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Gli amori giovanili sono una fregatura

Forse se avessimo meno difficoltà a guardarci indietro sarebbe più facile andare avanti. Non lo facciamo perché abbiamo paura—perché? Ho deciso di ripercorrere i miei primi, goffi, passi in amore nel tentativo di scoprirlo.

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L'amore giovanile è un business. In film come Twilight, Le pagine della nostra vita e Romeo + Giulietta viene venduto a donne adulte, che lo comprano sotto forma di una fiaba di due ore mentre si mettono nei panni di Kristen Stewart, Rachel McAdams, Claire Danes o chiunque sia l'attrice innamoratasi profondamente del ragazzo che fa promesse. La differenza tra ciò che appare sullo schermo e ciò che accade nella vita reale non le sconvolge mai. Forse gli uomini guardano film diversi, ma la loro visione dell'amore e delle relazioni non è tanto migliore. Anche se spesso si fingono cinici e fanno finta che l'amore non esista, è solo un atteggiamento per non ammettere di essere stati feriti dalle loro precedenti relazioni.

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È proprio da queste insoddisfazioni giovanili che derivano molte delle nostre ferite e delle nostre insicurezze—le stesse ferite e insicurezze che oggi ci impediscono di trovare l'amore ed essere felici. Forse se avessimo meno difficoltà a guardarci indietro sarebbe più facile curare quelle ferite e andare avanti con le nostre vite. Non lo facciamo perché abbiamo paura—ma perché? È il ricordo di ciò che un ragazzo o una ragazza ci ha fatto? O è il ricordo di essere stati, un tempo, così seri—di aver promesso il mondo non solo a questi ragazzi e ragazze, ma a noi stessi, prima che il lavoro, i soldi e i doveri ci venissero addosso?

Abbiamo paura del primo amore o di essere stati giovani? Ho deciso di ripercorrere i miei primi, goffi, passi in amore nel tentativo di scoprirlo.

K – Dal 1997 al 1999

È il 1997. L'Irlanda è nella merda più totale. Lo stato sociale è al collasso, la disoccupazione ha raggiunto il 10,3 percento e in televisione si parla solo degli abusi sessuali nella Chiesa Cattolica. Il leader di Fianna Fáil, Bertie Ahern, vince le elezioni e diventa primo ministro promettendo tagli e l'abolizione della tassa sulle proprietà immobiliari. All'improvviso, possedere terreni e case diventa molto meno costoso.

Io sono un bambino ciccione di dieci anni che, nonostante la reputazione di migliore della classe, non può essere popolare quanto vorrebbe. La nostra classe è in preda agli ormoni. Tutti i bambini vogliono avere una fidanzata, ma sciamano intorno alle stesse ragazze, e K è una di queste. Per pura fortuna riesco a sedermi accanto a lei. Sono del tutto incapace di fare conversazione—un incapace sudato e balbuziente—ma, quando i pianeti si allineano nel modo giusto, riesco a fare una battuta che la fa ridere.

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La sua risata mi dà un assaggio della popolarità che bramo. Mi guardo intorno e vedo gli altri bambini che mi guardano, e mi piace. Quel che lei mi dà, è un senso di speranza—speranza che il mio futuro sarà diverso dal mio presente, che nessuno mi prenderà mai più in giro perché sono grasso. Per tutte queste ragioni, mi convinco di essere innamorato di lei. È sia un apprezzamento nei suoi confronti sia una promessa: non permetterò che le sensazioni che mi sta dando abbiano fine.

Ci ho provato con lei in tutti i modi. Per due anni. Poi, l'ultimo giorno delle elementari, tutta la classe è andata al cinema. Le avevo dato tutto ciò che la mia timidezza mi permetteva e sentivo che era tempo di ricevere un bacio in cambio. Non c'è bisogno di dire che non ho avuto alcun bacio. Invece che baciare me, ha baciato uno dei miei compagni di classe più magri, e io sono rimasto seduto nella sala buia, devastato.

Non mi ero mai sentito peggio. Ma è solo l'inizio.

