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Cosa fare durante il Fuori Salone

Una guida alla Milano Design Week in cui le espressioni "mobilità sostenibile", "ambiente multisensoriale" e "food" sono rigorosamente proibite.

Il mio pezzo preferito dal Salone del Mobile del 2012.

Aprile a Milano è il mese del Salone Internazionale del Mobile, "la più importante fiera al mondo per gli operatori del settore casa-arredamento." Detta così non sembra una cosa particolarmente accattivante, sicuramente non abbastanza per attrarre le svariate migliaia di persone che ogni anno stravolgono la perlopiù tranquilla routine milanese. E infatti è il Fuori Salone, o Milan Design Week, a creare tutto questo scompiglio.

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Quello che è nato diversi anni fa come spin-off spontaneo della fiera si è mano a mano trasformato in un grande circo che in parte è realmente collegato alla manifestazione originaria, in parte sfrutta la grande ambiguità dietro al concetto stesso di "design", e il fatto che può letteralmente essere applicato a qualunque cosa. Probabilmente sono proprio questa vaghezza di fondo e la sua conseguente malleabilità che rendono la Design Week così appetibile a un pubblico sempre più vasto, composto da persone emotivamente indifferenti tra una Billy di Ikea e una Bookworm di Kartell (nonostante chi abbia un benché minimo gusto preferisce di gran lunga la prima).

È proprio in quest'ottica di praticità estrema che voglio fornirvi una guida al Fuori Salone, una guida per tutti quelli che si ritroveranno a vagare da un evento all'altro consapevoli, e in fondo contenti, di non far parte di quel mondo, una guida in cui le espressioni "mobilità sostenibile", "ambiente multisensoriale" e "food" sono rigorosamente bandite.

IL PONTE DI PORTA GENOVA

Perché cominciare, qualcuno di voi si starà chiedendo, con quello che in apparenza è solo un ponte di ferro? Magari è la creazione di una rinomata archi-star, che ha voluto ironicamente riproporre un normale ponte decorandolo con della pessima street art e qualche graffito? Niente di tutto ciò: quello che vedete in foto è un normalissimo ponte come ce ne sono tanti altri, che serve a collegare due strade che altrimenti sarebbero divise—presente i ponti, no? Eppure, è proprio intorno a questa semplice e fatiscente struttura metallica, che collega Porta Genova a Via Tortona, che ruota buona parte del Fuori Salone. È di lì infatti che dovrete passare almeno una volta a sera, compressi tra centinaia di persone che come voi hanno fatto l'errore di volerlo attraversare; ma soprattutto è proprio grazie a questa mini traversata, in cui passerete dieci minuti in preda ad attacchi di panico per la paura di morire calpestati, che una volta scesi tutto vi sembrerà bellissimo, come dopo aver ritirato le analisi negative al centro MST, quando anche andare a comprare il latte diventa la cosa più bella del mondo.

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ZONA TORTONA

Immagine via.

Una volta scesi dal ponte vi ritroverete in quello che è considerato uno dei punti chiave del Fuori Salone. Non c'è molto da dire che già non si sappia sulla Zona. È ritenuta la parte più di massa e meno design della manifestazione e in effetti di sera assomiglia a una feria di un paese andaluso, con la differenza che l'alcol costa dieci volte di più e che ci sono adesivi rossi piazzati su ogni vetrina a rassicurarvi che quello è il famoso Fuori Salone. Chi non vive in Zona evita con cura di andarci, mentre gli sfortunati residenti cercano di affittare la propria casa/camera a prezzi esorbitanti alla "coppia di californiani in città per presentare la loro nuova eco-lampada in acero del Colorado riciclato" di turno. È qui che troverete la minor concentrazione di persone realmente interessate alla fiera e al design (ammesso che esistano davvero, sappiamo che fate quasi tutti finta).

BAR BASSO

Immagine via.

