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Lo sfruttamento delle miniere d'oro sta distruggendo la Transilvania

La Transilvania, che occupa gran parte della Romania centrale, è ricca di oro, e una lunga serie di compagnie non vede l’ora di metterci sopra le mani e spartirsi i profitti. Purtroppo i loro metodi di estrazione non sono esattamente ideali.

Mining Watch Romania ha mappato tutti i progetti minerari del Paese.

La Transilvania sembra ormai destinata a diventare terra di rifiuti tossici. La regione, che occupa gran parte della Romania centrale, è ricca di oro, e una lunga serie di compagnie non vede l’ora di metterci sopra le mani e spartirsi i profitti. Purtroppo i loro metodi di estrazione non sono esattamente ideali, dato che molte, per arrivare all'oro che giace sotto aree urbane, paesini e montagne, usano il cianuro.

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Pompare del cianuro nella terra non giova affatto all’ecosistema locale—lo ha già dimostrato il disastro di Baia Mare del 2000, quando quattro fiumi, tra cui il Danubio e il Tisa, sono stati gravemente contaminati in seguito alla fuoriuscita di sostanze chimiche altamente tossiche da una miniera d'oro della zona. A quanto pare, quell’errore non è servito di lezione a nessuno: infatti, la compagnia mineraria Romaltyn Mining sta per rifare la stessa cosa esattamente nello stesso posto.

Nella regione sono previsti altri 12 progetti simili, tutti in attesa dell’approvazione da parte delle autorità rumene. A dicembre una nuova legge che avrebbe dato loro il via libera non è passata. Ciononostante, il governo—interessato a ricevere la sua parte dei futuri profitti—sta cercando di emendare la norma per trasformare l'apertura di miniere in “progetti di interesse pubblico”, sostenendo la teoria secondo cui abbattere centri abitati e pompare tossine nella terra porterebbe vantaggi alla popolazione locale.

Mining Watch Romania (MWR) è una rete di gruppi che monitora i piani delle compagnie minerarie e organizza proteste per contrastare le loro politiche. Ho contattato Roxana Pencea, membro di MWR e aderente alla Campagna Salviamo Roșia Montană (un’area ampiamente sfruttata per le sue risorse minerarie), per approfondire la questione.

Una protesta a Roșia Montană (Foto di Mircea Topoleanu)

VICE: Ștefan Marincea, l'ex capo dell’Istituto Geologico Rumeno, ha dichiarato che “la Romania possiede i giacimenti aurei più ricchi d'Europa.” È una cosa buona, no?
Roxana Pencea: No. Quella dell'estrazione dell’oro è un'industria sporca; un'attività che rovina il paesaggio, inquina l’aria e l’acqua, corrompe le autorità e impoverisce le comunità. La Romania possiede 68 giacimenti d'oro che in pochi anni potrebbero diventare zone morte, piene di crateri, bacini di decantazione, discariche di liquami sterili e perdite di acido. Gli accordi tra lo Stato e l’industria mineraria sono sempre stati stipulati a vantaggio delle compagnie; l'ipotesi di costruire miniere a cielo aperto non verrebbe nemmeno presa in considerazione, se le compagnie pagassero il prezzo reale. Ai cittadini restano solamente il rischio d’inquinamento e le spese derivanti.

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Ci sono 13 progetti minerari in attesa di approvazione. Cosa succederebbe se partissero tutti insieme?
In Transilvania, i siti minerari sono posti a distanze da 32 km a 48 km, e per la maggior parte si trovano nelle contee di Hunedoara, Alba, e Maramureș. I danni ambientali sono difficili da calcolare. Le conseguenze ricadranno sugli abitanti del posto e sul paesaggio. Le aree forestali vengono disboscate e le costruzioni in superficie vengono demolite. Enormi blocchi di pietra vengono fatti saltare in aria con la dinamite; il suolo sano su cui cresce la vegetazione viene inquinato; e il perimetro alla fine diventa un’area desertica. Le rocce estratte diventano una poltiglia tossica contenente cianuro e metalli pesanti, che si deposita poi nei bacini di decantazione. Quando il vento soffia, trasporta i vapori tossici e velenosi nell’aria.

Cosa si può fare prima che questi progetti diventino una minaccia reale?
La responsabilità di fermarli sta nelle mani delle persone direttamente interessate da questi progetti. Dai pescatori, che finirebbero a pescare in fiumi morti, ai produttori locali, che vedrebbero precipitare i loro profitti. Nessuno vuole verdure, latte o carne provenienti da un’area contaminata. Tutti noi dovremmo essere solidali verso la popolazione locale e tenere a mente che il governo pagherà questi danni con i nostri soldi. Invece di investire nell’educazione, negli ospedali, o nelle autostrade, ci stiamo accollando le spese frutto di questi progetti—in termini di spese maggiori per il servizio sanitario nazionale, di costi di bonifica ambientale, e di risarcimenti se le operazioni di estrazione dovessero fallire.

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Da una protesta contro la nuova legge sulle estrazioni.

La nuova bozza di legge per regolamentare l'estrazione mineraria, che avrebbe dato il via libera a queste operazioni, non è passata. Ma il governo sta ancora cercando di modificarla per trasformare i progetti minerari in progetti d’interesse pubblico. Cosa succederebbe se quelle norme passassero?
Il diritto umano della proprietà privata non sarebbe più un dato certo. Potresti scoprire che la casa per la quale stai pagando un mutuo è costruita su un giacimento. A quel punto una compagnia privata demolirebbe la tua casa nel giro di poche settimane. E se il risarcimento non fosse congruo, dovresti iniziare un'azione legale contro la compagnia.

