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Perché ci sono ancora così tanti imbecilli tra i social media manager?

Se le prime settimane del 2014 devono darci un'idea di cosa succederà quest'anno nel mondo dell'online advertising, preferisco fermarmi qui. Ecco un campione delle migliori trovate pubblicitarie, pazientemente raccolto per voi.

Gli uomini e le donne che compongono la “classe creativa digitale” sono la disgrazia dei loro antenati. L’industria, così per com’è ora, ha l’immaginazione di un muro in cartongesso. Sono riusciti a creare un’atmosfera in cui anche le trovate più pigre e scialbe sono lodate dagli addetti ai lavori e celebrati come “brillanti” dai pecoroni del blogging. La qualità del lavoro nella pubblicità digitale è caduta così in basso che ogni minimo sforzo in più mi fa sentire un Dio Creativo, quando in realtà non sono che un copywriter un po' sopra la media.

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Diciamocelo, buona parte dei social media manager di oggi, anche quelli “bravi”, non se la sarebbe cavata nemmeno al livello più basso di una buona agenzia creativa di 30, 20, dieci anni fa. Per capire perché, diamo un'occhiata a quella che è oggi è universalmente considerata la più inarrivabile creazione social della storia: il tweet pubblicitario della Oreo durante il blackout del Super Bowl del 2013.

Power out? No problem. pic.twitter.com/dnQ7pOgC

—Oreo Cookie (@Oreo), February 4, 2013

L’uomo dietro a questo capolavoro è Adam Kerj (che probabilmente non è un imbecille), direttore creativo presso l’agenzia di digital marketing newyorkese 360i. Il suo spot “in tempo reale” è valso alla Oreo 525,000,000impression.

Il tweet in sé non è male. Come persona del settore, il mio problema riguarda piuttosto il febbrile ammontare di consensi ricevuti da ogni angolo della rete. Ogni impiegato nel mondo dei social media, quella notte, è stato preso dall'entusiasmo, sperticandosi in lodi, ricamandoci su e eiaculando sul tweet come se fosse la seconda venuta di “Lemon

Ecco un'alternativa, pensata su due piedi mentre scrivevo il pezzo (so che da quel Super Bowl è passato un po' di tempo, quindi dovrete credermi sulla parola).

Tweet: “Ecco lo snack ufficiale del blackout del Super Bowl.”

Lancio: “The Chocolate Oreo. It’s dark inside too.” (Per chi non ne fosse a conoscenza, la partita si è disputata al Superdome di New Orleans). A livello grafico ho immaginato un biscotto sotto un riflettore, piccola scritta bianco su nero, due linee centrate.

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C’è stato un “Momento Oreo” al Super Bowl di quest’anno? Be', JC Penney si è inevitabilmente aggiudicato il trofeo dei click. Ma l'attenzione scatenata su Twitter è stata così puerile e stupida da far risaltare ancora una volta l'operato della Oreo.

Di seguito, per tornare al nocciolo della questione, ho inserito la suddetta trovata della JC Penney e un campione delle idiozie prodotte dai social media manager di importanti marchi nelle prime sei settimane del 2014.

Who kkmew theis was ghiong tob e a baweball ghamle. #lowsscorinh 5_0

—JCPenney (@jcpenney), February 2, 2014

Toughdown Seadawks!! Is sSeattle going toa runaway wit h this???

—JCPenney (@jcpenney), February 3, 2014

Il/la responsabile dell'account Twitter JC Penney ha fatto discutere per tutta la durata del Super Bowl a causa dei vistosi errori di battitura. Cosa era successo?

Ma certo, indossava dei guanti a manopola!

L'idea dei guanti deve aver solleticato molti social media manager, che da allora hanno tirato fuori i propri (o ne hanno comprato un paio) e li hanno fissati speranzosi in attesa di una svolta acchiappa click.

eternal poptimist #mlk pic.twitter.com/NIp8Llz0U5

—popchips (@popchips),&bbsp;January 20, 2014

C’è da dire che nella pubblicità non ci sono regole, ma una cosa che dovrebbe essere ormai diventata una realtà inviolabile del settore è: nei giorni della memoria, tacete. Capito, SpaghettiOs?

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Il mese scorso, nel Martin Luther King Day, un genio della popchips ha deciso di tirare fuori un gioco di parole letale e di ri-assassinare MLK. Mi chiedo, avrà sentito il fucile fare “pop” quando il proiettile da 7,8 mm lo ha colpito alla testa?

Today is the day for dreaming. Happy MLK Day.

—ZzzQuil (@ZzzQuil), January 20, 2014

Tra quanti hanno voluto saltellare sulla tomba di MLK c'è anche ZzzQuil. Immaginate l'addetto a questo tweet, che si frega le mani nei guanti a manopola, soddisfatto per la connessione perfettamente riuscita tra diritti civili e sonniferi. I morti sognano? Lo scopriremo tutti, prima o poi.

E ora, questo scintillante status Facebook.

NON VI SENTITE COINVOLTI?

Con menti come queste all’ufficio marketing della Sony, è difficile credere alle previsioni che la danno in bancarotta nel giro di due anni.

Qui, invece, la Surf ripropone una delle sue pubblicità degli anni Cinquanta. O almeno questo è quello che credo sia accaduto. Anche se quella mamma sembra un tantino moderna.

Infine, tiro a indovinare: con questa genialata Applebee’s ha colpito il suo target esattamente nelle viscere. CACCA è un colore. CACCA non contiene alcuna “e”. CACCA è la mia risposta. CACCA.

Per chi fosse interessato ad altri esempi, c'è la pagina Facebook Condescending Corporate Brand Page.

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