Oh che bella settimana! O quante cose belle! Nulla di brutto è successo in questi giorni. Ahem, no, non è vero, se non fosse successo nulla di brutto non faremmo pure quell'altra rubrica lì di cose brutte. Però vabé, intanto facciamo finta di nulla e concentriamoci su quelle belle, dai. Ecco quindi cosa il destino ci ha concesso che accadesse durante questa settimana della nostra vita.Ommioddio, ommioddio, ommioddio, ogni volta che fanno un disco nuovo ci sono un sacco di dodicenni intrappolati nei corpi di persone trentenni che si mettono a piangere come disperati, specie se Chino e compari continuano a fare lavori dal contenuto emozionale così travolgente. Qualcuno dovrebbe spiegarci come siano riusciti questi qua ad attraversare il nu metal, l'emo, il postcore e a essere ancora così in forma nonostante il chugga-chugga delle chitarre e le smielate alla Cure delle melodie siano praticamente sempre le stesse di "Be Quiet And Drive". Non si sa come, ma mettono quasi tutti d'accordo. Probabilmente piacciono persino a Birsa.L'autore di Fiorucci Made Me Hardcore ha fatto un'ospitata sulla famosa radio inglese confezionando quello per cui è famoso: un mix di suoni uk hardcore d'antan filtrati da memorie energetiche, distanze psicologiche, droghe sintetiche e dal caos sonoro dello spazio urbano, in cui gli echi di notti e giornate passate a perdersi si mescolano in una coralità eterna. Insomma, è andato in radio e ha messo un sacco di roba rave old school, ma ai vecchi drogati torneranno su un sacco di energy flash. Non che la cosa ci riguardi, però bella lì.Magari non tutti amano la regione Veneto come chi ci ha preso le migliori e peggiori sbronze della propria vita e ci ha trovato la gente più genuina che conosca. Ma quando la Maple Death records diJonathan Clancyha annunciato l’album di debutto diKrano, da Valdobbiadene, già in Vermillion Sands, La Piramide di Sangue e Movie Star Junkies, la mia testa ha fatto bum. Posso dire tranquillamente che sia tra i dischi italiani che ho atteso con più impazienza negli ultimi anni. Aperto dal singolo “Mi e Ti”,Requiescat In Plavemti culla con ballate folk strappalacrime, cowpunk ubriaco, honky tonk tutto storto, e le storie tragicomiche di Krano raccontate in stretto dialetto veneto, prima di concludersi in un picco onirico degno di un Brian Wilson dopo tredici graspe (sic). Un disco simile, per impostazione, aOardi Skip Spence, scritto e suonato in isolamento, di un’intimità disarmante, sull’orlo della crisi di nervi. Sarebbe stato destinato a perdersi nel nulla, ma è stato salvato dall’oblio grazie a un’etichetta illuminata.
Deftones - Gore
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Il guest mix di Mark Leckey su NTS
KRANO - Requiescat In Plavem - Maple Death
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Mount Kimbie - "Jupiter"
Ogni tanto pure i "grandi" si divertono coi giocattoli dei "piccoli". Questo pezzo, infatti è stato realizzato dai Mount Kimbie con la library di campioni messa a disposizione da Converse Rubber Tracks e messo direttamente online dal suo, è a suo modo una piccola perla di piatti jazzati, accordi rilassati e fiati digitalizzati.