FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

Ho passato una giornata a importunare sconosciuti per strada

Dopo aver visto il video sulle molestie, ho deciso di provare a capire come funziona la mente di chi elargisce complimenti non richiesti. Così ho passato un pomeriggio a importunare tutti gli uomini che mi passavano di fronte.

Il mese scorso, il gruppo ​Hollaback ha diffuso un video immediatamente finito sulle bacheche e le prime pagine dei quotidiani online di mezzo mondo. Il video in questione è ovviamente quello del ​catcalling, e al di là delle critiche piovute sul modo in cui il messaggio è stato veicolato, ha generato parodie, spinto molti uomini a rigettare in toto la tesi e rinfocolato l'hashtag #notallmen.

Dal mio punto di vista, in ogni caso, è praticamente impossibile che un uomo arrivi a vedere la questione dal punto di vista di una donna. Così, anche se di solito non infastidisco le donne, ho deciso di provare ad entrare nella mente di chi lo fa. Solo, invece di molestare delle ragazze, ho deciso di rivolgere le mi attenzioni non richieste ad altri uomini.

Pubblicità

Ho convinto una mia amica ad accompagnarmi e insieme siano andati in quella parte molto affollata di Los Angeles che è la zona tra Hollywood e Highland, dove i turisti e i residenti fanno del loro meglio per togliersi di torno una lunga serie di bavosi allupati. La mia amica ha avuto il compito di fotografarmi durante l'esperimento, ma soprattutto, essendo una ragazza di bell'aspetto, ha potuto darmi preziosi consigli su cosa dire ai miei bersagli, attingendo alla sua lunga esperienza in merito. Così, abbiamo trovato un posto strategico e mi sono messo al lavoro.

Ho iniziato molto timidamente.

"Ehi! Come va?" Nessuna risposta. Dovevo fare di meglio.

"Ehi? Dove te ne vai?" Così andava già meglio, mi ha detto la mia guru. Ma dovevo ancora affinare la tecnica.

Ho passato tutta l'ora successiva ad esercitarmi con tutti gli uomini che passavano. I più, sorpresi di essere approcciati così da uno sconosciuto, si agitavano e rispondevano con un timido "ciao" o "grazie". Altri invece abbassavano lo sguardo e acceleravano il passo con un nuovo senso d'urgenza, timorosi forse di imbattersi in una conversazione non voluta, o peggio, di dover sganciare dei soldi.

Questo modo di fare non mi è estraneo. Io stesso di solito faccio finta di niente, o al massimo mi tocco le orecchie per far capire che non posso sentirli. Ciò significa che, per il mio esperimento, sarei stato un soggetto noioso. Le cose si sono fatte più interessanti quando ho iniziato a utilizzare un vecchio trucco suggeritomi dalla mia amica.

Pubblicità

"Ehi tu.  Sorridi! È una bellissima giornata!"

Sorprendentemente, con alcuni ragazzi ha funzionato. Alcuni mi hanno ignorato, ma la maggioranza di quelli a cui ho rivolto quelle semplici parole si è fermata un attimo per poi sfoderare un sorriso smagliante. Forse gli uomini non considerano inappropriato un approccio di questo tipo. Forse quelle parole sono state la dose di buonumore di cui avevano bisogno. Forse gli uomini vengono davvero da Marte. Oppure, semplicemente, nel corso della loro vita non si sono sentiti dire "sorridi" da 100.000 sconosciuti.

I turisti però minacciavano di rovinare il mio esperimento. Non tutte le persone a cui rivolgevo la parola stavano andando o tornando dall'ufficio. E c'erano troppi ricconi in vacanza che hanno colto l'opportunità per scambiare due parole con uno del posto.

Un tizio con una bella giacca.

A un tizio ho detto "bella giacca!" cercando di rendere la voce il più virile possibile, così che non ci fosse il rischio di far passare il complimento per una battuta ironica. Ma poi il tizio in questione si è girato, un po' sorpreso, ed è tornato verso di me tutto contento. Mi ha ringraziato e mi ha fatto qualche domanda su LA e su cosa gli consigliavo di fare in zona. Mi ha pure chiesto di fargli una foto con la stella di Marilyn Monroe. Questo non l'avevo previsto. In qualche modo il molestatore era diventato il molestato.

All'inizio della mia seconda ora di molestie, un tizio australiano è stato fin troppo contento di fermarsi a parlare con me. Dopo che gli ho chiesto "Ehi, come va oggi?" si è avvicinato e mi ha offerto una sigaretta, mentre io senza farmi notare facevo segno alla mia amica di preparare la macchina fotografica. Ho rifiutato la sigaretta e mi sono messo a parlare.

