FYI.

This story is over 5 years old.

News

I giovani ucraini hanno paura di una possibile guerra?

Dopo le proteste di EuroMaidan, la deposizione di Yanukovich e i movimenti russi in Crimea, non è chiaro come si evolverà la situazione in Ucraina. Abbiamo parlato con persone che vivono situazioni del tutto differenti per cercare di capire qual è l...

In Ucraina si parla da qualche giorno della possibilità di scontri diretti con la Russia. Anche se agli occhi dei media occidentali la situazione appare chiara, con i russi nel ruolo di aggressori, in realtà nel Paese regna una grande disunione, con le regioni a sud e ad est, abitate per lo più da cittadini di madrelingua russa, che si sentono minacciate dall'eredità delle proteste di Kiev.

La maggior parte di chi ha preso parte a EuroMaidan, al contrario, non vuole sentir parlare della possibilità di una secessione del territorio. Al momento nessuno può sapere come si evolverà la situazione. Per questo, abbiamo parlato con persone che vivono situazioni del tutto differenti per cercare di capire qual è l'umore generale del Paese.

Pubblicità

Anton Schnaider, 33 anni, Art Director. Cofondatore dello Ksenia Schnaider-Fashionstudio e cittadino russo. Vive a Kiev.

VICE: Sei russo e vivi a Kiev da tre anni. Hai preso parte alle proteste?
Anton Schnaider: Sono spesso passato di lì ma non mi sono mai fermato. Ho seguito le vicende più che altro su internet. Mi sono ritrovato a discuterne con conoscenti e amici per farmene un’idea; per me la situazione è particolare, a livello famigliare, perché mia moglie è ucraina.

Cosa pensi di quello che è accaduto?
Ho paura. Niente sembra essere chiaro, ma allo stesso tempo lo è. In questo conflitto sono coinvolti molti gruppi d’interesse. E la guerra d’informazione e tutte le provocazioni giocano il loro ruolo nel pastrocchio generale. Ma è così nelle guerre civili: la tua immagine e quella del tuo nemico si fondono tra loro.

Come ci si sente, da cittadini russi, in un momento del genere?
Mi sento russofobico, ma allo stesso tempo leggo i post dei miei amici che scrivono cose estreme, tipo: “i russi sono degli schiavi”, “noi non siamo russi” e non mi piace. La prima volta che ho sentito dire che i russi odiano gli ucraini ero a Kiev. E l’ho sentito dire da degli ucraini. Se fosse vero, se si trattasse di odio, allora sarebbe lo stesso tipo di odio campanilistico che c’è tra San Pietroburgo e Mosca. Primitivo e privo di senso, ma che si trova ovunque nel mondo.

Come credi che sarà l’Ucraina dopo queste proteste?
Spero che le persone non si lascino manipolare dai media. E spero che l’Ucraina rimanga un’unica nazione, con un governo migliore, che dia alla gente la sensazione di vivere in un Paese che guarda al futuro. Ma ho paura che il Paese sarà diviso, che la Crimea verrà presa dai russi. Non ho tanto paura della scissione in sé, quanto delle idiozie che potrebbero seguirne.

Pubblicità

La dichiarazione del Presidente russo sulle di truppe in Ucraina ti ha sorpreso?
Sì. Ma in fondo la Russia vuole più che altro mostrare di essere pronta. È tutto un enorme gioco di scacchi. Tuttavia, molti dei miei amici temono davvero di dover combattere contro i loro stessi fratelli.

Nadiia Shapoval, 24 anni, modella e stylist. Nadia è di Kiev e al momento vive a Milano, dove studia Management della Moda.

Gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull'Ucraina. Come vivi la situazione?

Nadiia Shapoval: Non ho dormito per diverse notti, ho seguito anch’io le vicende su internet. Per me non si trattava di un film drammatico, era tutto reale. Ero molto preoccupata e avrei voluto essere lì, in piazza. Ma ora ho una specie di sensazione surreale di quello che ho visto. Mi è difficile accettare che i politici ucraini abbiano permesso un tale bagno di sangue. Sono stata a diversi eventi a sostegno della causa e nelle giornate più turbolente ho lasciato dei fiori all'ingresso del consolato ucraino qui a Milano. Era la sola cosa che potessi fare.

Le ultime vicende hanno cambiato la tua visione dell’Ucraina? Ti senti più patriottica?

Sono nata e cresciuta in Ucraina, perciò il mio Paese ha sempre avuto un posto nel mio cuore. I miei genitori e i miei nonni hanno sempre preso questo tema molto seriamente. Ai tempi dell’Unione Sovietica alcuni parenti e amici sono stati perseguitati e deportati nei campi di concentramento, proprio perché erano dei patrioti. Voglio dire, ho capito sulla mia pelle che può accaderti di tutto per il solo fatto di amare i tuo paese.

Pubblicità

Ma finora ho sempre preferito vivere in una società consumistica e non mi sono mai posta seriamente il problema del patriottismo o della coscienza nazionale. Ora però, a causa della rivoluzione, qualcosa in me è cambiato. Mi è diventato chiaro che, ovunque io sia, l’Ucraina è la mia patria.

Cosa pensi che succederà?

Quando tagli la testa a una gallina, quella continua a camminare ancora per un po'. La stessa cosa accadrà con il nostro governo, cercheranno di ristabilire un nuovo governo criminale. Ma non ce la faranno. Naturalmente il Paese si trova di fronte a problemi seri e dovrà fronteggiare dei cambiamenti. Sono molto preoccupata dal movimento separatista e dalle provocazioni russe. All’università i miei colleghi russi dicono che in Ucraina succederà qualcosa di brutto, perché i nazionalisti radicali e i fascisti vogliono sterminare i russi, dicono che c’è una grande avversione nei confronti della Russia eccetera. Questo è il risultato dell’infondata propaganda russa. Ma noi non abbiamo bisogno di nessuno che si immischi negli affari nostri.

