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Digiuni letterari

Tutti sanno che se aspirate a diventare scrittori vivrete una vita di stenti e fame.

Illustrazione di Roope Eronen

Tutti sanno (specialmente vostro padre) che se aspirate a diventare scrittori vivrete una vita di stenti e fame. Per tutto il giorno, il vostro culo si allarga su una poltrona mentre state seduti in una posizione che impedisce al sangue di affluire alle gambe.
Certe volte vi sembra di avere fame, ma il pensiero viene rapidamente spinto da parte per timore di interrompere il processo creativo o, Dio non voglia, di mangiare qualcosa per pura noia o mancanza di idee. Di conseguenza, la letteratura è piena di passaggi che sono, con ogni probabilità, il prodotto di uno scrittore che sta lentamente morendo di fame—pensate all’ossessione di Proust per le madeleine o a Portnoy de Il lamento di Portnoy di Philip Roth, che ha un incontro carnale con un pezzo di fegato. Di esempi ce ne sono in abbondanza; ecco alcuni dei miei preferiti.

La Cuisine Cannibale di Roland Topor
Topor ha scritto e illustrato questo ironico libro di ricette nel 1970. Una delle parti migliori è quella in cui consiglia cosa fare con una personcina mangiata per metà: “Mettete gli avanzi del vostro nano in una pentola di acqua bollente. Aggiungete il sale e lasciate cuocere a fuoco lento per tre ore. Se il vostro nano è troppo piccolo, potete sempre aggiungere delle patate.” Queste sì che sono prelibatezze.

Controcorrente di Joris-Karl Huysmans
Questo libro contiene la cronaca degli eccentrici esperimenti alimentari condotti da un uomo e culminati nella decisione del protagonista stesso di ficcarsi il cibo su per il culo, pensando che sia un’ottima idea. A lui piace molto: "Che risparmio di tempo! Quale liberazione per sempre dall'avversione che ispira ai disappetenti la carne! Che mezzo spiccio e definitivo per sbarazzarsi del disappunto che nasce a ogni pasto dal dover scegliere in un numero di cibi necessariamente limitato!" Immaginate cosa sarebbe successo se avesse scoperto l’ecstasy.

Storia dell'occhio di Georges Bataille
Questo racconto del 1928, avente per protagonisti un paio di adolescenti pervertiti, si allunga fino ai confini del regno del nutrimento. Esempio emblematico: “Simone chiese a Sir Edmond i testicoli del primo toro. Ma a una condizione—li voleva crudi. ‘Ma,’ disse Sir Edmond, ‘li mangerete crudi? Cosa volete fare con dei testicoli crudi?’ ‘Li voglio, davanti a me, su un piatto,’ disse lei.” Poco dopo, in uno di quei rari passaggi che rendono contemporaneamente affamati e arrapati, Simone si ficca un testicolo del toro in bocca e l’altro nella vagina. È la combo Tupperware/microonde del secolo.