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A9N3: Il sottobosco ucraino è roba dura

Alla ricerca di uomini straordinari

Viaggiare in treno ti insegna molto dell’America.

Quando ho incontrato Flem Flam, il nostro treno era già in ritardo di 12 ore. Diretti a ovest, ci siamo dovuti fermare in Nebraska per un guasto tecnico, poi a sud di Denver per noleggiare un motore che si sarebbe fuso a est di Santa Fe, e dopo ancora ad Albuquerque per un ricambio notturno. All’altezza di Bakersfield, siamo stati dirottati su un autobus. Flem Flam aveva trascorso le ultime tre ore declamando nel buio della notte versi composti ai tempi in cui viveva ancora nella South Side di Chicago, sul suo shock post-traumatico dovuto alle esperienze nella guerra del Vietnam: “Ero destinato ai completi da uffi cio e alle sale congressi, invece sono finito a camminare scalzo nella neve in cerca di eroina.”

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Con la tessera da due settimane dell’Amtrak USA Rail, ho attraversato il Paese per fotografare i miei compagni di viaggio, per chiedere loro da dove venissero e dove fossero diretti: un ragazzo di 18 anni finito nei guai con la giustizia a causa della mescalina, una donna che tornava a Madison per il funerale dell’ex fi danzato, una ballerina che si stava trasferendo ad Atlanta per diventare estetista nella “capitale mondiale del pelo nero.”A bordo c’era anche un gruppo di Amish diretto a Tijuana in cerca di cure mediche più economiche. Dopo aver scoperto la mia età e il fatto che non sono ancora sposato, Mary Ellen mi ha detto, “Be’, meglio essere single che desiderare di esserlo.” Mi sono chiesto se avessero scelto di viaggiare su un treno perché i motori vengono ancora misurati in cavalli vapore.

Un tempo, il treno era visto come il mezzo che con la sua folle velocità avrebbe conquistato il mondo, ma oggi ci collega soprattutto al passato. Da adolescente, ho lavorato sulla Laurinburg and Southern railroad, linea per treni merce della Carolina del Nord, che si faceva strada attraverso i terreni agricoli dei miei antenati. Da adulto, mi sono ricordato di alcuni racconti a proposito di un vagone ferroviario privato assegnato a mio nonno, che, considerandolo inutile, lo aveva donato a un campo per bambini svantaggiati vicino al confine con la Virginia. Lo scorso febbraio ho lasciato Oakland con l’intenzione di trovare questa carrozza, fotografarla, e comprendere meglio un uomo che non ho mai conosciuto. Come il sistema ferroviario del continente americano e i treni che lo attraversano, per me, il suo lascito è diventato il simbolo di tutto quello che c’è di buono e tutto quello che dovrei essere.

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Quella prima notte, sul treno Zephyr della Amtrak diretto a est, c’erano persone in viaggio verso centri di riabilitazione che facevano sesso nei bagni, bambini che piangevano nei loro sedili e un giovane cowboy che aveva intitolato Primi sintomi di depressione un disegno di donne incinte. Sono giunto alla conclusione che i lunghi viaggi in treno sono per chi non è riuscito a realizzare il sogno americano, ma è determinato a inseguirlo nonostante tutto.

Continua nelle pagine successive.