Come vedi la decisione del Parlamento russo di avviare movimenti di truppe in Ucraina?

Credo che Putin si stia condannando a morte da solo. Nel caso in cui iniziasse davvero un’operazione militare, quella decreterà la fine del suo impero demoniaco. Preme, preme e alla fine invade. Forse un giorno farà la stessa cosa anche in Europa.

Alexander Nevedrov (sinistra), 31 anni, meccanico e cofondatore di ICM (Iron Custom Motorcycles). Viene da Charkiv ed è contro i ribelli.

Pubblicità

Come vivi gli avvenimenti di EuroMaidan?
Alexander Nevedrov: Dieci anni fa, quand’ero più giovane, anch’io ero lì. Ora sono piuttosto contrario all’integrazione con l’Europa. Capisco quei giovani pronti a morire per un’idea di democrazia e per una vita migliore, ma avendo lavorato a lungo all’estero, so bene che la vita in Germania, in Austria e in alti paesi EU non è poi così bella come la dipingono i nostri media. Le persone vengono manipolate con l’idea che l’Europa sia un paradiso.

Quando hai deciso di schierarti contro le proteste?
Forse quando hanno abbattuto il monumento di Lenin, o quando ho visto in giro i ritratti di Bandera. Sono stati i momenti in cui, ai miei occhi, il movimento democratico filoeuropeo si è trasformato in un movimento radicale.

Cosa ti auguri?
Mi auguro che i radicali vengano sconfitti. E poi mi piacerebbe che l’Ucraina diventasse uno Stato federale; federalismo non equivale a separatismo, questo è solo uno slogan. Alla gente piace parlare per slogan. La Germania, gli Usa, il Canada sono Stati federali, e funzionano.

Ti aspetti una guerra?
No, la guerra è solo nella tv ucraina e sulla CNN. Sono d’accordo con Yulia Tymoshenko: “questa è una guerra di nervi.”

Ksenia Kalinovskaya. 25 anni. Attivista di EuroMaidan, giornalista e produttrice. Vive a  Odessa. (Foto: Kristina Podobed)

Come mai hai deciso di trasferirti a Kiev e di unirti al movimento di protesta?
Ksenia Kalinovskaya: Dopo la rivoluzione arancione sono diventata apolitica, come molti altri ucraini. Ma tutta la questione dell’integrazione con l’Europa e le riforme hanno fatto risvegliare la mia coscienza politica. Molto intuitivo. Sono venuta a Kiev a fine novembre per entrare a far parte del movimento e per cercarmi qualcosa da fare. Ho iniziato a lavorare come giornalista per alcuni media indipendenti. Ma la mia predisposizione naturale per l’attivismo mi ha portata a fare le attività di volontariato più disparate. All’inizio imburravo il pane nelle cucine, e poi sono finita a raccattare le pietre per gli scontri con la polizia del 19 e 20 febbraio.

Pubblicità

Eri lì nei giorni più violenti?
Sì, sono state delle giornate raccapriccianti. Era una vera guerra e avevo paura che si estendesse a tutto il paese. Ho visto persone morire. Quando sei lì, dopo un po’, la paura passa, vedi di tuoi fratelli morire e cambia tutto. Il mio consiglio a tutti gli ucraini: smettetela di leggere le informazioni errate su internet. Muovete semplicemente il culo fino a qui, scoprirete la verità e conoscerete i cittadini della vostra nazione.

Cosa ti auguri tu e cosa si augurano i ribelli per le elezioni parlamentari del 25 maggio?
Personalmente non cerco nessuna “stabilità”, questo è stato il motto del governo finora. Per me la stabilità è roba da gente pigra. Abbiamo bisogno di sviluppi e cambiamenti. Sviluppi continui. Solo così potremmo dimostrare quanto noi tutti siamo promettenti. Per ora abbiamo dimostrato di saperci riunire in assemblea, di saper accendere fiaccole e lanciare molotov. Questo non è l’intelligente e pacato modo europeo di agire, ma purtroppo i nostri politici capiscono soltanto questa lingua. È ora che imparino qualcos’altro.

Yurko Ivanyshyn, 42 anni, cofondatore di UkrStream.TV, produttore di film. Di Lwiw, attivista di EuroMaidan.

È vero che avevi pensato di riprendere in diretta streaming tutti gli avvenimenti di EuroMaidan?
Yurko Ivanyshyn: Sì, UkrStream è un mio progetto. Ho iniziato durante i primi giorni, quando le dimostrazioni erano ancora pacifiche. Da ex giornalista avevo capito che questi eventi dovevano essere ripresi. Ho dato vita a UkrStream.TV insieme ai miei colleghi, e abbiamo iniziato a trasmettere gli eventi di Kiev in tutto il mondo e senza commenti.

Come descriveresti il clima generale della protesta?
Ci sono molte cose tristi da raccontare, ma c’è anche qualcosa di buono. Le persone di EuroMaidan hanno dimenticato tutte le loro piccole differenze in vista di un grande fine comune. È di vitale importanza essere tolleranti, non litigare; lì radicali e fascisti riescono a convivere bene, non ci crederesti.

Sei arrivato a qualche conclusione, dopo questi mesi di proteste?
Sai, gli europei mi hanno sorpreso negativamente. Un giornalista francese ci ha urlato contro chiamandoci “fascisti”. Un uomo che in teoria dovrebbe essere intelligente e preparato! Certe persone non sanno davvero cosa sia il fascismo. All'estero noi ucraini dovremmo essere dipinti come esempio di ragionevolezza.

Intanto, in Crimea:

Roulette russa: l'invasione dell'Ucraina