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In Galles gli scienziati cuciono gli occhi dei gattini

Il dipartimento di ricerca oftalmologica dell'Università di Cardiff è riuscito a inimicarsi l'intero World Wide Web.
Matt Shea
London, GB

Sembra che l’università di Cardiff sia arrivata a misure estreme per sfatare l’antico stereotipo che vuole i gallesi amanti degli animali più di quanto gli scozzesi adorino la violenza e gli irlandesi amino ubriacarsi. La loro tattica? Condurre una serie di esperimenti in cui si cuciono gli occhi ai gattini sin dalla nascita.

Come potrete immaginare, questa cosa sta facendo incazzare un bel po’ di gente, soprattutto su internet—la Mecca degli adoratori di gattini. Io stesso, se dovessi scegliere il modo migliore per scatenare l’ira del World Wide Web, opterei senza dubbio per un esperimento in cui gli occhi di gattini innocenti vengono cuciti contro la loro debolissima volontà. Complimenti, Cardiff—mi avete battuto.

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Un bravo giornalista dovrebbe riportare i punti di vista di entrambe le parti in causa, ma in questo caso, la versione dello schieramento opposto è facilmente riassumibile. Non ti serve un Dottorato in Etica per capire che cucire gli occhi ai gattini indifesi è sbagliato; sono gattini, e che cazzo! Tutto quello che vogliono è essere grattati dietro le orecchie e diventare delle mascotte, e non avere un ago conficcato nelle loro morbide e rugose palpebre.

Ho deciso di contattare l’Università di Cardiff per sentire anche la loro versione, ed è saltato fuori che non lo facevano per dare sfogo al loro orribile e sadico divertimento (chi lo sa?). Al contrario, la loro ricerca volge all'individuazione di una cura per l’ambliopia (o occhio pigro), alterazione della visione che riguarda soprattutto i bambini e rappresenta una grande distrazione quando si cerca di fare una conversazione con qualcuno che ne è affetto.

Questo è quanto l’Università ha da dire in sua discolpa.

Un gattino, fotografato alcuni secondi prima che i suoi occhi venissero chiusi per sempre.

VICE: Salve, mostro. Qual è esattamente l’obiettivo di questo raccapricciante esperimento? 
Portavoce dell’Università di Cardiff: L’occhio pigro è un problema che colpisce dal due al quattro percento di tutti i bambini e porta a un deficit dell'acutezza visiva o, in certi casi, alla cecità clinica di uno dei due occhi. Ad oggi non ci sono trattamenti disponibili per ripristinare una vista normale in un occhio ambliope dopo gli otto anni di età, ovvero il termine del periodo critico per lo sviluppo visivo del cervello.

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Il nostro scopo è quello di ottenere una maggiore conoscenza del funzionamento del cervello e di usarla per curare i bambini sopra gli otto anni e gli adulti la cui ambliopia non è stata diagnosticata o trattata in tempo. Tutto questo, attraverso la creazione di condizioni simili nella corteccia visiva di gattini affetti dal problema sin dai primi mesi di vita.

E non ci sono altri modi?
Per questo studio è impossibile usare ogni altra sorta di tecnica. Le affermazioni secondo cui questa ricerca potrebbe essere sostituita con la TAC o modelli computerizzati sono semplicemente infondate. L’università ricorre sempre alla tecnologia alternativa, se esistente, e si serve di cavie animali solo quando è assolutamente necessario. Lo scopo di questo lavoro, e le modalità, hanno ricevuto l'ok sia dalla valutazione etica dell’Università che dalla Animals in Science Regulation Unit dell'Home Office, come parte del processo di autorizzazione.

E non avreste potuto usare animali meno carini dei gattini, tipo dei rospi?
No, perché gli occhi dei gatti, come i primati e pochi altri mammiferi, sono posizionati frontalmente e, di conseguenza, risultano maggiormente soggetti allo sviluppo di una ambliopia simile agli umani, e in simili circostanze. Dal momento che l'ambliopia interviene in fase di sviluppo del sistema visivo fin dalla giovanissima età, lo studio poteva essere condotto solo in giovani gatti o umani.

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Non c'è modo di privarli della vista senza dover cucire gli occhi?
No, la ricerca è stata condotta sotto anestesia e senza causare sofferenze e fastidi, con gli stessi standard che avrebbe adottato un veterinario, che fra l’altro svolge frequentemente le stesse procedure per terapie agli occhi su cani e gatti.

Che fine fanno i gattini una volta conclusesi le operazioni?
Come richiesto dai termini dell’autorizzazione dell’Home Office, a esperimento ultimato i gatti vengono umanamente soppressi.

Oddio.

Anche se il pensiero di sopprimere “umanamente” dei gattini mi dà il vomito, non ho l'occhio pigro né altri problemi collegati. E considerato che la ricerca deve e, inevitabilmente, dovrà essere condotta su progenie felina o umana, immagino susciti meno clamore se quello che finisce sotto ago e filo è un gattino. Ovviamente nessuna delle due soluzioni è ideale-—e se gli scienziati riescono a trapiantare un utero, immagino non sia così impossibile trovare una cura all’occhio pigro senza macellare dei gattini—ma suppongo che questa debba essere la risposta fino a che qualcuno non riuscirà a simulare un occhio e a risparmiare la vita di queste dolci e innocenti creature.