L'arte nordcoreana del Mansudae

FYI.

This story is over 5 years old.

Foto

L'arte nordcoreana del Mansudae

Intervista al fiorentino che gestisce un sito che vende opere d'arte nordcoreana—dai manifesti propagandistici ai paesaggi, dai mazzi di fiori ai ritratti di famiglia.

L’arte della Repubblica Popolare Democratica di Corea è il fiore all'occhiello del realismo socialista contemporaneo. Si possono acquistare manufatti artistici della Corea del Nord online—dai manifesti propagandistici ai paesaggi, ai mazzi di fiori, e persino ritratti di famiglia. Certo, i manifesti propagandistici vendono meglio (sono anche i più economici), ma i dipinti gioiello sono tutta un'altra cosa (rari e sfarzosi, completamente fatti di pietre dure).

Pubblicità

Solo poche settimane fa, nel corso di una fiera del commercio di Dandong, in Cina, tra le oltre cento aziende coreane partecipanti l'attrazione maggiore è stata una selezione di belle arti della Corea del Nord: la mostra d'arte è stata il punto di forza della fiera, e ha venduto 30 opere d'arte solo nei primi tre giorni. Come potete vedere in questo video, non era arte di propaganda. Erano opere davvero espressive, sembravano cartoline. In altre parole, anche se in Corea del Nord esistono molte barriere, l’arte rappresenta un modo per penetrare nel paese.

Pescatrici al lavoro, di Gang Song Ryong

Un laboratorio in particolare ha reso possibile tutto questo. Fondato nel 1959, il Mansudae Art Studio è un laboratorio artistico di Pyongyang con 4.000 lavoratori, di cui 1.000 artisti. È considerato uno dei più grandi centri di produzione d'arte del mondo, ed è nato con il benestare di Kim Jong Il, il che lo rende l'istituto d'arte più importante della Corea del Nord. Dotato di reparti di pittura a olio, ceramica, xilografia, e scultura—dal Mansudae sono usciti il  Monumento al Partito del Lavoro di Corea, in cui tre pugni reggono una falce, un martello, e una pennello calligrafico. Questi ragazziprendono sul serio il proprio lavoro.

Il lavoro con i clienti internazionali è però ormai quello più redditizio. Dal 1970, il Mansudae ha anche un settore dedicato all'estero, che offre manodopera a basso costo per i grandi monumenti, come il Monumento al Rinascimento Africano in Senegal e il Monumento agli Eroi in Namibia. I monumenti di Mansudae sono stati criticati per essere troppo "coreani"; la Germania è apparentemente il suo unico cliente occidentale, avendo dato al laboratorio l'incarico di ricreare la Fontana delle Favole di Francoforte. Negli ultimi dieci anni, il Mansudae ha guadagnato una cifra stimata di 120 milioni di euro. Eppure, gli artisti non hanno un compenso—tutto va allo Stato.

Pubblicità

In una rara intervista, il gestore del sito web per l'Occidente di Mansudae, Pier Luigi Cecioni, ha parlato con noi del sito Mansudae Art Studio, dell'arte del realismo socialista, e di come ci si sente a essere uno dei cinque stranieri che se la spassano a Pyongyang.

Difendiamo il Grande Comandante Kim Jong Il di Han Song Gyu

VICE: Come sei entrato in contatto con l’arte nordcoreana? Sembri essere un esperto.
Pier Luigi Cecioni: Nel 2005 ero presidente di un’orchestra di musica classica di Firenze. Per assoluta coincidenza, una delegazione dell’orchestra venne invitata a partecipare al “Festival dell’amicizia di primavera” che si teneva ogni anno (adesso meno frequentemente) a Pyongyang intorno al 15 aprile, l’anniversario della nascita del padre della patria Kim Il Sung e la più importante festa nazionale. I partecipanti al festival erano circa 700 dei quali solo una ventina occidentali (noi eravamo cinque).

A Pyongyang domandai se avessero qualche istituzione artistica o galleria da mostrarmi e scoprii l’esistenza del Mansudae Art Studio, probabilmente il più grande centro di produzione artistica al mondo che né io né nessuno che conoscessi aveva mai sentito nominare. Potete trovare informazioni sul Mansudae Art Studio sul nostro sito omonimo. Quando chiesi se fossero interessati a fare qualcosa in Occidente, mi risposero: “Certo.” Così nel gennaio 2006, dopo mesi di corrispondenza, tornai in una freddissima Pyongyang con mio fratello Eugenio, artista, professore all’Accademia di Belle Arti di Firenze e all’epoca direttore di un centro espositivo. Selezionammo molte opere da portare in Europa e firmai un accordo in base al quale divenni il rappresentante in Occidente del Mansudae Art Studio. Una delle clausole prevedeva che organizzassi mostre del Mansudae Art Studio in Occidente. Da allora sono tornato alcune volte a Pyongyang e alcuni artisti coreani sono venuti in Italia.

