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Poltronette

(500) days of spandex

O su The amazing Spider-Man, l'attesissimo reboot di una saga conclusasi tanto, tanto tempo fa, nel 2007.

Scusate se sono sul pezzo, ma più o meno tre settimane fa è uscito The amazing Spider-Man, il reboot di una saga conclusasi molto tempo fa, nel 2007. Tutti i cinici, prima dell'uscita del film, si domandavano il perché dell'urgenza nel rispolverare una saga conclusasi molto tempo fa, nel 2007, ma il fatto è che ogni contratto con la Marvel include una clausola per cui la Marvel può riacquisire i diritti sui suoi supereroi in caso uno studio cinematografico (in questo caso, la Columbia-Sony, che possiede, sentite sentite, anche i diritti su Ghost Rider) non rispetti una scadenza. Qualora, quindi, un futuro regista avesse voluto rielaborare la storia del suo eroe mascherato preferito, la casa di produzione avrebbe prima dovuto riacquisirne i diritti. (Leggete qui per una matta immersione nell'impenetrabile mondo di “legge e fumetti”!!!)

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C'è da dire, però, che tutti i cinici non si sono sentiti in dovere di andare al cinema a vedere The amazing Spider-Man e, buon Dio, se non hanno fatto la scelta giusta. Innanzitutto, il regista è Marc Webb, l'uomo con il nome più appropriato nella storia dei registi di Spiderman, nonché colui che ci ha insegnato che la vita è dolceamara se stai insieme a una cagna e fai compere da Urban Outfitters, tutto in caps lock 16, e con “un elegante senso dell'ironia”: (500) giorni insieme, come era intuibile, è una stronzata trascurabile, e ha riscosso il successo tra due o tre insospettabili studenti di cinema e dei maschi sensibili.

Ma torniamo all'Uomo Ragno e passiamo al cast: ci si poteva aspettare da Marc Webb, il regista di (500) giorni insieme, che si sarebbe rivolto ad attori giovani, scattanti, hip ed estremamente riconoscibili ma non da TUTTO TUTTO il pubblico dove Sam Raimi aveva scelto attori, uhm, giovani.

E infatti, ecco varcare la soglia della fama tramite costumi aderenti Andrew Garfield, le cui sopracciglia figuravano in The social network, ed Emma Stone.

«I'm so hip my grandfather broke me.»

A controbilanciare la hipness, una scelta ancora più hip: RHYS IFANS. Rhys Ifans, oltre a essere un ottimo attore, trovarsi sempre nudo di fronte alla macchina da presa, ed essere stato il primo frontman dei Super Furry Animals, si è trovato negli ultimi anni a fare parte di una serie di film sgradevoli e indipendenti che volevano vantarsi di un buon casting fingendo di riscattare “Spike di Notting Hill”. Qui Ifans interpreta Lizard e, per quanto tenda a essere nudo, RECITA MALISSIMO.

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In The Amazing Spider-Man, Rhys Ifans reinterpreta La zattera de la medusa

James Vanderbilt, il simpatico sceneggiatore di Webb, decide di sviluppare la vicenda senza lasciare nulla all'immaginazione, e fin qui ok, onore al tentativo: c'è l'apertura iniziale con i genitori, l'introduzione al crudele mondo della scuola e al concetto di “Peter Parker per i suoi compagni è uno sfigato, MA NON DEL TUTTO”, la scoperta di una potenziale connessione con i genitori e uno sconosciuto, il morso, la trasformazione, la gestione dei poteri. Un film di quattro ore e 30 potrebbe sopportare uno sviluppo assolutamente privo di ellissi; un film di due ore e qualcosa non lo fa: si dilunga per un tempo innecessario sul rapporto con gli zii (che, vabe', sono Sally Field, l'attrice preferita di mia mamma, e Martin Sheen, l'uomo più morto delle filmografie recenti) per poi accennare il più rapidamente possibile al passaggio Spider-Man ha appena scoperto di avere dei poteri, ora deve imparare a usarli con un semplice «Ohooo, che maldestro. Ohooo, ora invece sa usarli!»

Questo approccio si applica più o meno a tutto il film, se si considera che—ma un attimo, Prometheus faceva ESATTAMENTE LA STESSA COSA! Cosa sta succedendo agli sceneggiatori quest'anno—se si considera, dicevamo, che a ogni azione e a ogni avvenimento corrisponde una reazione IMMEDIATA, senza il tempo perché il pubblico possa anche solo immaginarsi gli sviluppi. Questo, amici miei, non si chiama montaggio ellittico, bensì ammazzamento della tensione.

OH MIO DIO, RHYS IFANS SI È INIETTATO QUESTO SIERO E SI STA PER TRASFORMARE IN LIZ—OH MIO DIO LIZARD STA INVADENDO LA CITTÀ!

(N.B.: la scena con Lizard è una delle meglio riuscite del film ed è comunque meglio di Spiderman 3, non fosse per un 3D ridicolo quando le macerie del disastro svolazzano in giro come forfora gigante, e la faccia involontariamente comica di un cattivo secondario che non verrà mai approfondito).

L'unica parvenza di novità che Webb sfiora è anche una delle più fastidiose, ma se non altro ha un interesse narrativo: Peter Parker, quando è Spiderman, non fa altro che interpellare tutti con UNA PARLANTINA DEL CAZZO, e non vede mai l'ora che qualcuno gli chieda chi c'è sotto quella maschera, così da poterglielo spiegare a modino.