M – 2001

Fin da piccoli, cerchiamo l'amore non solo per la sua capacità di cambiarci, ma anche come rimpiazzo dell'attaccamento fisico che abbiamo con le nostre madri. Si chiama "bisogno di contatto." Alla nascita cerchiamo l'intimità e il contatto con le nostre madri perché stimola il rilascio dell'ossitocina, l'ormone del piacere, e quando cresciamo cerchiamo di replicare il meccanismo con qualcun altro. Solo l'amore è in grado di farlo—alcuni studi hanno scoperto che il sesso occasionale non stimola il rilascio dell'ormone, mentre il sesso "romantico", con un sacco di abbracci e palpeggiamenti, sì.

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Quando avevo 14 anni, M ha iniziato a uscire con il mio gruppo di amici—in realtà, è uscita con tre o quattro miei amici prima di arrivare a me. Perché si fosse messa con me, lo ignoro—non ero dimagrito, ed ero ancora incapace di comunicare. Ma ci mandavamo costantemente messaggi. Comunicare in quel modo mi consentiva di esprimermi senza che la mia timidezza si mettesse di mezzo—ma quando ci incontravamo di persona, ero sempre lo stesso scemo balbuziente. Questo fatto mi causava una frustrazione infinita. Mi sentivo più sicuro di me, ma c'era qualcosa, non capivo cosa, che mi impediva di esserlo veramente.

Ogni settimana mia madre mi dava 10 sterline (circa 12 euro), che spendevo immediatamente in traffico telefonico. Nel 2001 gli sms costavano così tanto che ci mettevo poche ore a finire il credito. M era carina e perfettamente cosciente del potere che aveva su di me; lo usava per ottenere complimenti e sentirsi apprezzata. Non mi faceva mai complimenti e non insisteva mai perché ci vedessimo—credo che, in fondo, il mio essere grasso la mettesse in imbarazzo.

Le ho detto di amarla, ma era più un ricatto—qualcosa che dicevo per dissuaderla dal tradirmi. Ma mi ha tradito lo stesso, e poi mi ha rimproverato perché ero troppo strano, "non un fidanzato normale." Quando tra noi è finita mi sono sentito sollevato, ma dopo un po'—per autocommiserarmi—mi sono raccontato una storia diversa: lei era senza cuore, io ero un ottimo fidanzato, e lei mi aveva tradito solo perché ero troppo buono.

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Ho iniziato a chiedermi se tutte le ragazze non fossero crudeli, perché iniziava a sembrarmi che fosse così. Tutto quello che volevo da loro era che l'amore che davo venisse contraccambiato.

S – Dal 2002 al 2006

S faceva sesso con un sacco di uomini. Avere a che fare con qualcuno con così tanta esperienza mi spaventava, ma allo stesso tempo non riuscivo a non essere attratto da lei. Era tutto ciò di cui avessi paura e, poiché si scopava tutti, il mio bisogno di accettazione richiedeva che scopasse anche me.

Siamo diventati amici e, persino dopo cinque o sei rifiuti, la sua disponibilità nei miei confronti faceva sì che la possibilità che succedesse qualcosa tra noi non lasciasse mai la mia mente. Ma, col passare degli anni, non ho ottenuto niente se non delusioni. Sono cresciuto e ci ho provato ancora, sempre di più, ma niente. Era una delle poche ragazze che conoscevo, e nella mia mente la sua figura era ingigantita dalla convinzione che l'unico ragazzo che rifiutava. Mi faceva impazzire. Diceva la verità quando sosteneva di non voler rovinare una grande amicizia o ero io che non andavo bene?

In quel periodo, l'Irlanda si stava risollevando. Sotto il governo di Ahern, il mercato immobiliare era in un periodo di grande cresciuta, gli investitori prestavano miliardi per costruire nuovi quartieri in ogni città e, anche se lo stato sociale continuava a fare schifo, la cosa non preoccupava nessuno, perché il valore delle case era cresciuto del 266 percento. Anche gli stupidi, grazie ai prestiti a basso tasso di interesse e alla bassa tassazione, avevano iniziato ad accendere seconde e terze ipoteche per fare soldi facili—bastava comprare una casa, aspettare qualche giorno, ed ecco che valeva già molto più di quando l'avevi comprata. Il futuro era lastricato d'oro.

