Il carnevale messicano delle botte

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Il carnevale messicano delle botte

Siamo andati a farci un giro nella città messicana in cui la gente si prende a calci e pugni per invocare la pioggia.

La Esperanza è un piccolo paesino di contadini sulle alture dello stato messicano del Guerrero, in una zona abitata prevalentemente da indigeni nahua. Arrivarci non è affatto semplice. Bisogna attraversare Chilapa; noi lo abbiamo fatto due volte, e in entrambi i casi abbiamo assistito a una qualche forma di violenza. All'andata, uno scontro tra bande aveva fatto chiudere tutti i negozi e le scuole della città. Al ritorno un gruppo armato aveva assassinato il candidato sindaco. Anche a La Esperanza la violenza non manca, ma assume connotazioni molto diverse. A inizio maggio lì si celebra una simpatica tradizione che consiste nel fare a botte con la gente di Rancho Las Lamas, il paese vicino, in modo tale da ingraziarsi gli dei e ricevere abbondanti piogge. Uomini, donne, vecchi e bambini si scelgono un avversario nella controparte e se le danno di santa ragione fino a che uno dei due non decide di aver preso abbastanza mazzate. Per loro, ogni goccia di sangue corrisponde a una goccia di pioggia, quindi di solito non ci si arrende fino a che non si aprono un paio di labbra o almeno non si spacca una narice.

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La festa non si limita alla lotta, poiché nelle tre settimane che precedono l'evento è prevista tutta una serie di celebrazioni. Queste servono ad arrivare carichi alla resa dei conti, e in effetti il modo migliore per farlo è bere litri di mezcal e andare sulle colline dove si crede risiedano i santi locali, ovvero la Vergine, Gesù e Tlaloc. Più mezcal bevi e più ti sembra sensato partecipare alle celebrazioni di questa sanguinaria tradizione; dopo i primi sorsi ci si abitua anche al rumore di zigomi sotto i pugni. Qui, due persone nella stessa condizione fisica si danno la mano, si picchiano fino a sanguinare e poi si lasciano con un abbraccio e un sorso di mezcal.