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Cultura

L'industria del porno di Los Angeles contro il preservativo

Un recente provvedimento impone l'obbligo del preservativo sui set dei film porno girati a Los Angeles. Ma non tutti sono d'accordo, e un'attrice ci spiega perché.

Da quando 16 attori di film porno di Los Angeles sono risultati positivi al test per l’HIV, qualche anno fa, l’AIDS Healthcare Foundation (AHF) ha iniziato a battersi per una nuova legislazione che imponesse l'uso del preservativo sul set. Con grande sgomento da parte dell'intera scena, il provvedimento è stato approvato lo scorso mese. Abbiamo contattato la star e regista Kimberly Kane per avere un parere sulla questione.

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L’industria del porno non si era mai scontrata col virus dell’HIV sino al 2004, anno in cui Darren James si ammalò dopo aver girato un film fuori dagli Stati Uniti. L’industria per adulti, su provvedimento della AIM Healthcare, mise in quarantena ogni singolo attore che aveva lavorato con Darren James e tutte le attrici che si erano beccate il virus da lui. Io mi trovavo al quarto grado nello spettro delle possibilità di contagio. In parole povere, avevo lavorato con qualcuno che aveva lavorato con una delle donne con cui aveva lavorato James Darren. Per gli otto anni successivi non ci sono più stati problemi, probabilmente grazie alla rigida normativa sul test ogni 28 giorni. Non si può lavorare senza effettuare analisi frequenti e sicure. Non si tratta di una legge, ma di un accordo rispettato collettivamente e in linea con gli standard dell’industria. E funziona. Credo non esistano altre persone nel resto del mondo che effettuano controlli cosi frequenti come a Los Angeles. La nostra non è una comunità “ a rischio”. Statisticamente parlando, ci sono centinaia di altre comunità “a rischio” nel mondo, alcune nella stessa zona di LA.

Nel 2009, il dipartimento di Sanità Pubblica di LA e il giornale LA Times denunciarono 16 casi non segnalati di attori porno che avevano contratto l’HIV. La AIM Healthcare Foundation dichiarò che non si trattava di attori, ma di persone che avevano fatto domanda per lavorare nell’ambiente ma non avevano potuto farlo proprio a causa del risultato positivo dei test. Una prova evidente di come controlli di questo tipo abbiano contribuito a mantenere l’industria lontana dal virus.

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Il sistema adottato dalla AIM Healthcare non era perfetto, ma offriva comunque l’opportunità di avere un luogo adeguatamente attrezzato per poter svolgere questo tipo di controlli, nel quale veniva anche tenuto un database dei risultati. È andata così finché l’AHF non ha costretto il dipartimento di Sanità Pubblica ad effettuare dei controlli sulla AIM Healtcare. A causa delle spese legali, nel 2010 AIM è stata costretta a chiudere i battenti. Ora esistono diverse strutture adibite ai controlli medici, e queste dipendono tutte da un centro che non tiene alcun tipo di database. Ciò significa che in caso di un’improvvisa diffusione del virus, risulterebbe difficile mettere in quarantena o anche solo rintracciare gli interessati. In questo modo, la nostra sicurezza risulta essere molto più a rischio.

Kimberly nel ruolo dell' agente Scully in Sesso Senso.

Nel porno gay l'uso del solo preservativo è comune, ma non c'è alcun tipo di controllo medico. Se anche l’industria etero dovesse adottare questi stessi standard, gli attori si ritroverebbero in una situazione dalla sicurezza ben più precaria, dato che può accadere che un preservativo si rompa. Ora, molti attori veterani—come me, Belladonna ed altri ancora—fanno un tipo di test che si chiama RNA, che permette di individuare immediatamente la presenza di materiale genetico del virus. I risultati arrivano nel giro di 24 ore. È il test per l’HIV più avanzato che esista, costa poco ed è disponibile per tutti.

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L’AHF ha sponsorizzato questa legge pagando le persone affinché firmassero per richiederla e facendo pressione sulle autorità, piuttosto che spendere quattro milioni di dollari per un referendum. Quel che hanno ottenuto è una sanità decentralizzata e poco chiara. Ancora una volta, hanno abbassato il nostro livello di sicurezza.

L’AHF ha anche insistito perché gli attori porno venissero indicati come “dipendenti” e non più liberi professionisti, in modo da farci rientrare sotto la giurisdizione dell’Occupational Safety and Health Administration della California (l’agenzia per la tutela degli impiegati dello Stato) e adottare le stesse precauzioni richieste ai medici professionisti (che, a dirla tutta, non significa solo indossare preservativi, ma anche Dental dam, guanti, occhialetti protettivi e mascherine).

La maggior parte delle persone che lavorano nel nostro campo, lo fa per decine di compagnie diverse, e di raro capita più di una volta di lavorare con la stessa. È l'esatto contrario del dipendente, no? Oltretutto, in California (come nella maggior parte degli Stati Uniti), è illegale richiedere a un dipendente di fare un test dell’HIV.

I controlli medici hanno preservato la nostra salute e anche se in alcune circostanze molti dei miei colleghi non indossano il preservativo, nessuno si sentirebbe più sicuro indossando un profilattico piuttosto che facendo un controllo medico! Si è discusso molto delle vere ragioni dell'AHF: ottenere articoli sulle prime pagine delle testate giornalistiche? Raccolta fondi?  Sovvenzioni? Nessuno è tanto ingenuo da credere che lo facciano perché gli interessa rendere l’industria pornografica un territorio sicuro. Anzi, l’unica cosa che sono stati capaci di fare è stata proprio quella di abbassare il nostro livello di sicurezza.

Seguite Kimberly su Twitter: @KIMBERLYKANE