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Musica

Jennifer Lopez potrebbe essere il leader femminista di cui abbiamo bisogno

Chi l'avrebbe mai detto che il video più femminista degli ultimi tempi sarebbe arrivato da Jenny From The Block?

Jennifer Lopez, almeno fino ad oggi, vi sarà sembrata una tipa un po' frivola, anche se è un affascinante e splendido individuo dell'universo pop. Invece, a parte essere un'icona femminile di tutto rispetto, una donna portoricana che ha lavorato duro per farsi un nome, è una che ha ispirato un sacco di altre donne con la propria tenacia. Nonostante ciò, J.Lo non ha ancora rilasciato nessuna dichiarazione esplicita di femminismo con la propria musica. Conosciamo tutti benissimo i suoi pensieri sulla pericolosa relazione amore-soldi, sappiamo che è e resterà sempre Jenny From The Block, e se da una parte è stata decisiva nell'accorciare le distanze tra l'R&B e il pop, non si è mai azzardata a usare quel mezzo per dire nulla di decisivo sulla parità o disparità dei sessi e su come il corpo delle donne è bistrattato dall'industria dello spettacolo.

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Come le Beyoncé e le Ke$ha, J.Lo non è mai stata propriamente un'icona del femminismo, almeno stando ai suoi successi discografici. Questo non vuol dire che sia un'anti-femminista, diamo per scontato che sia un modello per le donne e che abbia patrocinato indirettamente la causa, solo che non si è mai proposta con forza come guida femminista. Con il suo ultimo video per il brano "I Luh Ya Papi", però, ha fatto finalmente qualcosa che molte altre popstar hanno tentato di fare inutilmente: ha capito a pieno lo spirito del femminismo. Tra tutte le super star che hanno provato, negli ultimi tempi, a dire la propria sulla misogninia nel pop, non mi sarei mai aspettata che proprio Jennifer avrebbe fatto centro. E lo fa pure sembrare così facile. Vediamo perché:

Sentiamo ancora echi della hit di Lily Allen "Hard Out Here", con quel video malriuscito, sentiamo gli echi anche di quel sermone femminista che è "Flawless" di Beyoncé, ok, ma "I Luh Ya Papi" riesce nell'intento con semplicità: perché non iniziamo a fare video in cui anche l'uomo è trattato come oggetto? E, attenzione, non ho niente contro "Hard Out Here" o "Flawless", entrambe le canzoni hanno un messaggio condivisibile, solo che "Hard Out Here" può essere un po' complessa da digerire per il suo tono supponente, mentre "Flawless" magari è un po' troppo fredda, una specie di sovra-intellettualizzazione del femminismo. Invece "I Luh Ya Papi" è spensierata, semplice, e si rapporta alla questione nella maniera più naturale.

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Il video, come ogni video di J.Lo che si rispetti, inizia con uno skit (bei tempi quelli in cui gli skit stavano pure negli album!) che è pressapoco così: Jenny sta seduta a sandwich tra le sue due best friend forever, con un regista che racconta alle ragazze i suoi progetti per il video di "I Luh Ya Papi". Le sue idee del cazzo vanno da un parco acquatico alla fiera di paese allo zoo e sono tutte inoffensive e un po' naif. Le amiche di Jenny ridacchiano tutto il tempo, incredule, bocciando una ad una le idee del regista, finché una di loro sbotta: "se Jennifer fosse un ragazzo non avremmo mai avuto una conversazione del genere". No, infatti. Anche perché nessuno avrebbe pensato a video così cretini per un uomo. E così inizia il discorso su cos'è previsto dall'industria musicale per l'uomo e cosa per la donna. Se i ragazzi possono comportarsi così, perché le ragazze no?

Il dialogo tra le amiche di Jennifer continua: "perché gli uomini usano donne-oggetto in ogni cazzo di video? Perché non si può fare il contrario?" e mentre arriviamo alla prima scena del video immaginato dalle tre ragazze, il dialogo ci lascia con la frase: "potrebbe iniziare con lei distesa sul letto e un po' di ragazzi nudi intorno… Così, a caso." e via a ghignarsela. E infatti eccola lì: J.Lo sul lettone, con un outfit che ci ricorda vagamente il suo vestito ai Grammy, circondata da maschioni mezzi nudi su tutto il letto e sulle sedie circostanti. Così, a caso! Questo è l'incubo peggiore di Robin Thicke.

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La festa continua a bordo piscina, con le tre moschettiere che fotografano tipi a petto nudo, che sembrano messi lì apposta per la gioia dei loro occhi. Una delle cose che più mi piacciono di questo video è il fatto che le donne nella posizione di potere non sono meno sexy di quanto lo sarebbero in un video rap: la differenza è che hanno il pieno controllo della propria sessualità, di quella maschile e di come entrambe si percepiscono nel quadro generale. Questo è forse l'elemento più importante di tutto il video, non c'è alcuna variazione della sessualità femminile, non è resa più modesta, c'è semplicemente un'inversione di ruoli delicatissima. Cazzo, perché non ci hanno già pensato prima?

Il rovescio della medaglia è più evidente quando le ragazze voltano la testa nello stesso momento verso un palestrato mezzo nudo che sta lavando una macchina, chiaramente il calco di una serie di scene tradizionalmente vissute al contrario. La semplice verità è che, come i ragazzi amano vedere donne mezze nude insaponate che lavano la macchina, lo stesso vale per le ragazze. Almeno, per me vale eccome. E poi, saltando di palo in frasca, quei calzoncini e camicia di jeans sono una cosa incredibile, e dovrebbero essere nel look primavera-estate 2014 di ogni donna cazzuta che si rispetti.

C'è un umorismo ben preciso che percorre tutto il video di "I Luh Ya Papi", dato che luoghi comuni come gioielli, feste in barca, versamenti di champagne su corpi ignudi sono usati in un modo provocatorio ma sempre super ironico. E chi l'avrebbe mai detto che proprio Jennifer Lopez sarebbe stata in grado di riassumere in maniera così tagliente il fatto che ci siamo rotti le palle di questa rappresentazione delle donne nei video musicali?

Quando finisce l'excursus immaginario del video, torniamo alla realtà e alle ragazze che stanno ancora confabulando. Una delle amiche dichiara: "e poi noi faremo quelle attorno a te che non fanno NULLA!", un luogo comune che ho visto più e più volte nei video musicali maschili. Almeno per quanto mi riguarda questo è davvero un bel colpo. E poi è così difficile vedere ragazze che si spalleggiano in questo modo, facendo lavoro di squadra. Spesso ci imbastiscono di immagini di ragazze che competono per l'attenzione dell'uomo, o per qualche altra stronzata, facendo le stronze, parlandosi alle spalle e lamentandosi l'una dell'altra. Ecco che qui, invece, in un raro raggio di luce nei canoni della pop music, "I Luh Ya Papi" ci mostra tre ragazze che, come di solito fanno i ragazzi, sono in sintonia e giocano nella stessa squadra.