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Io, che non sono mai stato in grado di seguire la corrente, avevo lasciato la scuola a causa di quello che poi si è scoperto essere un esaurimento nervoso non diagnosticato. Passavo le mio giornate scrivendo a S, parlandole non solo del mio amore per lei ma anche della mia depressione, come se le mie sofferenze fossero un martirio cui mi sottoponevo nel suo nome. Avevo puntato tutto su di lei. Anche se non ero neanche diplomato e non avevo alcun interesse, credevo che sarebbe andato tutto bene perché il suo amore—una volta ottenutolo—mi avrebbe salvato.

Dal canto suo, S mi ascoltava sempre, ma a 19 anni era troppo giovane per capire i miei sentimenti, e anch'io lo ero; alla fine, il peso delle mie insicurezze era diventato eccessivo. Ci siamo allontanati: io sono andato incontro a un possibile suicidio, lei è precipitata in un vortice di squallore e promiscuità per il quale non mi sento in alcun modo responsabile.

F – 2007

Ho perso peso. Di notte correvo per la città ascoltando l'iPod, perso nella musica, con il vento freddo che mi schiaffeggiava il viso e il sudore acre che mi colava lungo la schiena. Ho incontrato F tramite un amico. Lei era l'antidoto a S: un membro rispettabile della società che frequentava l'università.

Studiava dall'altra parte del paese, quindi la vedevo solo nei fine settimana; sono arrivato a conoscerla molto lentamente, nel corso di molti mesi, cercando di essere più carino possibile per quanto me lo consentisse la mia incapacità di socializzare. Poi sono andato a trovarla. Ho preso la Honda di mia madre, e nell'animo avevo tutto il romanticismo frustrato dei mio eroe di allora, Jack Kerouac. In quel caldo giorno di maggio, mi sembrava di guidare incontro al mio destino.

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Non appena sono arrivato abbiamo iniziato a bere e a scoprire l'uno la personalità dell'altro, ed è con grande vergogna che confesso di aver mentito su un sacco di cose. Sentivo di doverlo fare—ero un disilluso con la piccola e inverosimile ambizione di scrivere, e lei avrebbe fatto molta più strada di me. Prima che fosse sera avevamo fatto sesso. Abbiamo lasciato casa sua, siamo scesi dalla collina verso la città e ci siamo seduti in un locale, sbadigliando. Desideravo disperatamente tornare da lei. Quella notte abbiamo dormito insieme e alle prime accecanti luci del mattino mi sono svegliato e mi sono messo a camminare per il suo appartamento, facendo il giro della vittoria, immerso in tutto quello che stavo provando. Quando si è svegliata abbiamo deciso di rivederci presto, poi sono risalito sulla Honda e mi sono diretto a casa sorridendo.

F era un buon modo per distrarmi dai problemi di mia madre: le avevano da poco diagnosticato un cancro allo stadio terminale, eppure i medici le avevano messo a posto l'anca rotta e avevano trattato il tumore al midollo osseo. Sembrava rinata. Era stata felice quando le avevo raccontato di F—non le avevo mai parlato di ragazze prima di allora, e immagino che mi credesse senza speranza. Faceva battute su come presto sarei stato "libero".

Ma poi non è successo niente. F aveva smesso di rispondere ai miei messaggi e, anche se continuava a tornare in città, non lo faceva per vedere me. Avevo sentito parlare da un mio amico di un suo ex ragazzo. Ho fatto finta di niente e non ho detto niente a mia madre, che continuava a fare battute che mi facevano stare male. Sapevo che stava morendo, ma le mie speranze di renderla fiera di me erano morte ancora prima.