Pubblicità

Sui flutti di Hong Jae Chol

Come si è sviluppato il sito del Mansudae Art Studio??
Abbiamo cominciato a costruire il sito nel 2007, all’epoca della nostra prima mostra. Il sito è rivolto al pubblico occidentale e sono io che lo gestisco.

L’élite degli artisti nordcoreani fa parte del Mansudae Art Studio. Quanto è difficile entrarvi e qual è la procedura di ingresso?
La stragrande maggioranza dei migliori artisti del paese è nel Mansudae. Praticamente sono tutti laureati a un’università o a un’accademia di belle arti. Alla fine del corso uno studente particolarmente bravo può essere invitato a entrare nel Mansudae così come può esservi invitato chi si distingue in un altro centro. È un grande onore far parte del Mansudae Art Studio.

Emergenza di Kim Hak Rim

Sai quanti artisti vengono ammessi ogni anno?   
Da quando sono in contatto con il Mansudae, per quanto ne so, il numero degli artisti è rimasto più o meno costante, quindi non credo che il numero di chi entra ogni anno sia fisso.

La formazione per diventare artista è molto impegnativa e inizia a nove anni, giusto?
Per quanto ne so non esiste un processo formativo impegnativo che cominci così presto. Dalle elementari alle scuole superiori, per quanto ne so, i bambini e i ragazzi vanno a scuola solo la mattina e studiano molte materie. Da quanto ho visto, più o meno dagli ultimi anni delle elementari fino al diploma di scuola superiore nel pomeriggio gli studenti possono frequentare, se lo desiderano, doposcuola e istituti nei quali seguono i propri interessi—musicali, artistici, sportivi, teatrali e simili. La mia impressione è che lo studio artistico diventi veramente impegnativo all’università: i nordcoreani sono studenti molto bravi e seri. Comunque non ho fatto indagini approfondite sul loro sistema scolastico.

Pubblicità

Confronto di Kim Hyon Myong

È vero che i proventi della vendita delle loro opere vanno allo Stato?
Il Mansudae Art Studio ha un’autonomia economica forse inaspettata e i proventi delle nostre vendite vanno a lui. Diverso è il caso dei grandi progetti all’estero, dei quali non mi occupo e che probabilmente sono gestiti a livello governativo.

Ci sono molti collezionisti all’estero? Cosa si vende di più? Dove? Sono i jewel painting o, per esempio, i manifesti di propaganda?
Abbiamo collezionisti in varie parti del mondo. Poiché siamo in Italia, la maggior parte sono italiani. I manifesti di propaganda, essendo le opere meno costose e piuttosto spettacolari, sono le più facili da vendere, comunque abbiamo venduto opere praticamente di ogni genere. I jewel painting sono relativamente rari.

Fortunato di Kim Song Sik

Sul vostro sito ho visto l’olio Festa danzante all’aperto di Han Guang Hun. Le opere sono basate su eventi reali o immaginari? Quella del dipinto sembra una bella festa. Non sapevo che i coreani avessero feste del genere.
È curioso che tu abbia scelto proprio quell’opera. Il 15 aprile 2005, in occasione dell’anniversario della nascita di Kim Il Sung, ho scattato la foto che ti allego al ballo nella piazza principale di Pyongyang al quale mi sono unito anch’io. La mia foto è molto simile all’opera, che non era ancora stata realizzata.  A parte queste grandi feste, ai coreani piace molto cantare, al punto che penso possa esserci un fattore genetico perché cantano quasi tutti bene. Lo scorso luglio, quando ero a Pyongyang, spesso la sera vedevo gruppi di persone che cantavano, e le domeniche molti fanno picnic nei parchi dove cantano e ballano. Il karaoke, come in molti paesi dell’Asia Orientale, è molto popolare.

Pubblicità

Mi hai detto che agli artisti che sono venuti in Italia non è piaciuta l’arte contemporanea. Che cosa gli piace? Sono artisti dall'ego spropositato come Damien Hirst o tipo umili artigiani?
Gli artisti non sono assolutamente egocentrici né sono umili. In un certo senso, fra le persone che frequento, si considerano tutti uguali anche se sono pienamente consci del fatto che, in campo artistico, alcuni sono migliori degli altri e che nel lavoro hanno ruoli diversi. L’arte contemporanea occidentale in genere non gli interessa. In effetti ho visto qualcuno trovarla letteralmente divertente, nel senso che alcune opere li hanno fatti ridere, non per disprezzo ma con sincero divertimento. Circa un anno fa ho accompagnato una dozzina di artisti agli Uffizi e ai Musei Vaticani e li hanno apprezzati molto. Conoscevano gli artisti principali che avevano studiato all’università. L’arte nordcoreana è assolutamente figurativa e non ho mai visto esperimenti di arte astratta, concettuale o simile.

