I figli dell'"Hiroshima irachena"

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I figli dell'"Hiroshima irachena"

La terribile eredità della guerra in Iraq sui bambini di Falluja.

Di solito non iniziamo gli articoli con degli avvertimenti, ma alcune delle foto presenti in questa galleria sono particolarmente forti e sconcertanti. Nonostante ciò, e al di là di quelle escluse perché giudicate eccessivamente dure, abbiamo deciso di mostrarvele perché crediamo raccontino una storia importante. 

Nel suo recente viaggio in Iraq, il giornalista Karlos Zurutuza (ricordate la sua guida agli hotel di guerra?) è venuto a conoscenza di una storia che emerge dal già dissestato panorama dell'attualità irachena per la sua brutalità. Abbiamo parlato con lui delle conseguenze che la guerra ha avuto sulla salute dei cittadini, e in particolare sui bambini di Falluja. Per leggere il suo report completo, cliccate qui. VICE: Ciao Karlos. Suppongo che dovrei ringraziarti per avermi inviato queste foto. Dove ti trovavi quando ti sei imbattuto per la prima volta in questa storia?
Karlos Zurutuza: Ero a Bassora—una delle città più duramente colpite dalla guerra, vista la sua posizione ravvicinata a Iran e Kuwait. In questo caso mi riferisco anche la guerra tra Iraq e Iran. È un enorme caos. Ero già stato a Falluja, ma ho visitato l'ospedale soltanto nel corso del mio ultimo viaggio. La chiamano la "Hiroshima d'Iraq." La città è stata distrutta nel 2004, durante la Battaglia di Falluja. È iniziato tutto col ritrovamento di quei quattro cadaveri. I cadaveri degli operatori di sicurezza?
Già, i quattro contractor appesi al ponte. Dopo quel fatto qualcuno ha deciso che Falluja era una roccaforte di al-Qaeda e si è passati all'attacco, con un grande dispiego di armi. All'inizio la coalizione ha negato di aver usato il fosforo bianco. O meglio, ha dichiarato di averlo impiegato con il solo scopo di "illuminare le postazioni nemiche." Il fosforo bianco è in grado di fondere il metallo, quindi immagina quali effetti può avere sull'uomo. Si era parlato anche di uranio impoverito, ma gli Stati Uniti hanno negato. Ma la correlazione tra l'aumento dei casi di cancro e l'uso di uranio impoverito è ben nota.

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È stato difficile avere accesso agli ospedali e alle informazioni? I dottori vogliono che la gente sappia quello che è successo?
Ho incontrato reazioni di ogni tipo. Tutti vogliono farti vedere cosa sta succedendo, ma molti hanno paura di perdere il lavoro. Bisogna affrontare un'autentica trafila burocratica, chiedere permessi, eccetera. Fallujah è una città a maggioranza sunnita, in un'area sunnita, in una regione sunnita: l'Anbar. Ultimamente i sunniti non vengono presi molto in considerazione dagli Sciiti nella gestione del Paese e la loro situazione è ancora più grave se si pensa ai danni che la guerra ha provocato alla salute dei loro figli. Questa è la prima generazione di iracheni nati dopo l'ultima invasione alleata, giusto? Che problemi di salute vi si riscontrano?
Cancro, leucemia e malformazioni o deformità congenite. Sembra che il numero di casi riscontrati sia cresciuto in maniera drammatica e che continui a salire.

E presumibilmente, considerata la situazione, anche per quelli che vengono portati all’ospedale il livello delle cure è inadeguato, no?
Certo. Per esempio, la moglie di George Bush, Laura Bush, ha finanziato un ospedale nuovo di zecca. Lo costruiscono, e sembra magnifico. Non ho mai visto un ospedale assomigliare tanto a casa. Ma è venuto fuori che non c’erano attrezzature per la radioterapia e si sono ritrovati ad aspettare l’equipaggiamento per più di un anno, perché non riuscivano a mettersi d’accordo su chi dovesse sostenere i costi.

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Quindi la strumentazione è rimasta ferma?
Si, per un anno, mentre la gente moriva. Mi hanno detto che hanno aspettato per 16 mesi prima di entrarne in possesso. Una volta arrivata in ospedale non avevano gli strumenti per farlo funzionare, perciò ancora non è attiva. E ormai è così da due anni. Immagino che senza l’equipaggiamento i dottori non possano fare molto per i bambini.
Esiste un'organizzazione, Children’s Cancer Organization, ideata da un uomo nel tentativo di finanziare dei viaggi per i bambini in strutture ospedaliere in Iran, Giordania e Siria. L'Iran è l’opzione meno costosa. L’unico altro posto dove si può ottenere la terapia è a Baghdad, ma la lista d’attesa è lunghissima e la gente non può aspettare. I figli di quest'uomo sono nati col cancro.

È per questo che ha fondato la ONG?
Esatto. Il problema è che tanti portano i figli all'ospedale, ma la maggior parte di loro viene dalla campagna e non può fare avanti e indietro. Spesso le madri rimangono in ospedale, ma gli uomini non possono lasciare il lavoro. Capita che le donne passino anche mesi lì, e spesso a causa della pressione la stessa situazione famigliare si deteriora. Molti non possono neppure permettersi una mezzora di viaggio in autobus fino alla città, è una tragedia. Non è solo una questione di salute, è la società intera che sta andando in pezzi. Non ci sono risorse. E poi, molti genitori si vergognano della condizione dei figli.

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Nello specifico, il governo americano nega l'uso di armi, i loro effetti o entrambe le cose?
Entrambe. Non ammetteranno mai di aver usato uranio impoverito. Persino la NATO ha richiesto di aprire un'indagine sulla questione, ma non c'è stata risposta. Quando ero in Libia e visitavo luoghi obiettivo di bombardamenti ero ben consapevole dei pericoli. Stavo attento a non toccare niente, ma intorno a me c'era gente che saltava sui carri armati per farsi fotografare, e non potevo fare a meno di pensare che tutta quella roba potesse essere contaminata.