FYI.

This story is over 5 years old.

Poltronette

I giorni dell'orrore di Bobcat Goldthwait

Va bene provocare, va bene la dark comedy, ma forse God Bless America non merita tutte quelle foto di copertina su Facebook.

Non avevo idea che Bobcat Goldthwait avesse raggiunto una placida notorietà finché non ho visto Facebook costellarsi di foto di copertina con God Bless America, quel suo ultimo film che a giudicare dagli entusiasmi sembrerebbe distribuito in Italia, e invece no.

D'altra parte, bene così: se World's Greatest Dad, il penultimo film di Goldthwait, non aveva avuto diritto di distribuzione (e ingiustamente) in ampie porzioni d'Europa, God Bless America di certo non lo merita per via di qualche stronzo su Facebook.

Pubblicità

Ma facciamo un passo indietro. Bobcat Goldthwait (vero nome “Robert”) si forma innanzitutto come comico, ed è ricordato, tra le altre cose, per non essersi mai scollato di dosso il personaggio che interpretava in Scuola di polizia. All'inizio degli anni Novanta decide di affiancare ai doppiaggi e alle particine un film scritto, diretto e interpretato da lui. Si intitola Shakes the clown, io l'ho visto, e non ho intenzione di parlarne, perché ripercorrerlo mentalmente implicherebbe riportare urla inconsequenziali di clown e un cameo di Robin Williams che fa il mimo (tuttavia sequenza migliore del film). Comunque si può vedere qui. Shakes the clown costa poco meno di un milione e mezzo, incassa poco più di centomila dollari, e in quel momento Bobcat Goldthwait decide di non dirigere per un po'.

Fino al 2006, quando Goldthwait capisce che il tragicomico individuale e controverso ha un potenziale superiore a pagliacci che si fanno scorrettezze sullo sfondo di Nessuna Sceneggiatura. È l'anno di Sleeping dogs lie, la cui premessa è: all'università, durante una serata solitaria, una ragazza ha gratificato oralmente il proprio cane. Ora, ad anni di distanza, deve ammetterlo al futuro sposo. In pratica, l'antefatto quirky dovrebbe dare adito a una serie di equivoci, situazioni buffe, e all'amara ammissione che, alla fine, mentire rende la vita più semplice; invece, l'intera sceneggiatura è inspiegabilmente sviluppata in maniera drammatica, priva di personaggi che abbiano più di un paio di uscite comiche, e non consente a Goldthwait di fregiarsi del titolo di re della dark comedy, cosa che invece farà –

Pubblicità

– nel 2009, con World's Greatest Dad, in cui mette in scena l'amico Robin Williams (ricordiamo che era un mimo qualche paragrafo più su) e gli dà in mano una sceneggiatura in cui vuole fare Todd Solondz ma senza mantenerne rigore e integrità. La premessa di “storia cupa che sarà svolta in maniera brillante” è la medesima di Sleeping Dogs Lie: professore di liceo disilluso ha un figlio unanimemente detestato e detestabile che si strangola masturbandosi; il professore lo fa passare per un suicidio e cerca di realizzare il proprio fallimento di scrittore spacciando ciò che scrive per un diario del figlio. World's Greatest Dad ha coinciso con il momento in cui si pensava che il futuro di Goldthwait, continuando con un cast simile, avrebbe potuto maturare in una creatura coerente, cupa, e priva dei compromessi che il film, purtroppo, mostrava ancora (un finale estremamente concessivo, personaggi di contorno estremamente stereotipati). E invece poi uno guarda i suoi vecchi stand-up e capisce che illudersi è stato bello, ma l'impatto con la realtà è scrostarsi le braccia contro un muro di ghiaia:

Infatti, ecco God Bless America.

Il film è un rantolo inacidito contro la cultura pop ed è noto soprattutto per la seguente citazione:

That’s who we should kill next: Diablo Cody. Fuck her for writing that movie. She is the only stripper who suffers from too much self esteem. She's encouraging teen pregnancy. Her storylines and characters are for shit and she’s just so excited to throw every funny line she’s ever heard into every scene that she makes teenage girls look like cutesy assholes from a dirty Dr. Seuss book, ‘Horton hears a star bellied queef… blah?'”

Pubblicità

Diablo Cody se l'è presa e ha detto che è molto triste venire criticati da persone che si ammirano e si ritengono vicine alla propria sensibilità.

In effetti, non solo God Bless America è molto simile allo stile di Juno nello scegliere situazioni scomode e borderline, non solo per molti versi coincide con Juno (per quanto, ahinoi, sia tecnicamente molto inferiore), ma Goldthwait, per centrare il bersaglio, fa leva su un elemento a cui nemmeno E! TV si appiglia più: parlare del fatto che Diablo Cody è stata una spogliarellista.

Per quanto anche in God Bless America, come nel film dei pompini ai cani, ci sia uno spunto interessante (i personaggi, poiché usano la stessa violenza usata dai prodotti che loro deprecano, sono destinati a fallire), il film è ancora una volta sviluppato in maniera non-comica e, stavolta, addirittura supponente: il fastidio per certa cultura pop diminuisce man mano che aumenta il fastidio per il film. Ahi, Shakes, pagliaccio ubriacone privo di pretese, quanta nostalgia!

Poco più di un mese fa, uno scrittore, Paulo Coelho, ha esclamato: “Joyce danneggia la letteratura” dal suo pulpito incastonato di escrementi. Allo stesso modo, Goldthwait attacca i reality, la *stupidità*, la gente che parla al cinema, Diablo Cody; è un cane che abbaia al postino, aggredisce senza giustificazione, senza cognizione di causa. Raggruppa “cose fastidiose pop” e “cose fastidiose indie”, così da non rischiare di venire raggruppato in nessuna delle due categorie. Fallisce, sbraita, ed eccolo che spopola su Facebook. Comunque, James Joyce non è i reality, e Paulo Coelho non ha mai scritto almeno World's Greatest Dad.