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Ho smesso di fumare erba per la prima volta in nove anni

Di recente, per la prima volta in più di nove anni e a causa di un viaggio in un paese in cui non avevo possibilità di fare altrimenti, mi sono visto costretto a smettere di fumare erba con cadenza giornaliera.
Foto dell'utente Flickr Berge Gazen.

Di recente, per la prima volta in più di nove anni e a causa di un soggiorno in un paese in cui non avevo possibilità di fare altrimenti, mi sono visto costretto a smettere di fumare erba con cadenza giornaliera. Poco prima della partenza ho calcolato da quanto tempo andassi avanti, e mi sono spaventato un po'. Ho sempre elogiato l'erba perché non dà dipendenza, ma in circa dieci anni non avevo mai avuto occasione di dimostrarlo. L'unico modo per scoprire se fossi o meno dipendente dalla marijuana era andare in un posto dove non ne avrei trovata.

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La sera prima della partenza sono rimasto a casa e ho fumato da solo tre grammi mentre facevo i bagagli. Ogni volta che accendevo una canna la prova che mi attendeva mi appariva un po' più difficile. Ho amplificato i miei timori fino al momento in cui siamo saliti tutti su un taxi e ci siamo diretti all'aeroporto. E anche lì, ho fumato tre sigarette prima di decidermi a fare il check-in. Ero in ansia e non avevo idea di come sarebbe andata.

L'intero viaggio è durato 24 ore. Ero ufficialmente senza marijuana da un giorno e mi sentivo già più "acuto" del solito. La mia ritrovata lucidità arrivava giusto in tempo: ci trovavamo in un paese in guerra. Ogni posto di blocco era diventato una prova pericolosa con buone possibilità che qualcuno ci rubasse l'equipaggiamento o ci portasse via per qualche motivo a noi ignoto. Quando siamo riusciti a uscire dalla calca dell'aeroporto, siamo saliti su un blindato delle Nazioni Unite che ci ha portato nell'albergo in cui avremmo alloggiato per i giorni successivi.

L'albergo era meglio di quanto mi aspettassi. C'erano quasi tutti i confort: il condizionatore dava aria fredda per mezza giornata; l'acqua calda funzionava (a volte si tramutava in una fanghiglia marrone, tant'è) e la piscina sembrava pulita, anche se alla fine ha causato una brutta irritazione a uno dei nostri colleghi. Ci siamo adattati, dato che avremmo soggiornato lì per pochi giorni. Non potevamo ancora immaginare che saremmo rimasti lì più a lungo del previsto.

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Non abbiamo quasi mai lasciato l'albergo. Avevamo sentito molte storie su membri di organizzazioni umanitarie e su altri stranieri che erano stati rapiti, picchiati e presi a sassate mentre giravano per strada. I rischi per la nostra sicurezza superavano qualsiasi possibilità di avventura. Dopo tre giorni passati in albergo senza aver mai fumato mi sentivo molto bene. Certo, avevo avuto qualche sbalzo d'umore, ma mi sentivo anche rilassato come non ero da anni. La marijuana era una sorta di premio di fine giornata, e senza ero molto più concentrato sulle mie responsabilità. Col passare dei giorni ero sempre più impaziente di uscire e andare a seguire la storia che cercavamo.

Ci è stato detto che di lì a quattro giorni ci avrebbero portati in un altro posto. I giorni sono poi diventati cinque, sei e poi sette. Ogni mattina facevamo i bagagli e scendevamo nell'atrio, solo per sentire che dovevamo aspettare un altro giorno. A quel punto passavamo la giornata andando a zonzo per l'albergo in cerca della rete Wi-Fi. La sera ci veniva detto che saremmo partiti il mattino successivo, e al mattino qualche imprevisto ci costringeva a rimanere in albergo, di nuovo. Alla fine il nostro soggiorno si è prolungato per un totale di 12 giorni, al termine dei quali stavamo tutti impazzendo. In alcuni momenti mi trovavo a pensare di aver proprio voglia di fumare, ma era più per noia che per necessità. Non sentivo alcuna dipendenza, né mal di testa né altri sintomi da crisi d'astinenza.

