FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

La vita bizzarra e solitaria del più grande campione di scivolata sulle scarpe

Si chiama "soaping" e negli anni Novanta andava fortissimo.
Foto per gentile concessione di Ryan Jaunzemis

Ryan Jaunzemis non è andato al college perché era troppo preso a saltare su corrimano e rampe di scale con ai piedi delle Soap Shoes. Queste scarpe erano un po' il fidget spinner degli anni Novanta, ed è per questo che Jaunzemis ha passato la tarda adolescenza tra bisboccia e pseudo-notorietà in uno sport di nicchia. Ma soldi, erba e baggy jeans non erano abbastanza. Quando gli è stato vietato di divulgare una pubblicità che lo raffigurava in piscina circondato da "Soap groupies," ha mandato una mail furente a un amico.

Pubblicità

Però ha inviato per sbaglio la mail anche al suo capo, e il suo mondo è imploso.

Sono ossessionata da Jaunzemis dal 2015, quando un mio amico è capitato per caso su una compilation video dei suoi trick. E scoprire tutta la storia della sua ubris non ha fatto che accrescere la mia ammirazione: alla fine si è reinventato come pickup artist a Las Vegas, dove ancora scivola in giro tra balaustre e slot machine tra una lezione di rimorchio e l'altra.

Sogno che Harmony Korine faccia su Jauzemis uno dei suoi film in cui non si capisce nulla, ma fino a quel momento dovrò farmi bastare Soap or Die, documentario dei californiani Grey Keith e Logan Shillinglaw IV, pubblicato il mese scorso su YouTube e anch'esso non facilissimo da capire. Mentre ne segue la carriera dal football al pattinaggio al soaping fino a divenire "il dating coach più aggressivo di Las Vegas," in 21 minuti il film lascia anche ampio spazio a Jaunzemis per fare poesia sui suoi sogni. In pratica, mette insieme vecchi video pieni di Oakley e bong con lunghi soliloqui sul senso della vita, in un modo che rende impossibile capire se il soggetto sia consapevole di quello che sta dicendo.

Ho chiamato Jaunzemis per parlare del film, del soaping e della sua nuova carriera.

VICE: Mi piace questo documentario perché è pieno di dettagli biografici. Per esempio, il fatto che volevi rendere il soaping una cosa sexy.
Ryan Jaunzemis: Oltre a pattinare e fare video, stavo anche in ufficio a fare l'assistente marketing per otto dollari all'ora. Le uniche riviste in cui riuscivamo a mettere inserzioni delle Soap erano i magazine di skate come Thrasher. Io stavo cercando di piazzarne anche su Nintendo Power e Boys' Life e Playboy per aprirci a nuovi mercati—facevo anche le grafiche. Volevo che nelle pubblicità ci fossi io con due groupies vestite da cheerleader con il logo delle Soap. Volevo ambientarla in una jacuzzi, e io dovevo indossare una gran catena d'oro, super anni Novanta. Stavo cercando di creare un'immagine più hardcore. Continuavo a dire a tutti, "Il sesso vende un sacco, soprattutto agli adolescenti maschi. Dobbiamo fare pubblicità con ragazze attaccate alle mie scarpe." Ma loro non volevano saperne, dicevano che non era l'immagine che avevano in mente. Mi dicevano, "Dovresti essere contento così: passi le giornate a pattinare sulle scarpe." Poi è andato tutto a puttane.

Pubblicità
jaunzemis soap shoes pubblicità

La pubblicità che Jaunzemis ha creato per Soap prima di essere licenziato.

Com'è stato, nello specifico? Eri distrutto o, piuttosto, arrabbiato?
Uno dei primi tatuaggi che ho fatto era il logo della Soap sulla spalla. Quando mi hanno licenziato, dopo tutte le ossa e i denti che mi sono rotto per loro, non mi sentivo più così orgoglioso di rappresentarli. Quindi ho scaldato un cucchiaio e ho bruciato il tatuaggio. Pensavo che sarebbe guarito tutto, ma il dottore mi ha detto che si era creato un cheloide. Non puoi farci niente, rimarrebbe comunque deformato. Il cucchiaio era così caldo che ha bruciato la pelle, ma non ha cancellato il colore. Quindi ho dovuto prendere un asciugamano bagnato e strofinarlo. Ma ancora non è andato via del tutto. Ero mezzo sbronzo perché stavo bevendo vodka per non sentire il dolore.

