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I #bimbiminkia voterebbero Obama

#GoodLuckObamaFromItaly: i fan di Justin Bieber hanno un'insana passione per Barack Obama.

Quattro anni fa, quando Barack Obama corse per la prima volta per la presidenza, mia sorella minore aveva 13 anni e iniziò di colpo a desiderare ardentemente una maglietta con l'icona sacra di Obama by Shephard Fairey. Da bravo fratello maggiore pignolo e palloso, incapace di resistere alla prospettiva di un distruttivo predicozzo, ho cercato di capire cosa fosse ad attrarre lei e (mi pare) un altro paio di sue amiche verso quel personaggio in particolare, per cui professavano una stima totale. Quello che mi stupiva non era tanto la già evidente condizione di popstar dell'allora senatore dell'Illinois, quanto il fatto che fosse arrivato a interessare anche delle ragazzine così giovani, così palesemente fuori dal target audience medio. È indubbio che l'iconografia creata da quella campagna elettorale abbia contagiato  gente che né conosceva né era direttamente interessata alla politica USA a livelli da ultima frontiera del qualunquismo politico (peggio c'è solo il M5S) ma, appunto, mi sbigottiva il fatto che fosse arrivata a infervorare anche delle adoratrici dei Tokio Hotel cresciute in uno dei più pallosi bucidiculo d'Italia. Chiaramente non sono riuscito a cavarne una spiegazione plausibile: a quell'età gli inviti alla riflessione di solito generano solo un paio di vaffanculo.

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Passato un intero termine di governo, il fenomeno mi si è ripresentato in forma più consistente, portandomi a pensare che ci sia qualcosa nei bimbiminkia italiani che li porta ad apprezzare tantissimo la figura di Barack Obama. Qualcuno magari l'avrà già visto: #GoodLuckObamaFromItalyè un hashtag nato oggi e subito salito al rango di trending topic, una boiata a caso tra le innumerevoli boiate a caso che ci sono sull'internet. Ecco, la cosa in sè si presenta già come poco intelligente, ma non mi aspettavo che il tono generale dei tweet fosse questo:

I più accaniti fan Italiani di Barack, quindi, sono gli/le stessi/e che si tirano pugnette e capocciate in quegli hashtag su One Direction e Justin Bieber che ogni tanto vedete comparire tra i trending topic e di cui difficilmente arrivo a capire mezza parola. L'età media si aggira intorno ai 14 anni. Ecco qualche variazione sul tema.

Notare il capolavoro del Bieber italiano: Il vero Bieber, Canadese, se ne fotte altamente del presidente degli Stati Uniti. Ciò non toglie che Obama, comunque, sia uno di loro: membro del pantheon che gli accanitissimi Belieber (e Directioner) venerano e rispettano, oltre che fedele a sua volta. Ovviamente i più accaniti si sono dati il nome di Baracker, anche se questa fortunatamente ha l'aria di essere una presa per il culo da parte di qualcuno che ha tratto le mie stesse conclusioni.

Sopra ogni cosa, speriamo che non vinca RONNIE.

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Poi ci sono quelle serie, che si scagliano contro questo trend insulso, confermando comunque che si tratta di una roba da infanti.

Il livore della seconda, però, pare più motivato dal suo essere fan di Britney Spears e Rihanna, e non dei One Direction. Ci sono, comunque, anche molti casi in cui sembra che i partecipanti a questa maratona di acne non si augurino affatto che Obama resti alla sala ovale. Anzi, se perde magari lo portiamo qua che ce n'è bisogno.

Una fine metafora da attenti appassionati di politica, da leggersi come intelligente critica nei confronti della classe politica italiana. In ultima analisi, l'idea che si può trarre da tutto questo è che gli adolescenti Italiani abbiano già incamerato perfettamente il modo in cui da queste parti si vive la politica, seppure proiettandoli su un personaggio americano. Iniziano già a credere nel potere della chiacchiera, potentissimo attrezzo di attività politica, costruttivo ed efficace, e a riversare tutte le loro speranze, i loro desideri, oltre che meriti o demeriti dello stato di cose, su un solo personaggio, un gigantesco messia pop che ha sempre ragione, venuto a pulirgli il culo e portargli fuori la spazzatura. Un santo disponibile all'uso e all'abuso, secondo quel modello incarnato anche da Gesù, Mussolini e Berlusconi: l'uomo della provvidenza che ci fa svoltare comodi sul divano.

Chiudiamo dando la parola all'ultimo, più anziano e saggio quindi più geniale e completo di tutti. Oltre questo davvero più nulla da dire.

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