Ma non tutti i progetti si accavallano con le aree abitate.
Questo è vero. E purtroppo non tutte le zone sono posti come la Montagna Cârnic, che sta cercando di essere salvata da più di mille archeologi da tutto il mondo e la cui distruzione costituirebbe una violazione della legge per la salvaguardia dell’eredità culturale. Ma questo non significa che le miniere d'oro a cielo aperto siano accettabili, anche se le zone in questione non sono protette dalla legge. A Rovina [nella contea di Hunedoara], non ci sono mai stati progetti minerari, ma lo sfruttamento dell’oro previsto sarebbe equivalente a quello dell’operazione di Roșia Montană—approssimativamente 400 ettari solo per la miniera, e 300 in più per i bacini di decantazione del cianuro.

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Mining Watch sospetta che l’Agenzia Nazionale per le Risorse Minerarie (ANRM) stia nascondendo “delle frodi particolarmente gravi”. Perché?
L’ANRM dà la possibilità alle compagnie di esplorare, sfruttare e prendere in affitto giacimenti minerari. Ma questi diritti vengono “venduti” in maniera poco trasparente. La loro spiegazione è che le risorse del sottosuolo rientrano in questioni di sicurezza nazionale. In questo modo ci sono compagnie che trivellano senza il permesso di costruire e che ottengono dozzine di permessi ambientali. Questo tipo di decisione ha conseguenze molto gravi per decine di comunità.

Negli ultimi 15 anni, l'ANRM ha rilasciato oltre 120 permessi e licenze minerarie. Ma il suo sito non è operativo e gli impiegati sono molto reticenti, quindi chi possieda questi permessi rimane un mistero. Siamo a conoscenza solo di alcuni dettagli riguardo alle compagnie minerarie che stanno conducendo attività esplorative: la Samax Baia Mare a Rovina, la Romaltyn Mining a Baia Mare, la Eldorado Gold a Deva, la Certej e Brad. E ovviamente la Gabriel Resources a Roșia Montană.

Chi è responsabile?
Purtroppo, le autorità non sono ritenute responsabili per aver infranto le leggi sulla trasparenza istituzionale. E la multa comminata alle istituzioni per non aver condiviso informazioni pubbliche ammonta a soli 145 euro. Dovrebbe essere compito della politica imporre la trasparenza su questo tipo di decisioni, e spero riusciremo a raggiungere questo obiettivo prima che una grossa parte della Transilvania si sia trasformata in uno scenario apocalittico.

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Quintali di pesci nei fiumi Săsar, Danubio e altri sono morti dopo il disastro di Baia-Mare del 2000.

A Baia Mare la Romaltyn Mining vuole ricominciare a estrarre oro usando il cianuro. Dopo la fuoriuscita di cianuro nel 2000 la città divenne nota come “la seconda Chernobyl”. Il nuovo progetto non sarà la stessa cosa?
Sì, è esattamente la stessa cosa. Ma dubitiamo che gli enti ambientali abbiano imparato qualcosa dall’ultima volta. Quell’incidente ha causato una fuoriuscita di cianuro senza pari, anche se la compagnia che si occupava dell’operazione si vantava di usare la tecnologia più sicura al mondo. Pensare che chi inquina verrà ritenuto responsabile in casi del genere è una pia illusione. Se una compagnia ammette le proprie responsabilità di fronte a una perdita o a degli incidenti in miniera, non ha il permesso di prendere decisioni per risolvere il problema. Quella è responsabilità del governo. L’incidente di Baia Mare ha dimostrato che le autorità sono incapaci di gestire il progetto o di regolamentare le attività della compagnia.

Come potrebbe essere approvato allora questo progetto di sfruttamento tramite cianuro dei giacimenti auriferi di Baia Mare?
Ci vogliono cinque anni per ripopolare i fiumi, e dieci anni per ristabilire la flora e la fauna.  È dal 2006 che questo progetto sta cercando di ottenere l’approvazione. È assurdo il fatto che vogliano avviare un progetto del genere nel bel mezzo di una città. L’impianto di trasformazione viene costruito in una zona disabitata, e i condotti che trasportano i liquami tossici passano a 14 km di distanza da Baia Mare. Il bacino di decantazione si trova a soli 3 km dalla città e la diga che lo circonda dove essere rinforzata ogni volta che il livello dei liquidi che contiene aumenta.

“Il benessere dei cittadini” e “gli investimenti nella zona” sono alcune delle giustificazioni principali addotte dalle compagnie minerarie per iniziare questi progetti. Cosa ne pensa?
Non hanno senso. Quello che accade nella realtà è che le comunità vengono sfrattate e rimpiazzate da lavoratori poco qualificati stanziati in quei luoghi per un breve periodo di tempo. Le miniere moderne non hanno nulla a che fare con la vecchia immagine del minatore sotto terra. Ora si parla solo di lavorazione chimica su vaste aree, iniettando sostanze tossiche nella terra e facendole venire a contatto con l’acqua freatica. Il metodo di estrazione tramite cianuro viene presentato senza che si parli delle conseguenze: le autorità di rado mettono in discussione i “rischi minimi” menzionati e quelli reali non vengono mai valutati. Non ci sono misure preventive o garanzie finanziarie adeguate; è solo una questione di tempo prima che ci sia un incidente.

Altrove:

Minatori non accompagnati