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reportage

Benvenuti in Transnistria, lo stato che non esiste

Dal 1990 una striscia di terra situata tra l'Ucraina e la Moldavia si è rifugiata in un mondo tutto suo. Ha le sue dogane, i suoi passaporti, la sua moneta e tutto il resto. Ciononostante la sua sovranità non è riconosciuta da nessuno.

Fuori dai margini di quella che una volta era l'Unione Sovietica, in una piccola zona dell'Europa dell'Est, il trauma del crollo dell'URSS non è mai stato realmente superato. Dal 1990 una striscia di terra situata tra l'Ucraina e la Moldavia si è rifugiata in un mondo dove la presenza di Lenin continua a incombere imperterrita. Ha le sue dogane, i suoi passaporti, la sua moneta e tutto quello che di solito è necessario avere per essere un vero Stato—compresa una popolazione che è due volte quella dell'Islanda.

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Ciononostante la sua sovranità non è riconosciuta da nessuno, e per questo non la si può considerare un vero Stato. Si chiama Transnistria, ma agli occhi del mondo, semplicemente non esiste.

Lo scorso settembre sono andato in Transnistria per assistere alle celebrazioni del suo ventesimo anniversario.

La festa era piena di tutto quello che ci si aspetta da un grande spettacolo post-sovietico: veterani di guerra e dignitari del governo sventolavano bandiere in direzione del palco centrale; centinaia di ragazzini si esibivano in coreografie e reggevano striscioni, convogli di carri sfilavano e gli abitanti più belli e speranzosi stavano in piedi sopra le camionette.

Per una piccola nazione che neanche è riconosciuta, c'erano veramente un sacco di soldati…

giovani scout militarizzati

e pugili alle soglie della pubertà.

Non eravamo sicuri di quello che stesse accadendo a questo punto, ma qualcuno ci ha detto che questo personaggio vestito da Zorro-Karatekid in versione Balcanica rappresentava l'imperialismo occidentale. Era il cattivo della situazione, eppure gli hanno dato il costume più fico di tutta la sfilata, un completo in doppio denim che alla fine lo fa ben volere da tutti.

Una delle ragioni per cui la Transnistria è riuscita a tirare avanti dichiarando orgogliosamente la propria indipendenza, riuscendo a tenere a bada i propri "padroni", ovvero la Moldavia e l'Ucraina, è grazie alla sua ENORME riserva d'armi, tenuta nascosta in qualche collina nel nord del paese—un rifugio piuttosto utile sul quale contano sin dalla caduta dell'Unione Sovietica.

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Il paese è guidato da Igor Smirnov, una volta direttore di una ditta russa il quale ha trovato un lavoro nel posto sbagliato al momento giusto, riuscendo così a impossessarsi del potere al momento della nascita della Transnistria nel 1990.

Igor è quello che indossa quel bel vestito grigio a maniche corte. Malgrado un look che sta scomodamente fra Dennis Hopper, Ming the Merciless e Del Boy, Smirinov ha creato un culto della personalità tramite la fama di liberatore della regione. Nel frattempo, ha creato il proprio dominio dinastico consegnando nelle mani dei figli le molte risorse industriali e le imprese di stato.

A Tiraspol, capitale della Transnistria, le sue foto sono dappertutto, come costante ricordo del suo potere.

Forse come antidoto alla loro difficile situazione, i cittadini della Transnistria amano bere come spugne. Nei giorni trascorsi lì ne abbiamo incontrati molti ubriachi già dall'ora di pranzo. Nella piazza principale, poche ore dopo, il palco di Igor è stato sostituito da un decina di band dalla Moldavia e dall'Ucraina pronte a intrattenere la città di Tiraspol.

Se pensate che essere pop star sia deprimente, pensate alle tentazioni suicide che provereste nell'indossare un completo mega-pop in stile moldavo e avere solo fan che vengono un paese che in realtà non esiste.

Quando siamo entrati in questo locale in sottofondo c'era un remix in versione trance di “Wonderful Life” degli Hurts, per la gioia di tutti grassoni che si inghiottivano di alette di pollo seduti ai tavoli. Proprio la combinazione orologione d'oro e alette di pollo ci ha suggerito che volendo restare lì avremmo fatto meglio a non infastidirli. C'erano anche un sacco di donne bionde altissime, disposte a togliersi la maglietta non appena scoprivano che non venivi da un paese inventato.

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Quanto darebbero per andarsene dalla Transnistria?

Tanto. Tantissimo.

La Moldavia e l'Ucraina impongono e rimuovono regolarmente sanzioni economiche contro la Transnistria, e la popolazione di Tiraspol inizia a percepire gli effetti di questo isolamento. Quelli che abbiamo intervistato ci hanno dichiarano ripetutamente il loro amore per la patria, ma tutti hanno ammesso anche che le opportunità di lavoro sono limitate, e che la loro unica speranza per il futuro è quella di andarsene.

Molti sperano in una annessione alla Russia; parlano nostalgicamente dei parenti che hanno già fatto il grande passo e hanno avuto successo all'estero.