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Musica

Il vampirismo dei Ninos du Brasil

Abbiamo parlato con Nico Vascellari per ripercorrere la strada che ha portato i Ninos a scrivere il loro album più scuro, passando per il rapporto con Arto Lindsay e un concerto in Uganda.
Fotografia di Marco Zanin.

I Ninos Du Brasil stanno appollaiati sui rami di un albero, illuminati da un flash. Non hanno le ali e quindi non possono lambirti la crapa, scappando dall'affronto della luce. Ma possono restar lì, chissà se a guardarti o no, sotto quelle maschere, e affascinarti, e farti paura. Spesso le foto promozionali non sono altro che ritratti; in alcuni casi, come in questo, sono adatte a trasmettere in maniera efficace le atmosfere dell'album per cui sono state create. Vida Eterna, il nuovo album dei Ninos, ha rivelato un loro lato notturno e vampiresco—la loro elettronica percussiva è sempre frenetica ed energizzante, ma sembra pucciata in una melassa nera ed evocativa. A qualche mese dalla sua uscita, abbiamo ripercorso con Nico Vascellari alcuni dei punti cardine dietro alla sua creazione.

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Noisey: Avete registrato l'album con Rocco Rampino, cioè Congorock. È stata un'improvvisata o una scelta ragionata?
Nico Vascellari: L'idea di lavorare con Rocco era nell'aria da tempo, siamo oltretutto in contatto fin da adolescenti. Quando abbiamo cominciato a chiederci su quando e come registrare il nuovo disco il suo nome è stato subito presente, dato che volevamo fare un disco più consistente dal punto di vista dei BPM e dell'elettronica, ma con un approccio più sgangherato. In fondo, i Ninos du Brasil hanno sempre fatto un manifesto della loro primordialità e del loro approccio viscerale al suono e alle percussioni.

Ti farei la stessa domanda per l'aura vampiresca che circonda le vostre nuove canzoni.
L'idea del vampirismo nasce da un analisi del momento storico in cui viviamo, sebbene Ninos Du Brasil non faccia commenti sociali o politici. Per lo meno espliciti. L'eternità è un concetto che ti piace esplorare, sia a livello musicale che figurativo?
In realtà il titolo è la traduzione in portoghese del titolo di "Life Eternal" dei Mayhem. Mi è sempre piaciuto quel testo e trovo una connessione tra il nostro disco e quelle parole. Mi affascinava il fatto che chi l'ha scritta poi si sia suicidato, e in qualche modo "vita eterna" in un contesto come quello di Ninos può fare pensare a una sorta di festa continua. Ma la vita eterna può essere anche quella dopo la morte. In fin dei conti i vampiri sono un tramite tra due mondi.

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Fotografia di Marco Zanin.

Anche se ne avrai già parlato un sacco, dobbiamo citare il pezzo con Arto Lindsay. Come lo avete conosciuto?
Lo abbiamo incontrato per la prima volta una decina d'anni fa. Io partecipavo come artista a quel festival seminale che fu il Netmage a Bologna, e in quell'occasione presentavo un video che si intitolava A Great Circle, la cui colonna sonora era fatta dal gruppo musicale con il quale suonavo al tempo, che si chiamava With Love, dove io cantavo e Nicolò—che ora è mio compagno nei Ninos—suonava la batteria. Tra gli altri artisti invitati c'era Arto Lindsay, col quale condividevamo la stanza. Il mio intervento consisteva tra le altre cose in un palcoscenico che era stato prelevato dall'XM24 di Bologna e su di questo suonavo. Arto ha visto il concerto e con enorme sorpresa, sebbene me l'avesse detto, ho visto un'intervista video in cui diceva che il live e la mia installazione era stata tra le cose più belle che avesse visto da parecchio tempo a quella parte. Da lì mi sono messo in contatto con lui, passavo la maggior parte del mio tempo a New York in quel periodo e quindi abbiamo cominciato a vederci e frequentarci. Anche con lui si parlava già da un po' di collaborare con i Ninos du Brasil.

