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Cosa sappiamo finora sulla sparatoria razzista a Macerata

Luca Traini—candidato con la Lega Nord di Corridonia nel 2017—ha aperto il fuoco contro alcuni stranieri, ferendone sei.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Il momento dell'arresto di Luca Traini. Foto via Twitter.

Verso le 11 di questa mattina, un annuncio postato sulla pagina Facebook del Comune di Macerata invitava i cittadini a “rimanere chiusi nelle case, nei luoghi di lavoro e nelle scuole a causa di una situazione di pericolo che si è venuta a creare in città, dovuta a un uomo armato.”

Quest’ultimo, a bordo di un’Alfa 147, aveva iniziato a sparare vicino alla stazione, in via dei Velini e in via Spalato—le stesse zone, riportano le cronache, in cui abitava “il presunto colpevole del delitto della ragazza fatti a pezzi” (Pamela Mastropietro) e che è stata ritrovata il 31 gennaio 2018.

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Sei persone, tutte di origine straniera, sono rimaste ferite; uno, il più grave, è stato portato in sala operatoria. Alcuni proiettili hanno raggiunto la sede del Partito Democratico di Macerata.

Dopo più di un’ora di ricerca serrata, le forze dell’ordine hanno fermato lo sparatore di fronte al Monumento dei Caduti. L’uomo è sceso dall’auto avvolto da un tricolore e, una volta salito sui gradini avrebbe urlato “l’Italia agli italiani” facendo anche un saluto romano. Sull’auto sono state ritrovate la pistola, una tuta mimetica, appunti a penna e bottiglie d’acqua.

L’uomo non ha opposto resistenza, e anzi ha ammesso subito le sue responsabilità.

In seguito all’arresto è stato reso noto il nome dell’aggressore: Luca Traini, 29 anni, secondo i quotidiani “vicino agli ambienti dell’estrema destra.” Alle comunali del 2017 a Corridonia (provincia di Macerata), Traini è stato candidato con la Lega Nord—raccogliendo però zero preferenze.

La segretaria della Lega Nord di Macerata, Maria Letizia Marino, ha dichiarato a Radio Capital che Traini “ha frequentato la nostra sede per un po' di tempo e non aveva mai manifestato opinioni razziste.”

Francesco Clerico, titolare della palestra Robbys di Tolentino, ha però affermato che Traini era stato cacciato dalla palestra lo scorso ottobre perché "aveva atteggiamenti sempre più estremisti, faceva il saluto romano e battute razziste." Da tempo, aggiunge Clerico, "so che aveva una pistola."

Sull’episodio è intervenuto anche Matteo Salvini, che nel corso di un appuntamento della campagna elettorale, ha detto: “Chiunque spari è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle. Poi è chiaro ed evidente che un'immigrazione fuori controllo, un'invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale.”

Solo qualche giorno fa, riferendosi all’omicidio di Mastropietro, Matteo Salvini aveva accusato “la sinistra” di “avere le mani sporche di sangue.”

La sezione romana di Forza Nuova ha espresso solidarietà a Traini. "Questo succede quando i cittadini si sentono soli e traditi, quando il popolo vive nel terrore e lo Stato pensa solo a reprimere i patrioti e a difendere gli interessi dell'immigrazione," si legge in una nota. "Mettiamo a disposizione i nostri riferimenti per pagare le spese legali di Luca, a non farlo sentire solo e a non abbandonarlo."

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