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Non fumare mi ha fatto leggere molto di più. In quei 12 giorni ho letto tutto il classico della fantascienza I reietti dell'altro pianeta di Ursula K. LeGuin, un'impresa che avevo sempre giudicato oltre le mie capacità. Gli stessi programmi TV per cui impazzisco quando sono fatto mi annoiavano rapidamente. Pensavo che non fumare avrebbe ridotto drasticamente la mia creatività, invece mi ha fatto mettere in pratica la mia energia e i miei sforzi. Ho dato la priorità a cose che prima mi sembravano di poca importanza, come riorganizzare tutti i file audio presenti sul mio computer e creare un foglio di calcolo per stabilire quante canne avessi rollato nella mia vita.

Se smettere di fumare ha avuto su di me delle conseguenze positive, il confinamento forzato mi ha fatto impazzire. Avevamo sviluppato una routine che consisteva nel mangiare sempre lo stesso cibo scadente, fare un pisolino nella nostra stanza e aspettare di sapere quale sarebbe stato il nostro destino. Il tredicesimo giorno abbiamo finalmente avuto fortuna. Come avevamo fatto tante altre volte prima, all'alba siamo scesi nell'atrio, con le valigie fatte e pronti a partire, ma quella volta abbiamo raggiunto un piccolo aereo bimotore che ci ha trasportati per ore, atterrando per pochi minuti su varie piste in mezzo al deserto prima di ripartire ancora. Quando finalmente eravamo a una fermata dalla nostra destinazione abbiamo ricevuto una telefonata in cui ci è stato detto che i nostri permessi erano incompleti e che saremmo dovuti tornare in albergo. In caso contrario saremmo stati arrestati. Eravamo all'apice della frustrazione. Ma piuttosto che indispettire le autorità abbiamo deciso di tornare all'albergo come ci era stato ordinato.

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Quando siamo rientrati nell'atrio dell'albergo, l'immagine di una canna accesa mi bruciava negli occhi. Volevo fumare, ma non perché sentissi di averne bisogno. Semplicemente non riuscivo a immaginare di passare un altro giorno a far niente senza l'aiuto della marijuana. Per tenere alto il morale del gruppo abbiamo riso della prova che avevamo appena superato e deciso che avremmo ritentato il giorno successivo, e poi quello dopo, e poi quello dopo ancora, finché non fossimo riusciti a ottenere ciò per cui eravamo andati lì. Il mattino seguente ci aspettavamo di essere rispediti nelle nostre camere, invece siamo stati imbarcati su un volo che in meno di due ore ci ha portati a destinazione.

Mancavano due giorni prima del volo di ritorno, e sono stati quelli più penosi. Stranamente in quel fine settimana non ho mai pensato all'erba. Per la prima volta nel giro anni, il mio ciclo di sonno era regolare. Non avevo alcun motivo per aspettare con impazienza la fine della giornata, e non pensavo neanche di averne bisogno. La vita in quell'albergo era incredibilmente noiosa, ma avevo la possibilità di riflettere. Era come un carcere di minima sicurezza.

Quando due giorni dopo sono entrato nel mio appartamento di New York, il mio coinquilino stava fumando una canna. Sapendo che ero stato lontano dalla mia amata marijuana per così tanto non mi ha nemmeno dato il tempo di mettere giù i bagagli e me l'ha subito passata. Con mia grande sorpresa, ho esitato un attimo prima di prenderla. Non fraintendetemi—l'ho presa. Dopodiché ho rollato tre canne in una volta e le ho fumate tutte con grande zelo. Ma non mi sentivo come se stessi recuperando dopo settimane di astinenza. Era lo stesso semplice piacere che ricevo dall'indulgere nelle cose che mi piacciono, che siano il buon cibo, la buona musica o la buona erba.

Quest'esperienza ha rafforzato la mia convinzione che la marijuana sia un'abitudine che si può prendere e accantonare in qualsiasi momento. Sono sicuro che ci siano altre persone che hanno una dipendenza più forte e che non possono smettere di fumare all'improvviso senza conseguenze spiacevoli, ma penso che ogni fumatore debba fare un tentativo. Dopo aver fumato tutti i giorni per anni, non essere fatto è un nuovo tipo di fattanza.

T Kid è il weed columnist di VICE US. Questo significa che scrive soprattutto d'erba. Seguilo su Twitter.