Un anno a Milano in foto

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Un anno a Milano in foto

Guido Borso ha fotografato la sua vita giorno per giorno per tutto il 2013. Il risultato è 'Daily Dose', un libro pieno di ragazzi che potrebbero essere vostri amici e ricordi che altrimenti sarebbero andati persi.

"TVB EMMEI

."

Il 31 agosto 2013 a Milano c'era il sole e stranamente la facciata del Duomo non era coperta di impalcature. Anche il 29 novembre 2013 c'era il sole, anche se il cielo era un po' meno azzurro. Posso dire così tante cose sui giorni del 2013 pur non ricordandomi cos'ho mangiato ieri sera perché Guido Borso ha fotografato un intero anno della sua vita, giorno per giorno.

Guido ha 25 anni e vive a Lambrate in una casa che è anche un'officina di idee (Sstars), ultimamente fa da assistente a Sha Ribeiro e ogni tanto scatta anche per VICE, ma quando non fa queste cose gira per la circonvallazione a bordo del suo 'rello' e per serate con una macchinetta compatta. Le frasi che dice più spesso sono "che sbattimento" e "sono preso bene." Daily Dose è il primo dei suoi progetti a diventare un libro: per un anno Guido ha fotografato e uploadato sul suo Tumblr dailydose.tumblr.com (ora offline) da una a molte foto dei suoi giorni. Il 31 dicembre 2013 l'anno è finito, Guido ha chiuso il Tumblr e il 28 ottobre di quest'anno presenterà il libro con una selezione degli scatti migliori alla galleria The Don a Milano.

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L'ho incontrato per parlare di Milano, di com'è fotografarla e dell'estetica in cui viviamo.

VICE: Come hai iniziato a fotografare e perché?
Guido Borso: Ho iniziato ormai quasi una decina di anni fa: ero con i miei genitori a Berlino e per la prima volta tutto quello che vedevo mi stimolava. Ho iniziato a fotografare con la macchinetta digitale pacco che avevo portato. Poi ho deciso di fare lo step successivo e comprare un'analogica manuale per scattare rullini in bianco e nero—ovviamente, come tutti, partendo dall'acqua delle fontane e dalle architetture che mi affascinavano. In ogni caso il mio rapporto con la fotografia è quasi da voyeur.

Quando ero ragazzo per anni sono stato in giro con i NOTIMEFOR e ho fotografato i luoghi e le esperienze che vivevo con loro, ma quando ho iniziato, la tecnica non era propriamente interessante da applicare alla pratica per me. Non mi interessava il fatto che se usi il flash non puoi andare sopra 1/125 di tempo, io guardavo lo schermino e se usciva la foto ok, se no sapevo che dovevo girare la rotellina. Poi nel 2009 ho finito l'istituto d'arte steineriano e mi sono iscritto alla Bauer—ho scelto il corso annuale perché non avevo voglia di stare altri due anni chiuso a scuola e lì ho iniziato a capire come funziona una foto: la luce, i vari valori… Ma anche dopo la Bauer, appena ho mollato l'analogico per tornare al digitale mi sono affidato allo schermo LCD della macchina.

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"Ho sempre sognato di avere dei capelli folti, forti e lunghi ma purtroppo sono pelato.

"

Quindi non hai un rapporto da purista con la fotografia, per esempio non sei di quelli che direbbero "scatto solo in analogico" o "solo in bianco e nero."
Assolutamente no. Anche adesso che è la mia professione, amo usare diverse macchine. Diciamo che mi piace integrare gli strumenti: spesso giro con una reflex digitale, un'analogica e una usa e getta insieme e scelgo al momento, in base a quello che mi dice la situazione. Se sono in una situazione in cui qualcosa (o qualcuno) cattura il mio sguardo, se ho un iPhone scatto con l'iPhone, se ho la digitale compatta uso la digitale compatta. Possiedo una serie di piccole camere digitali che chiamo "le mie fedelissime": super leggere, tascabili e ne tengo sempre una con me.

Ho parlato con altri fotografi che si sono resi conto di voler fare quel lavoro quando hanno iniziato a fotografare non per conservare il ricordo, ma per la gioia estetica di farlo. Mi pare che il tuo approccio in Daily Dose sia un po' diverso.
Per me la fotografia è primariamente un'esigenza autobiografica. La memoria non è il mio forte e adoro archiviare i momenti che vivo. Poi Daily Dose è anche una cosa a sé, quasi un esercizio di stile in cui mi sono posto nella posizione non del fotografo che sta attento al frame, alla luce, a diverse cose per fare una "bella foto" ma semplicemente di chi scatta per documentare. L'obiettivo del Daily Dose è proprio quello di avere un anno della mia vita interamente registrato, in cui ho catturato tutti gli highlight delle giornate. Ho iniziato il primo gennaio 2013 e finito il 31 dicembre dello stesso anno. Ora che sono passati due anni e per forza di cose sento un certo distacco da quelle giornate mi sento pronto per pubblicarlo. Prima non credo l'avrei potuto fare.

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Quante foto scattavi al giorno?
Un giorno una e quello dopo 100. Era questo il bello: quando fai un reportage o quando racconti una storia, più o meno già ce l'hai in testa. Invece io non sapevo cosa avrei vissuto, ero volutamente mentalmente slegato dai parametri che bisogna considerare quando si sta facendo un reportage. Ho semplicemente salvato una testimonianza di ogni mia giornata e non essendo ubiquo in quei giorni non riuscivo ad osservare le cose dall'alto.

