazione è unica. È difficile salire le scale senza farsi trascinare giù dagli abbracci.

Quelli che vendono pillole nel retro del locale sono ancora più rigidi del solito, sorridono digrignando i denti, con gli occhi a mezz'asta sotto i cappelli. Contribuiscono a creare l'illusione di essere inciampati in un mondo goano pieno di acidi, un omaggio a tempi che siamo troppo giovani per ricordare.

La vicenda ha rubato la scena sui mezzi d'informazione nazionali e internazionali, e in un certo senso è piuttosto esemplare dell'atteggiamento irlandese. Oggi, come sempre, l'Irlanda tende a vedere l'autodistruzione come un atto di creatività. I dublinesi si gloriano di venire dalla "Dirty Old Town", una città in cui andare a gonfiarsi d'alcol è una norma socialmente rispettata, e in cui le famiglie vengono distrutte dall'alcolismo e dalla dipendenza dalle droghe. E il governo sembra completamente impreparato ad affrontare il problema. Forse dopo questa vicenda gli irlandesi capiranno finalmente che la crystal meth è un problema reale e in crescita.

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Molte persone alla festa non hanno neanche 20 anni o li hanno superati da poco, eppure hanno già assistito a molte leggi presentate come soluzioni al problema delle droghe. Abbiamo avuto il periodo dei funghi allucinogeni "legali" e delle pasticche vendute in negozi di articoli per fumatori, l'ondata del mefedrone e poi il suo divieto nell'estate del 2010, e adesso questa nuova bizzarria.

"Mi ricordo quei negozi," mi ha detto un amico. "Quando andavo a scuola ci ho anche lavorato. Li frequentavano persone normalissime. Ci drogavamo legalmente tutti i giorni. Era assurdo."

Gli organizzatori della festa sono un gruppo di giovani skater accompagnati da ragazze con i capelli piastrati, con tacchi e vestitini comprati per l'occasione. Chiedo a uno di loro, che si atteggia a capo, cosa pensa di questa svista governativa.

"Tra dieci anni non voglio ritrovarmi a ripensare a oggi e dire, 'Oh, quella volta? Il giorno dopo ero in ufficio puntualissimo'," dice. "Assumere droghe è una scelta personale, e voglio che ciascuno abbia gli strumenti per farla."

Ci ha mandati da un amico, che ci ha offerto tre Yellow Monkey.

"Penso che l'ecstasy dovrebbe essere legale, così gli sfigati non la prenderebbero," mi dice qualcuno fuori, ridendo. Un buttafuori con una torcia si dirige giù per le scale. Mi chiedo cosa stia cercando, droghe non interessate dal disguido legislativo? È in grado di distinguere due polveri bianche solo guardandole? È l'incarnazione di Erowid, in grado di distinguere ketamina e cocaina nella luce fosca del seminterrato?

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Luke, un mio amico, mi dice, "Ti fa pensare a quanto siano fragili le leggi."

La sua teoria è questa: ci facciamo ingannare dal governo, che ci impedisce di agire con delle scuse. La legge sull'aborto, il matrimonio gay, tutte queste cose apparentemente hanno bisogno di un referendum per sapere se gli irlandesi sono davvero, davvero sicuri di volerle. Le pasticche, di contro, torneranno illegali domani, e nessuno ci offrirà la possibilità di scegliere.

Gli organizzatori del party hanno promesso di devolvere un euro di ogni quota d'ingresso a una società benefica, regalandoci ulteriori buone vibrazioni. Ed è tutto davvero irreale: fuori, alcune anime punk hanno iniziato a intonare "On Raglan Road" una vecchia canzone che si canta dopo aver ingerito una generosa quantità di whisky.

Le ragazze per bene ondeggiano su tacchi che si incagliano tra i ciottoli e ascoltano la canzone. C'è gente di ogni tipo. Giù, li trovi che ballano insieme con le braccia molli, o seduti sul marciapiede insieme.

È un po' un mondo in cui noi, i frustrati stagisti-per-sempre, quelli col sussidio di disoccupazione, i giovani senza futuro di Dublino possiamo nutrire legalmente la nostra illusione di speranza con le sostanze chimiche.

Tutti quelli che sono qui sono all'università, hanno i primi contatti con il mondo reale, oppure sono già lì fuori a lottare. Questo è per noi il ritorno al grembo materno con luci stroboscopiche.

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Nei bagni parlo con una ragazza che ha iniziato due mesi fa a calarsi e ora si fa per tre settimane al mese. Di solito prende le Blue Ghost (le pasticche che hanno fatto scalpore in Irlanda per la loro letalità, ma che la gente continua a prendere). Sente che sta costruendo una tolleranza piuttosto alta, ma non sa se è ancora il momento di raddoppiare le dosi.

Incontro anche la sua amica Sinead, di ritorno da Toronto, dove si è trasferita. Rimarrà solo una settimana, e le pastiglie stanno velocizzando il processo di riavvicinamento ai vecchi amici. Sembra imbarazzata, dice che ora lavora a tempo pieno e non fa uso di droghe. Borbotta, "Di solito non sono così conciata," e si dirige alla porta.

Si sta facendo tardi, e tutti sono piuttosto fatti. Alcuni cospirazionisti in erba sostengono che la Water Tax sia legata a questo disguido legislativo, e che il governo stia cercando di far spendere più soldi per l'acqua. Un altro ragazzo elenca i problemi delle droghe un tempo "legali", lamentando il fatto che "il mefedrone mi ha fottuto il cervello." Il suo amico fa notare che anche l'alcol ha gli stessi pericoli: "La scorsa settimana ho fatto una rissa perché ero ubriaco. Sono andato a casa che stavo una merda." Poi mi chiede di prestargli il taccuino e inizia a disegnare un complicato teschio con la cresta da mohicano.

Chiedo al promoter del locale, che ha una faccia ancora bella fresca alle 3 del mattino, perché si è preso la responsabilità di ospitare questa festa.

"Abbiamo deciso che la gente aveva bisogno di sentirsi dire che andrà tutto per il meglio."

Nel taxi osservo bene il teschio disegnato sul mio taccuino. Di fianco, una scritta dice "CERTO GESÙ SIAMO TUTTI FATTI." Non ancora per molto. Almeno, non legalmente.

@RoisinTheMirror / sarahfuckingmeyler.tumblr.com