Se invece ci tenete a distinguervi dal popolino Ikea di via Tortona, non potete mancare all'aperitivo/serata del Bar Basso. Quello che durante l'anno è un bar tutto sommato normale conosciuto per aver inventato il Negroni sbagliato, durante la settimana del Salone diventa un bar tutto sommato normale conosciuto per aver inventato il Negroni sbagliato ma con molte teste di cazzo con grosse montature in corno personalità dell'industria in più, che per qualche strano motivo hanno deciso che quello è il punto di ritrovo ufficiale. Tra una chiacchiera con la segretaria dell'assistente di Karim Rashid e un Negroni a prezzo maggiorato potrete avere un assaggio, anche solo per una serata, di cosa significa avere non solo un tavolino e un tappetino per il bagno firmati ma un'intera esistenza di design.

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SAVE THE DATE

Il Fuori Salone è anche conosciuto dagli addetti ai lavori della stampa, aka chiunque abbia un indirizzo mail pubblicamente visibile e viva a Milano, come la settimana del Cestino Rifiuti: di tutte le mail pseudo-spam che riceverete nel corso dell'anno, circa un terzo arriverà nei giorni del Salone (shout out al "primo aperitivo etico per cani"). Buona parte di queste conterrà inviti a eventi che si possono sommariamente distinguere in tre categorie:

la prima riguarda gli studi, marchi o negozi di design che, giustamente, presentano le loro creazioni. Per loro il Salone è come la Fashion Week per i dipendenti di una casa di moda: danno il tutto per tutto fino alle 4 di notte della giorno prima, per poi arrivare sfiniti ma eccitati all'evento e, terminato quest'ultimo, affogare nell'alcol.

La seconda tipologia riguarda le attività che si trovano in prossimità delle zone "colpite" dal Fuori Salone: in questo caso, chiunque abbia la seppur minima possibilità di associarsi ad attività di design di qualsiasi tipo non perde l'occasione e organizza qualcosa, anche se parliamo di panetterie che a volte sfornano anche pasticcini (che per l'occasione saranno chiamati homemade designer sweets). 

La terza categoria riguarda eventi organizzati dai grandi brand, che sono ormai praticamente obbligati a spendere ingenti quantità del loro budget marketing durante il Salone a prescindere ovviamente dalla loro attività di base, spesso chiamando prestigiosi designer che, grazie al sostanzioso cachet che si beccheranno per disegnare delle pseudo giostre, potranno tornare a disegnare il cazzo che vorranno per il resto dell'anno senza preoccuparsi più di tanto dei soldi.

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DOVE ANDARE

Roberto riflette sul da farsi, seduto su uno dei suoi raffinati design.

Tutto questo bendidio metterà in seria difficoltà la vostra già confusa idea di design, e renderà davvero arduo gestire le vostre giornate al Salone. Un modo per farlo in realtà esiste. Se nella Fashion Night Out i vari brand si fanno la guerra a colpi di DJ, nel Fuori Salone la riuscita o meno di un "evento" dipende sostanzialmente dalla quantità e qualità di finger-food (traduzione per i barbari: tramezzini) e ovviamente dell'alcol. Se proprio volete avventurarvi per aperitivi e feste tra Brera e il centro, il consiglio è quello di fare una semplice ricerca in base allo sponsor alcolico della serata. Ecco alcuni esempi pratici:

Birra commerciale >> ingresso libero, ma probabile che dovrete fare a botte per prendere da bere;

Cantina semi sconosciuta italiana >> finta lista con nomi all'ingresso, situazione meno stressante all'interno ma comunque carica di gente;

Belvedere >> concrete possibilità che non vi facciano entrare, ma una volta dentro potrete darci dentro, anche se, come nelle altre situazioni, il posto sarà comunque gonfio di gente.

Anche restare a casa è un'opzione che tutto sommato dovreste prendere seriamente in considerazione.

Segui Toni su Twitter: @ToniZugna