Mia mamma mi ha chiesto che cazzo avessi fatto al braccio. Era nera. Ora però non si nota tanto. Ovviamente se sono in doccia con una ragazza, per dirne una, se ne accorge. Ma in quel caso posso sempre raccontare la storia, ed è figo perché così le svelo anche un lato nascosto di me.

Mi sembra un buon appiglio per passare a parlare della tua carriera da pickup artist. Come mai hai scelto questo ambito?
Ho sposato la mia fidanzatina del liceo, con cui ho avuto due figli. Quando tra noi è finita ho lanciato i dadi e sono finiti sul Nevada, quindi mi sono trasferito a Las Vegas. All'improvviso avevo 26 anni ed ero un signor nessuno. Nei giorni della Soap, da giovane, andavo agli eventi e in ogni città c'erano ragazze bellissime che venivano a cercarmi. Mi parlavano perché facevo cose fighe e c'era un minivideo di me sullo sfondo. Ero una celebrity. A Las Vegas andavo al bar e nessuno mi guardava. Pensavo, "Merda, sono vecchio, non valgo più come da giovane."

Pubblicità

E cos'hai fatto allora?
Ho cominciato a leggere tutti i libri di self-help che trovavo, sul linguaggio del corpo e la psicologia femminile, la biologia e l'evoluzione. In pratica perché alcuni ragazzi rimorchiano e altri no. E così ho creato uno schema grazie al quale riuscivo a portare a casa due/tre ragazze a settimana. Allora tutti i miei amici hanno cominciato a chiedermi come facessi, e io ho risposto che avevo un metodo. Ho cominciato a fare dei PowerPoint per mostrare loro come fare, e loro mi hanno consigliato di farmi pagare per insegnare. Ho creato un gruppo su Meetup.com e, una cosa tira l'altra, sono finito a fare un tour di 22 città con Badboy, un pickup artist.

Cos'hai imparato?
Prima attaccavo bottone a caso, ma i pickup artist usano i cosiddetti opener. Non sono necessariamente battute da rimorchio, sono cose tipo andare da un gruppo di ragazze e dire, "Ragazze, molto velocemente, sto facendo un sondaggio per YouTube. Se aveste la vostra isola privata, cosa ci fareste?" Risponderanno, "Fumerei erba," o "Costruirei un'amaca." Ma se una risponde, "Scoperei," sai che le interessi.

Mmm. Com'è la scena dei pickup artist, oggi? Mi pare che stia andando a finire come quella delle Soap…
Non è più così forte, dal vivo, per colpa di YouTube. Nel 2012, per esempio, non c'erano così tanti canali. Nel 2006 dovevi pagare migliaia di dollari per fare delle lezioni, ma ora riesci ad avere tutte le informazioni gratis. Non devi nemmeno più andare alle conferenze. Ora quello che cerco di insegnare agli uomini è di essere i migliori esseri umani possibili, in modo da attrarre le donne migliori possibili. So tutta la teoria, ma ho anche esperienza pratica. Sono stato con così tante donne che posso insegnare come fare. Sono passato dall'essere sovrappeso ad avere gli addominali scolpiti. Conosco i segreti del dimagrimento. Ho pubblicato il libro Unlimited Wealth, che insegna a fare soldi da più parti. Faccio libri e compilation, quindi guadagno anche mentre dormo perché ho cose su iTunes e YouTube. E ora Soap or Die uscirà in VHS, creandomi un'altra fonte di reddito.

Sei uno che ha fatto dei trend del momento la sua vita. Qual è il prossimo?
Ora mi sono dato all'ultrarunning, con distanze di 80-100 chilometri. Ne hai sentito parlare? È dura.

Dio mio. A proposito, cosa succederà quando finirai le Soap? Non ne fanno più…
Ne ho ancora sette paia. Una l'ho comprata di recente, una versione speciale che mi è costata 200 dollari su eBay e si è disfatta appena l'ho provata. Che rabbia. Comunque, le altre vanno ancora bene.

Segui Allie Conti su Twitter .