La canzone, "Vagalumes Piralampos", ha una storia particolare nel contesto dell'album? È un episodio a sé stante?
I dischi di Ninos sono sempre concepiti come dei percorsi. Non avendo dei testi comprensibili, perché cantiamo in una lingua inventata, l'unica cosa che l'ascoltatore ha per aggrapparsi a questo viaggio sono i titoli delle canzoni. "Vagalumes Piralampos" sono due termini portoghesi per dire "lucciole". In un disco che fa delle tenebre il proprio manifesto, la presenza delle lucciole suggerisce un'idea di luminosità.

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I Ninos du Brasil stanno beneficiando, secondo te, dalla concezione di musica transnazionale che sta venendo fuori negli ultimi anni?
Non ne ho sinceramente idea. Non mi sono mai posto la domanda. C'è un interesse più forte rispetto a questo tipo di musica rispetto a quanto ce ne fosse quando abbiamo cominciato a suonare. Sta di fatto che questo è un progetto che nasce a livello teorico nel momento in cui i With Love godevano di una sorta di mini-notorietà. A quel tempo quel tipo di attenzione era per noi frustrante nel momento in cui suonavamo dal vivo. Noi concepivamo il gruppo come qualcosa che andava al di là della musica, era una forma di attivismo sociale e politico. Si potrebbe ora disquisire sul livello di profondità delle nostre idea ma sta di fatto che per noi era molto importante per esempio il fatto di parlare tra una canzone e l'altra, esprimere opinioni. Quando il gruppo ha raggiunto maggiore popolarità, dal pubblico sono cominciate ad arrivare richieste di non rompere le palle e suonare. Sono cose che comprendo ma al tempo avevamo scherzato su come allontanare quelli che venivano a vedere il gruppo solo per la musica. Così tra me e Nicolo nacque il concetto dietro ai Ninos du Brasil. L'intuizione iniziale è rimasta quella, sicuramente non tenevamo in conto nessun tipo di tendenza. Anzi, proprio leggendo la vostra recensione di Vida Eterna sono rimasto piuttosto stupito qualcuno possa pensare ad un atteggiamento furbo da parte nostra. Ninos du Brasil è un gruppo che nel corso degli anni, risulta essere sempre giusto e sbagliato allo stesso tempo.

A settembre avete suonato al Nyege Nyege Festival a Jinja, in Uganda. Cosa vi siete portati indietro da quel concerto?
Come descrivere un palco davanti alla sorgente del Nilo tra alberi popolati da scimmie in cui ci si esibisce principalmente di fronte ad un pubblico africano? Posso sicuramente affermare che è da esperienze come questa che come Ninos du Brasil troviamo stimoli e motivazioni per suonare, al di là del piacere che si prova nel divertirsi e stare con gli amici e vedere la gente che balla la tua musica. Questo festival ha dato una nuova vitalità a Ninos, ed è difficile spiegarlo senza cadere nella retorica… un approccio alla musica diverso, una ricerca costante priva di inibizioni e strategie. Segui Noisey su Instagram, YouTube e Facebook.

Le prossime date dal vivo dei Ninos du Brasil sono:

04.01 Los Angeles (USA)
05.01 Surface Tension, San Francisco (USA)
06.01 The Bunker 15th Anniversary, Elsewhere, New York (USA)
12.01 Ebullition, Bulle (Svizzera)
13.01 Pelèda Club, Vilnius (Lituania)
27.01 Nuits Fauves, Paris (Francia)
02.02 Locomotiv, Bologna (Italia)
03.02 C.s.o. Rivolta, Mestre (Italia)
10.02 TBC Athens (Grecia)
24.03 Monk, Rome (Italia)
31.03 Alice CPH, Copenhagen (Danimarca)
06.04 Rewire Festival, Den Haag (Olanda)
31.08 Atlas Electronic, Marrakech (Marocco)