Ci sono organi che hanno maggiori probabilità di venire preservati dalla fossilizzazione—in particolare, quelli mineralizzati come denti e ossa—altri, al contrario, difficilmente giungono fino a noi. Gli organi di riproduzione, purtroppo, rientrano in quest'ultima categoria e, per questo, determinare il sesso di creature estinte milioni di fa, come i dinosauri, è un'impresa non da poco.Tuttavia, dopo anni di congetture, un gruppo di ricercatori coordinato dalla paleontologa Mary Schweitzer dell'università americana del North Carolina, può finalmente affermare con certezza che i resti di un Tyrannosaurus Rex rinvenuti nel Montana appartengono a una femmina. La prova schiacciante sono le uova che l'esemplare vissuto 68 milioni di anni fa trasportava dentro di sé.Dato che colpi di fortuna simili non capitano tutti i giorni, la ricerca condotta dal team pubblicata su Scientific Reports si è concentrata nell'individuare altri caratteri identificativi degli esemplari femmine, in modo da poter eseguire un raffronto con gli altri fossili di cui siamo già in possesso. La risposta si trova in un tessuto presente nel femore, chiamato osso midollare, il quale fornisce calcio utile alla formazione dei gusci delle uova—i gusci delle uova sono altri elementi che, essendo mineralizzati, hanno maggiori possibilità di diventare fossili.Gli studiosi hanno riconosciuto questo processo perché ha luogo anche negli esemplari di uccelli femmina, durante il periodo di deposizione delle uova. In particolare, la sostanza contenuta nell'osso midollare denominata keratan solfato costituisce la firma chimica attraverso cui sarà possibile suddividere gli esemplari a cui appartenevano i vari resti di T.Rex che aspettano ancora una catalogazione, in maschi e femmine. Certamente, un metodo per stabilire il sesso dei fossili decisamente meno esplicito rispetto al caso inequivocabile dell'aracnide la cui erezione è rimasta incastonata nell'ambra.