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Medici senza frontiere

Questo gruppo di volontari disegna le mappe delle zone “dimenticate” del mondo

L'iniziativa Missing Map fornisce ai volontari sul campo e agli abitanti del posto preziosissime mappe di alcune delle aree più remote del mondo. Le mappe sono create da volontari e controllate dalla squadra che ha lanciato il progetto.
Immagine via Wikimedia Commons / Craig Mayhew e Robert Simmon, NASA GSFC.

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Giovedì scorso, decine di appassionati di cartografia si sono incontrati per disegnare una 'mappa collettiva' di una zona estesa dell'Uganda, usando le immagini satellitari e i dati raccolti dalle squadre sul campo.

Uno sforzo grafico congiunto con un obiettivo umanitario: facilitare le attività di Medici Senza Frontiere nella zone meno mappate del pianeta.

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L'evento Mapathon, che si è tenuto in un centralissimo albergo di Parigi e ha coinvolto 60 volontari appassionati, è stato organizzato dal progetto Missing Maps.

Missing Maps, fondata dalla Croce Rossa americana e britannica, dall'Humanitarian OneStreetMap Team e da Medici Senza Frontiere (MSF), ha come obiettivo la mappatura "dei luoghi più vulnerabili dei paesi in via di sviluppo" per aiutare le ONG e gli individui che hanno a che fare con "le crisi in quelle aree.

Durante l'evento, durato tre ore, i cartografi amatoriali sono riusciti a individuare "più di 4.000 edifici e quasi 170 chilometri di strade," come annunciato dagli organizzatori.

Due giorni prima, i volontari si erano riuniti in un'ex distilleria di whiskey a Glasgow, in Scozia, per mappare alcune zone residenziali e diverse strade dalla provincia del Kivu Sud, nella Repubblica Democratica del Congo.

Plus de 60 personnes présentes chez @mozilla pr ce #mapathon ! Objectif cartographier une zone en #Ouganda pic.twitter.com/Pa9tSc2ihf

— MSF France (@MSF_france) 11 Février 2016

L'iniziativa Missing Maps è nata un giorno di novembre del 2014. Da allora, fornisce ai volontari e agli abitanti locali delle mappe preziosissime di alcune delle zone più remote del paese. Le mappe sono create da volontari e poi controllate dal team che ha lanciato il progetto.

"L'idea ci è venuta dopo un lungo dibattito tra i dirigenti delle ONG," ha spiegato l'ingegnere Dale Kunce, uno dei fondatori del progetto. Kunce, un dipendente della Croce Rossa negli Stati Uniti, coordina molte delle iniziative di mappatura online attualmente in corso.

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"Presto avremo più di 7.000 collaboratori volontari," ha detto a VICE News. "Il progetto sta davvero prendendo slancio."

Infografica via Missing Maps.

Il progetto funziona in maniera abbastanza semplice. Per rispondere alla richiesta di una ONG per una mappa specifica, i volontari analizzano le immagini satellitari - che reperiscono gratuitamente online - per determinare la posizione di edifici, strade e monumenti. Le immagini degli edifici che sono stati appena aggiunti a una mappa sono poi trasmesse in tempo reale.

Quando le informazioni sono state verificate dalle squadre sul campo, viene pubblicata online una mappa gratuita e senza licenze.

Volontari della Croce Rossa americana individuano punti d'accesso all'acqua in Sud Africa per prevenire il rischio di incendi. (Foto di Daniel Joseph/American Red Cross)

Immmagine via Missing Maps.

"Le squadre sul campo raccolgono i nomi delle strade, la funzione degli edifici — in breve, tutto quello che non si vede dal cielo," ha spiegato Kunce.

"Sono già stati mappati più di due milioni di edifici. Vuol dire che abbiamo posizionato sulla mappa circa 14 milioni di persone."

Delle 1.504 richieste di mappe presenti sul sito internet del progetto, molte riguardano l'Africa, continente che è stato escluso dalla iniziative di mappatura globale intraprese dalle grandi compagnie come Google.

"Disegnare la mappa del mondo è una missione molto difficile," ha affermato Kunce. "Ecco perché abbiamo diversi partner, e ne stiamo cercando altri."

Una mappa che mostra i pozzi d'acqua in Ecuador, una mappa di tutti i villaggi che circondano i vulcani più attivi dell'Indonesia, una mappa delle strade e delle infrastrutture dell'Africa occidentale usate nella lotta contro l'Ebola: le richieste sono varie, ma hanno tutte l'obiettivo di proteggere gli abitanti del posto.

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Tra le richieste più frequenti c'è la mappatura dei campi per rifugiati, tra cui il campo Nyarugusu in Tanzania. Negli ultimi mesi sono passate dal campo più di 80.000 persone che fuggivano dall'instabilità politica del vicino Burundi.

Una mappa del campo Nyarugusu via OpenStreetMap.

"Il Mapathon di giovedì aiuterà le nostre missioni," ha spiegato Anne-Sophie Nardari, che coordina i progetti digitali di MSF. "Abbiamo pianificato una campagna di screening per HIV, tubercolosi e malaria nella regione dei grandi laghi in Uganda. Ma il problema era che non sapevamo esattamente quante persone vivessero in quella zona," ha detto.

"Grazie a queste nuove mappe, saremo in grado di moltiplicare in numero di case registrate per un numero medio di abitanti, in modo da pianificare meglio il nostro intervento."

I mappatori condividono regolarmente su Twitter incoraggiamenti e scoperte importanti.

This day is not off to a good start but mapping buildings on my coffee break is strangely therapeutic. #missingmaps #hotosm

— Aga Kreglewska (@NomadicAga) 4 Février 2016

"È un metodo divertente che piace alle persone, e soprattutto, ci aiuta a ottimizzare le missioni, quindi continueremo senza dubbio a usarlo," ha detto Nardari, che spera che l'iniziativa possa attrarre "una comunità di collaboratori abituali."

Kunce spera di reclutare nuovi partner. "È una piattaforma gratuita, e saremmo davvero lieti di lavorare con altre ONG, o anche con dei governi, se ne avessero bisogno."

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Fino alla fine di marzo, sono in programma altri dodici Missing Map Mapathon in Europa e negli Stati Uniti.

"Diciotto mesi fa, si trattava solo di alcuni eventi isolati. Ora ce ne sono così tanti in tutto il mondo che non riesco a stare dietro a ogni singolo evento," ha detto Kunce.

"Cercheremo di rendere il sistema ancora più accessibile, così le persone potranno aggiornare le mappe appena hanno un po' di tempo libero," ha detto.


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Immagine via Wikimedia Commons / Craig Mayhew and Robert Simmon, NASA GSFC.