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Leggevo più voracemente che mai, apprezzando molto il periodo oscuro di Kerouac—la patetica auto-affermazione di Big Sur e Satori a Parigi—prima di calarmi dentro Zola, Cèline e Dostoevskij. Ero cupo, annoiato e a un passo dal suicidio. Nel frattempo, l'Irlanda raggiungeva il suo momento migliore. C'era lavoro, il numero di ragazzi che si iscrivevano all'università non era mai stato così alto—per un periodo l'Irlanda è stato il sesto paese per percentuale di laureati, il 44 percento degli iscritti all'università—eppure, per me, tanto valeva che fosse il 1982. Non avevo un lavoro, non avevo alcun desiderio di studiare e passavo le giornate annebbiato dall'alcol, scrivendo cose per poi stracciare e buttare via i fogli.

Ogni sera, qualsiasi cosa accadesse, andavo a correre. Uscivo di casa e correvo per chilometri, prendendo la strada che portava a casa di F nella speranza che fosse lì, mi vedesse e cambiasse idea. A volte correvo da ubriaco, con il cuore che mi batteva nel petto, a volte piangendo e lasciando che le lacrime si mescolassero al sudore. Ero innamorato di F? Né più né meno di quanto ero stato delle altre. Ero innamorato del futuro che tutte loro sembravano promettermi.

Poi, nell'autunno del 2007, ho toccato il fondo. Mia madre è morta.

Continua nella pagina successiva.

B – Dal 2008 a oggi

Persino io, da quel temporeggiatore autocompiaciuto che sono, ho dovuto ammettere che era il momento di cambiare. Mi sono rifiutato di continuare così—dovevo ammazzarmi una volta per tutte oppure andare avanti. Ho iniziato a provarci con le ragazze nei locali, e anche se mi rendevo ridicolo e non ottenevo niente, era una bella sensazione uscire dal mio guscio e provare a fare qualcosa di costruttivo.

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Nel frattempo, l'Irlanda era tornata nella merda da dove era venuta. Dopo 11 folli anni, la bolla immobiliare era scoppiata. C'era di nuovo la disoccupazione di massa, all'11,8 percento, e i nuovi quartieri venivano abbattuti o rimanevano vuoti e abbandonati, con le erbacce che crescevano fino alle finestre. Il centro di ogni città era pieno di negozi con le serrande abbassate e cartelli che dicevano "Affittasi" e migliaia di persone che si trasferivano in Australia o in Canada.

Bertie Ahern si era dimesso da primo ministro ed era stato rimpiazzato, almeno temporaneamente, da uno dei suoi sodali. Nel 2010 ha detto che, se aveva un rimpianto, quello era l'aver abolito la tassa di possesso sulle proprietà immobiliari nel 1997. Ma la gente non aveva tempo per i rimpianti—all'improvviso, i loro debiti erano diventati reali, il Fondo Monetario Internazionale bussava alla porta e l'umore generale era di tristezza e paura. L'unica cosa che non era cambiata era lo stato sociale, che faceva ancora schifo.

Io attraversavo dormiente la rovina del mio paese così come avevo attraversato dormiente la sua crescita. Non volevo niente—e non avevo mai desiderato niente—eccetto cose che i soldi non potevano comprare. Ho incontrato B il 23 dicembre del 2008. Era simile a F ma ancora più promettente, eppure ero così ferito dal rifiuto di F e delle altre che, in un ridicolo scambio di ruoli, le ho resistito quando non c'era bisogno di resisterle e ho fatto giochetti quando non c'era bisogno di farne. Pensavo di sapere cosa sarebbe successo: mi avrebbe abbandonato e mi avrebbe fatto soffrire come tutte le altre donne della mia vita, inclusa mia madre.

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La prova della sua diversità sta nel fatto che è rimasta. Ha visto qualcosa in me e mi si è avvicinata per convincermi a mostrarglielo. Mi ha chiesto di parlarle del mio passato—di mia madre, di tutte le volte che ho avuto il cuore spezzato, della depressione—e dopo mesi di resistenze, mi sono lasciato andare. Le ho raccontato più di quanto credevo di poterle raccontare, e lei ha fatto lo stesso con me, e all'improvviso mi sono trovato di fronte l'amore che avevo inseguito per tutta la vita.

