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Buongiorno peccatori... con Warren Ellis

Il futuro risorge dal mondo dei morti

La fantascienza è morta, o ha soltanto cambiato forma?

Immagine di Marta Parszeniew

Benvenuti sulla nuova rubrica di Warren Ellis, pluripremiato autore di fumetti, romanzi e serie tv. In questa rubrica, Warren prenderà spunto da notizie recenti per trasformarle in visioni su un futuro più o meno prossimo con un livello di accuratezza che si aggira intorno al 99 percento.

BUONGIORNO PECCATORI #2 - IL FUTURO RISORGE DAL MONDO DEI MORTI

Nell’ultimo film di fantascienza che ho visto, un paio di settimane fa, c’è una scena divertente in cui una donna cerca far funzionare la sua automobile. La macchina si apre con il riconoscimento delle impronte digitali invece che con una normale chiusura centralizzata, sicché la proprietaria si ritrova a passare un mezzo minuto abbondante a premere la mano a palmo aperto sul finestrino, cercando di fare in modo che il maledetto aggeggio riconosca la sua impronta e apra la macchina. Alla fine, l’auto cede e la lascia salire.

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Secondo inghippo, deve far partire la macchina. Non c’è la chiave, capite? Il sistema di guida usa il riconoscimento facciale per fare avviare il motore, proprio come qualche cellulare Android dei tempi nostri che si sblocca quando “vede” la faccia del proprietario. Comunque, viene fuori che il giorno in cui ha impostato il sistema di riconoscimento facciale, la donna aveva un velo di ombretto e di lucidalabbra. Dal momento che il sistema non riconosce la faccia acqua e sapone di quel giorno d’estate, la donna è costretta a rovistare nel vano sotto il bracciolo per pescare un po’ di lucidalabbra e un po’ di ombretto, e riprovare. Il tutto, solo per avviare l’auto.

Il futuro è così. Esistono processi per bypassare qualsiasi cosa, perché ben poco funziona a tutti gli effetti.

E questo non è un argomento su cui la fantascienza si sofferma troppo. Infatti, quello che ho visto non era un film di fantascienza tradizionale, ma design fiction. S’intitola A Digital Tomorrow, ed è prodotto da Nicolas Nova del Near Future Laboratory e dai suoi colleghi del Media Design Program di Pasadena.

Una design fiction è un breve video, solitamente derivato dal campo dell'Interfaccia Utente, creato per illustrare possibili conformazioni del futuro nello spazio socio-tecnologico. Letteralmente, una fiction sul design. È questo il campo d’azione attuale della fantascienza.

La fantascienza sta attraversando un momento difficile, e non da ieri. Il presente si sviluppa troppo in fretta perché il futuro più prossimo di cui si occupa una certa fantascienza possa rimanere tale nel momento in cui un’opera viene data alle stampe. I tempi di pubblicazione possono facilmente rendere un concetto all'antica prima ancora che sia stampato. Così, sembra che quest'ambito sia stato quasi abbandonato, e a meno che non siate dei neofili alla Charlie Stross o Cory Doctorow, o scrittori come Lauren Beukes, non vorrete certamente avventurarvici.

Di conseguenza, da più parti si è cominciato a parlare di morte della fantascienza, e della scomparsa di opere socialmente utili che parlino di quello che potrebbe essere il domani o dell'assenza di pertinenza e personaggi narrabili. Del resto, la fantascienza—che per molti aspetti si è rivelata il paziente mentalmente instabile del modernismo—raramente ha prodotto grandi personaggi o grandi opere d’arte. Provate a sfogliare un qualunque libro dei “grandi maestri” e, generalmente, troverete sei trame che si intrecciano in cerca di un vero protagonista.

Da un certo punto di vista, però, l’Interfaccia Utente è un grande passo avanti per quanto riguarda i personaggi. Per quanto riguarda le persone. E, come in A Digital Tomorrow, fornisce sia speculazioni che critiche sul prossimo Nuovo Normale. Inoltre, molto di tutto ciò ha l’autentico brivido dello strambo, quello che dovevano avere i vecchi episodi in bianco e nero di Doctor Who con i Cyberman che vagavano per l’East London. Il Male che opera nello spazio del Reale. Esattamente come dovrebbe funzionare la fantascienza.

È facile credere che la fantascienza sia morta. È difficile trovarla nelle librerie, i cinema spacciano favolette sotto il suo nome, e quella che passa in televisione non è affatto meglio, quando c'è. Eppure, quel che emerge da questa analisi è che la fantascienza è viva, creata negli uffici delle persone che per lavoro costruiscono realmente il futuro prossimo. Il che, come nella migliore fantascienza, è una cosa che non avreste potuto prevedere.

La scorsa settimana: Stamparsi un cazzo nuovo