Quali sono i tuoi punti fermi a livello di immagine e fotografia?
Uno tra i primi libri di foto che mi passò tra le mani fu The golden age of neglect di Ed Templeton durante i primi anni di Liceo. Rimasi folgorato dal lavoro di Templeton e dalla quantità di sudore che colava da quelle pagine. Sono stato folgorato dalla vita di Corey Arnold, pescatore e fotografo di Portland e tempo dopo dal mitico—per me lo è—George Georgiou che tratta la gloriosa street photography con i guanti. In generale comunque mi piace il concetto di squadra. Mi piace quando scorgo nel lavoro di altri l'esigenza individuale di "creare" (che sia una foto o un disegno, un abito o una bicicletta) spingendo comunque tutti uniti nella stessa direzione—un po' come una crew di skater che quando uno chiude un trick figo, a un buon risultato del singolo sono tutti esaltati.

Da un certo punto di vista è molto strano in un ambito così individuale come quello dell'arte.
La spinta è sempre individuale, ma se trovi esseri umani con i quali condividere delle emozioni o delle passioni ne esci arricchito anche dal punto di vista individuale. Adoro la condivisione ma non mi sono mai piaciuti i lavori di gruppo a scuola. Per me l'istinto è fondamentale.

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Senti ma ci sono foto nel Daily Dose a cui sei più affezionato?
Ovvio! Quelle che ho selezionato qui sono tra le mie preferite in questo momento, ma ieri molto probabilmente ne avrei scelte altre e domani altre ancora. Per fortuna tutti i miei soci e il buon Marco Orlando di Section80 mi ha dato una mano col libro, io non mi sarei mai deciso. Ogni scatto mi ricorda una situazione che ho vissuto sulla pelle e ora che il libro è realizzato, quando sfoglio l'impaginato di Alvin mi sembra di leggere una storia che ha una regia, non so come spiegarti. È questo l'aspetto a cui sono più affezionato.

Tra cinquant'anni potremmo benissimo guardare le foto del Daily Dose e pensare "Quello era il 2013 a Milano, per come lo conoscevo io." Non di tutti, certo, ma io non sono parte della tua cricca eppure ne riconosco l'estetica. Scattando te ne rendevi conto?
Me ne sono accorto solo dopo aver visto l'impaginato finito e pur essendo una piccola pubblicazione di sole cento copie, sono sicuro di essere riuscito a raccontare qualcosa che è a suo modo generazionale. Dentro c'è uno spaccato di Milano, filtrato dai miei occhi ovviamente.

Ho tera di foto custoditi in diversi hard disk che mi mandano in paranoia ogni volta che li attacco al computer, perché in tutta la mia vita non ho mai buttato via nemmeno una foto sfuocata e solo al pensiero di ripulire un HD mi sale l'ansia. Le foto che ho sono: la storia della mia vita, poi la storia della mia vita e la storia della mia vita. Ora non sono abbastanza lucido per riviverla, ma a 50-60 anni sarà sicuramente bello.

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"Quando ancora Magda beveva birra prima di scoprire di essere celiaca.

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Quindi tu fai una divisione netta tra le foto che fai per lavoro da quelle che fai per progetti personali, giusto?
Sì, se devo andare a scattare per lavoro non mi sento libero di seguire il mio istinto—è un altro tipo di piacere. Mentre il lavoro personale è puro piacere. Se dovessi farti un ritratto adesso perché VICE lo paga mi verrebbe in un modo, mi sentirei più stressato e magari lo sbaglierei anche. Ecco un esempio di cattiva auto-pubblicità. Ma sono sicuro che ci sarà un momento in cui la mia fotografia sarà semplicemente l'espressione di me stesso.

Forse è meglio comprarle dopo quindi le foto, invece che commissionarle.
Spesso funziona così. Oppure come alcuni committenti fanno, puoi lasciarmi libero di interpretare, senza darmi troppe direttive.

Bene, grazie per la dritta.

Il lancio di Daily Dose sarà mercoledì 28 ottobre alla The DON Gallery di Matteo Donini, Milano.

Tutte le foto e le didascalie per gentile concessione di Guido Borso. Per vedere altre foto di Guido clicca qui.

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"Un giorno Saro™ ricco."

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"Federico da piccolo era un campione di apnea. Ora è grande e ha la barba ma riesce comunque a trattenere il respiro sott'acqua per quasi venti minuti.

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"Questi gatti sono sensitivi. Avvertono la presenza degli spiriti buoni. Così mi ha raccontato la signora che se ne prende cura ospitandoli in casa sua.

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"Non lavorare, vai al mare."

"Qui ero nel furgone dei NOTIMEFOR, la band dei miei amici, con cui ho girato l'Europa e passato momenti indimenticabili che da quell

'anno (2013) non esiste più."

"Riscaldarsi con YouTube costa meno che pagare le bollette del riscaldamento.

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"L'ospedale è un luogo che conosco bene. Il prelievo è uno dei vari esami che sono costretto a fare periodicamente per via di una malattia che ho sconfitto tempo fa ma che è meglio assicurarsi che non ritorni. La cosa che preferisco di questa foto è il camice dell'infermiera."