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A8N6: Il sesto annuale di narrativa

La ricerca dei pranzi perduti

Quest'estate andiamo tutti ai I Parchi Letterari®.

Ci vogliono almeno cinque anni dalla maturità per togliersi il riflesso di nausea nel sentir nominare scrittori come D’Annunzio o Carducci. Verso i 25 anni si inizia anche ad apprezzarli, ma questo non significa che uno voglia farci le vacanze insieme. Stanislao de Marsanich, invece, ha scoperto che c’è gente così affezionata a certi autori italiani che era il caso di organizzare dei viaggi nei posti dove sono nati e vissuti.
Nonostante il nome, i Parchi Letterari® (sì, è un marchio registrato, “Dobbiamo tutelarci, molti continuano a usarlo senza il nostro permesso,” racconta de Marsanich) non sono luna park con letture di poesie al posto dei calcinculo, ma dei tour in svariati paesini italiani “dove si rivivono le atmosfere de I Malavoglia e La cavalleria Rusticana a Vizzini, in Sicilia.” Caso a parte il Parco di Pasolini a Ostia, dove non si rivive né la morte violenta, né il degrado né la prostituzione minorile. Chiedendo se esiste un autore che ha più successo degli altri, de Marsanich spiega che la scelta dei viaggi non si basa sugli scrittori, ma più sui luoghi: “Abbiamo avuto molte visite ad Aliano, vicino a Matera, dove è ambientato Cristo si è fermato a Eboli. Cerchiamo di mantenere vive queste piccole realtà locali: la locandiera di Aliano, ad esempio, prepara i piatti ispirati al periodo del libro. È davvero difficile uscire da quel ristorante.” Si capisce quindi che la letteratura è un po’ una scusa, o meglio, “un valore aggiunto.” “Stiamo per organizzare delle vacanze studio in questi luoghi, dove approfondire un autore, e godersi i percorsi anche enogastronomici che offrono queste zone.” Va bene la cultura, purché se magna.