Statua di gesso di Kim Jong II del Mansudae Art Studio al parco acquatico Munsu di Pyongyang. Foto di Rodong Sinmun

L’artista del Mansudae Art Studio Lee Cheol è recentemente stato a una mostra a Dandong in Cina, dove è stato intervistato dalla televisione CCTV. Gli artisti parlano spesso in pubblico e hanno piacere di essere al centro dell’attenzione?
Non sono in grado di fornire una risposta generale. All’inaugurazione della nostra prima mostra invitammo due artisti del Mansudae e parlarono in pubblico senza problemi. Non so se in Corea del Nord lo facciano spesso.  Una volta ho visto il video di un programma televisivo coreano, naturalmente senza capire nulla, con una lunga intervista ai due artisti che erano venuti in Italia: per i nostri standard erano molto formali. Vanno raramente all’estero e praticamente nessuno parla una lingua europea.

Pubblicità

Parlano inglese? So che alcuni rimangono all’estero per anni realizzando murales come in Namibia.
Praticamente non lo parla nessuno: ci sono alcuni interpreti. All’estero il Mansudae ha realizzato progetti imponenti, soprattutto scultorei e architettonici. Il più recente è un museo ad Angkor Vat, in Cambogia, inaugurato in questo periodo. Per queste opere possono rimanere all’estero per anni, un po’ come i diplomatici. Ho incontrato diversi artisti che hanno passato alcuni anni in diversi paesi, soprattutto in Africa.

Gloria della patria di Kim Myog Guk

Com’è visitare il Mansudae Art Studio a Pyongyang? È aperto al pubblico? Hai scattato foto? È come una scuola d’arte rivolta alla comunità?
Per me è un luogo molto familiare. Quando sono lì trascorro molte ore a parlare di vari argomenti. Ho molte foto ma non sono un bravo fotografo: non ho mai incontrato alcuna restrizione nel fare foto. All’interno del Mansudae, che ha una superficie di circa 120.000 metri quadri, c’è anche una galleria commerciale che può essere visitata dai pochissimi turisti. Le altre parti sono normalmente chiuse al pubblico perché sono spazi lavorativi. Il posto ricorda un po’ il campus di un’università americana (c’è anche un campo di calcio) ma non è assolutamente una scuola. Ci sono circa 4.000 persone di cui circa 1.000 artisti praticamente tutti laureati. Gli studi d’artista sono di ogni genere, compresi quelli degli scultori che realizzano statue monumentali. Ci sono poi laboratori, officine, reparti di forniture ecc. Ci sono anche una grande galleria, un asilo, una specie di mensa e diversi altri tipi di edifici. Non ho visitato tutto. Le persone non abitano all’interno del Mansudae ma vi vanno solo per lavorare e vivono nelle loro case a Pyongyang.

Pubblicità

Lo scopo dell’arte in Corea del Nord è il suo messaggio politico. Cos’altro incarna il realismo socialista? Quale simbologia viene loro insegnata, sia nelle opere dei leader che nelle altre?
Non direi che lo scopo di tutta l’arte nordcoreana sia il suo messaggio politico. Le opere del realismo socialista rappresentano il paese in una luce positiva e, in senso lato, vogliono suscitare negli osservatori sentimenti positivi e patriottici e celebrare i leader, specialmente con alcune grandi statue e grandi dipinti esposti in luoghi pubblici. Spesso i soggetti sono presi dal mondo del lavoro, il che non è comune in Occidente. Una forma particolare del realismo socialista sono i manifesti. Sono dipinti a mano, non stampati, e trasmettono messaggi politici o sociali. Molti sono diretti contro gli Stati Uniti, visti come aggressori nel passato o potenziali aggressori nel futuro. Oltre alle opere del realismo socialista, molto popolari sono i paesaggi, i fiori e la natura in genere. Ci sono anche molti ritratti, soprattutto di lavoratori. Comunque le forme artistiche sono così tante—scultura, ceramica, ricamo, vari tipi di pittura, xilografia, calligrafia e altro ancora—che non posso generalizzare.

Segui Nadia su Twitter: @nadjasayej

Altro dalla Corea del Nord:

L'unico occidentale a lavorare per il regime nordcoreano

La guida di VICE alla Corea del Nord

Song Jae Chol

Cesto di fiori Kim Jong Il, Kim Song Sil

Dietro le linee nemiche, Kim Jong Su

Osong Gyu

Kim Jin Hyok

Ji Jong Sik

Lavoratori, Pak Gum Song

Festa danzante all'aria aperta, Han Guang Hun

Aviatrici, Ri Hyok

Frontiera, Han Song Gyu

Pak Chol Ho

Non posso andare, Pak Gum Song

Lago Chon, Kim Hyon Myong

Ritratto, Sim Guang Chol

Festa a Pyongyang. Foto di Pier Luigi Cecioni

Statua all'esterno del Mansudae Art Studio

Monumento alla rinascita dell'Africa, Senegal. Foto di Christophe Blitz

Il raccolto dei marinai, Ri Gyong Ju

Al lavoro sotto la pioggia, Pak Gum Song

Partita dei mondiali, Yang Hyong Gajidong Choi