Pubblicità

Il tizio australiano

"Che fai?" mi ha chiesto.

"Sto qui, niente di che."

"Grande, io e i ragazzi siamo appena arrivati dal Messico."

"Che fate in Messico?" ho insistito, stupidamente.

"È una specie di crociera, feste, roba così."

"Capisco."

"Allora…" ha poi proseguito abbassando pericolosamente la voce, "pensi di, ehm, potermi aiutare, e in cambio io aiuto te?"

Era tutto troppo vago. Voleva della droga? Pensava che fossi un gigolò? Aveva bisogno di aiuto per traslocare? Qualunque fosse il sottinteso, gli ho detto di no e lui se n'è andato. Anche se l'uomo che avevo importunato mi avesse dato dei soldi non avrei potuto accettarli, mi sarei sentito troppo in colpa.

Ancora non sapevo che di lì a poco avrei fatto un incontro peggiore.

Poco dopo l'australiano, un uomo di mezza età che si faceva strada tra i turisti si è avvicinato a me dopo che io gli ho gridato "Ehi, bel signore!" Camminava a grandi passi, con un gilet da safari e un cappello da cowboy, ed era identico a Larry David.

"Posso farti una domanda? Posso? Però non ti arrabbiare, eh."

"Certo," ho risposto. Stava per chiedermi se era uno scherzo? Se ero gay? Ho rapidamente passato in rassegna le varie possibilità.

"Che ne pensi di questo presidente?"

Oddio, no. No. Sapevo dove voleva arrivare. E non aveva nulla a che fare con l'importunare gli sconosciti. Voleva solo qualcuno a cui sputare addosso la sua frustrazione politica. Mi ero avvicinato troppo alla sua orbita e adesso, come in Interstellar, ne sarei uscito solo dopo qualche anno terrestre, demoralizzato e senza aver imparato nulla.

Pubblicità

Vi risparmierò la trascrizione completa della mezz'ora di conversazione. I momenti salienti sono stati quando Larry (sì, il tizio che assomigliava a Larry David si chiamava Larry) mi ha spiegato, nell'ordine:

  • Che Christopher Hitchens ha scritto un libro in cui racconta come Bill Clinton abbia violentato quattro donne: "Lascia perdere quelle assurdità su Bill Cosby. Il vero mostro è quel pervertito di Bill Clinton!"
  • Che stiamo sottovalutando l'ISIS: "Decapitano americani ogni giorno e alla gente importa solo il caffè di Starbucks"
  • ​Del suo grande successo con le donne: "Sai come faccio ad averne così tante a 65 anni? Perché faccio quello che se ne frega." Larry mi aveva ufficialmente rubato la scena.

Non c'era modo di placare Larry e il suo fiume di assurdità, così ho dovuto prendere la mia istruttrice e cercare di corsa un'altra base operativa.

Nell'ultima parte dell'esperimento è successa una cosa strana: gli uomini che importunavo tornavano indietro tutti sorridenti per parlare con la mia amica. Tenete a mente che per tutto il pomeriggio lei si era tenuta a debita distanza da me, fingendosi occupata con il cellulare. Quindi non è che con le mie azioni la coinvolgessi implicitamente in potenziali conversazioni. In ogni caso, il fastidio che davo a questi uomini spariva presto, spazzato via dalla dissonanza cognitiva, e loro non trovavano di meglio da fare che mettersi a parlare con la mia amica. La quale più tardi mi ha persino mandato un messaggio, dicendomi che sulla strada verso la macchina si era sentita dire due volte "ehi, bambina."

Dopo una giornata di frasi indirizzate a perfetti sconosciuti, nessuno si è arrabbiato con me, né mi hanno dato del "frocio", e questa è stata una bella sorpresa. Anzi, è stato molto strano vedere quanti uomini abbiano avuto una reazione positiva.

Anche se continuo a sostenere che importunare la gente per strada sia una cosa orribile e che se non hai altri modi per conoscere gente vuol dire che forse meriti di stare da solo, questo pomeriggio mi dato un'idea di cosa succede nelle loro teste. Pensavo che al 99 percento sarei stato ignorato. E forse è quello che pensano anche i molestatori. Potrebbero benissimo essere simili a cani grossi e stupidi che inseguono le automobili ma che non saprebbero cosa fare se ne prendessero una.

Segui ​Justin Caffier su Twitter: ​@justincaffier.