Ho iniziato a vivere, fatto nuove amicizie e incontrato la sua famiglia. A un certo punto l'ho persino seguita in un altro paese dove facevo un lavoro che odiavo. So che l'unica cosa che ho da offrire sono i miei pensieri—se ne ho—perciò scrivo in ogni momento libero, impilando pagine su pagine per la maggior parte brutte ma che so, perché è B a dirmelo, che un giorno mi porteranno da qualche parte. I problemi ci sono lo stesso—a volte la vita ci butta così tanto giù che nemmeno la mano dell'altro può sollevarci—ma possiamo sempre contare sulla nostra relazione e l'altro c'è sempre per farci andare avanti, oltre le belle e limpide stronzate di cui è così piena la vita.

Dire che oggi sono più sicuro di cosa sia il vero amore potrebbe suonare un po' presuntuoso. Ma i suoi scopi di oggi, paragonati a quelli che aveva in una fase precedente della mia vita, sono certo molto diversi. Allora, quando attraversavo un periodo di grandi sofferenze—ero grasso, venivo bullizzato, ero depresso e mia madre stava morendo—gravitavo intorno a ragazze che sapevo mi avrebbero rifiutato. Che cos'altro avrebbero potuto fare, quando io ero così incasinato e imbarazzante? Ciononostante, ho usato loro e i loro rifiuti come calamite per il mio dolore; venivo rifiutato e così finivo per lamentarmi di ragazze che conoscevo a stento perché non conta quanto potesse far male, era comunque sopportabile rispetto a quanto mi avrebbe fatto male affrontare lo stato disastroso della mia vita.

Con queste ragazze mi autopunivo, sia per la mia pigrizia—perché mi impediva di andare oltre—sia perché non ero il ragazzo, e poi l'uomo, che volevo essere. Sapevo che avrei potuto perdere peso ed essere più sicuro di me—e, ciò che più conta, essere libero dalle mie stupide ossessioni—ma non riuscivo mai a fare lo sforzo di tradurre in azioni questa consapevolezza. Odiavo quelle ragazze perché mi avevano detto di no ma, in realtà, odiavo più me stesso.

La morte di mia madre ha cambiato l'idea che avevo dell'amore? Probabilmente sì. Perché quando è morta mi è sembrato che fosse già morta da un pezzo. Ero così invischiato nella mia minuscola sofferenza che non ho dato la dovuta attenzione alla sua. La sua morte mi ha fatto capire, anche se non subito, che non avevo mai realizzato l'importanza di chi mi aveva amato, la mia famiglia e i miei amici, solo perché il loro amore non soddisfaceva il mio ego. Anche se può sembrare una frase fatta, ho imparato che, un giorno, loro e il loro amore sarebbero venuti a mancare.

Romanzare gli amori giovanili, o essere cinici nei loro confronti, è una forma di autodifesa. Ci difendiamo dall'orribile (e a volte affascinante) verità di ciò che è successo perché crediamo di non meritare di imparare da quel periodo e di liberarci dalle nostre ferite e dalle nostre insicurezze. Ci puniamo perché pensiamo di non aver realizzato il nostro potenziale e di aver mancato alle promesse che avevamo fatto a noi stessi quando eravamo giovani. Come ho potuto, all'epoca, pensare che avrei trovato l'amore, quando nemmeno sapevo cosa fosse? Cosa possiamo aspettarci dai nostri amori di oggi se non l'insoddisfazione, quando neghiamo le nostre sofferenze passate e ciò che abbiamo imparato da esse?

Sarei potuto restare quello che ero, continuare a rifiutare B, perdere l'occasione con lei e con tutte le altre, ancora e ancora, finché non sarei stato troppo stanco e rassegnato a restare solo o accasato con qualcuno di cui sarei stato del tutto soddisfatto. Vi suona familiare?

Se la risposta è sì, provate a ricordare. Obbligatevi a ricordare quanto è stato patetico e doloroso essere innamorati—magari scrivetelo anche—e vedrete se la vostra vita non migliorerà. Perché cos'è peggio, il dolore di guardarsi indietro mentre si va avanti o il dolore di rimanere fermi?

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