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Le cinque bufale più bufale che circolano sul referendum

Visto che l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è aggiungere confusione, ci siamo rivolti a uno dei massimi esperti italiani di debunking per individuare cinque tra le bufale che hanno caratterizzato maggiormente questo periodo pre-referendum.

In quanto fondatore del sito antibufale Debunking.it ed ex collaboratore di Bufale.net, David Puente può essere definito a tutti gli effetti un esperto di debunking. Proprio per questo motivo, gli abbiamo chiesto di fare una lista delle bufale più grosse in cui si è imbattuto in questi mesi di campagna pre-referendum.

A detta di molti commentatori, le bufale politiche avrebbero influenzato significativamente l'opinione pubblica alle ultime elezioni americane. Tra questi c'è addirittura chi sostiene che le fake news circolate soprattutto su Facebook abbiano giocato un ruolo determinante nella vittoria di Donald Trump—tanto che Mark Zuckerberg in persona si è sentito in dovere di condividere le sue osservazioni in due occasioni, con reazioni contrastanti dei suoi stessi collaboratori.

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Ma questo non vale solo per gli Stati Uniti. Anche in Italia le bufale online sono estremamente visibili, e ultimamente si notano soprattutto in riferimento al referendum costituzionale. Tramite pagine e gruppi Facebook strategici ne sono state diffuse a decine, chi alla ricerca del guadagno e chi per il semplice desiderio di "trollare", di fatto influenzando l'attuale campagna elettorale e generando pesanti polemiche tra i due fronti.

Visto che l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è aggiungere confusione, ho provato a raccogliere le cinque bufale che hanno caratterizzato maggiormente, ad oggi, uno degli appuntamenti politici più importanti degli ultimi anni.

RIGNANO SUL MEMBRO, TROVATE 500.000 SCHEDE GIÀ SEGNATE CON IL VOTO SÌ. SHOCK

Gli ingredienti ci sono tutti: una storiella ambientata in una cittadina italiana dal nome bizzarro, una fusione tra Rignano sull'Arno e "Vergate sul Membro", una via della Pazienza (ce ne vuole tanta) e una fantomatica "Polizia elettorale". Tutto inventato, così come il sorprendente finale della bufala: le schede elettorali non erano vere, ma sarebbero state stampate da un "cartolaio dell'angolo" per appenderle nel suo locale.

Pubblicata dal sito bufalaro "Il Fatto QuotiDAINO", si tratta di una delle bufale più recenti e ben riuscite: nel giro di appena 24 ore, anche grazie a pagine come "Un caffè al giorno", ha superato le 119 mila condivisioni Facebook.

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In molti tra l'altro confondono tutt'ora il nome del sito con il più noto "Fatto Quotidiano", così come avveniva per l'ormai defunto "Giomale" la cui lettura affrettata della condivisione Facebook faceva credere agli utenti di aver letto un titolo e condiviso un articolo de Il Giornale.

DARIO FO: "VOTO SÌ PER LA LIBERTÀ D'ESPRESSIONE"

Ancor prima dell'Umberto Eco inventato da Ermes Maiolica è stato chiamato in causa Dario Fo. Poco dopo la sua morte è infatti stata diffusa un'immagine riportante una falsa citazione a lui attribuita e inserita all'interno di una grafica simile a quella usata dal comitato Bastaunsi.

"Voto Sì perché un Senato più agile ci darà quella libertà d'espressione per la quale mi batto da tutta la vita. Vorrei che Franca fosse ancora qui a vedere che artefice della riforma è proprio una donna, la mirabile Maria Elena Boschi," riporta la citazione alquanto surreale in cui viene messa in gioco anche la defunta moglie.

Dopo la sua diffusione non sono mancate le proteste dei simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, i quali non hanno affatto gradito quello che per qualcuno sarebbe stato un gesto "divertente".

LITTIZZETTO: "SE AL REFERENDUM VINCE IL NO NON MI VEDRETE PIÙ IN TV"

Sempre sull'onda delle false dichiarazioni, una delle più celebri è quella attribuita a Luciana Littizzetto e pubblicata dal noto sito bufalaro "Libero Giornale" (un sito che pretende di essere considerato satirico utilizzando i nomi dei due noti quotidiani).

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Questa la finta dichiarazione: "È una vergogna questo quesito. Non è possibile trovarsi a decidere tra sì e no, la scheda dovrebbe avere sì la doppia opzione, ma tra SI e SI. Con il No inserito così a caso non andremo da nessuna parte. Ma dato che ormai indietro non si torna, se dovesse vincere il NO, mi ritirerò dalla scena. E rinuncerò anche al krapfen, puttana la miseria."

La stessa Littizzetto è dovuta intervenire nella sua pagina Facebook per cercare di placare le accuse nei suoi confronti: "Non ho fatto alcuna dichiarazione in merito al referendum. Sono tutte cose inventate. Fine delle discussioni. Follia." Una follia con oltre 93mila condivisioni all'attivo.

Nella stessa categoria ritroviamo anche altre bufale che non vanno sottovalutate, quelle che vedono coinvolti l'ex ministro Kyenge e l'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

MARCO CORROSA, L'IMPRENDITORE FUGGITO IN RUSSIA. PER VOTARE SÌ RENZI GLI OFFRE IL RIENTRO IN ITALIA

Un tal Marco Corrosa avrebbe aperto una pagina Facebook per denunciare le scorrettezze della campagna referendaria. Presentandosi come un imprenditore fuggito in Russia assieme ai suoi dipendenti a causa della pressione fiscale italiana, Corrosa e questi si sarebbero trovati di fronte all'impossibilità di votare a causa di "problemi di comunicazione con il consolato." Tutto risolvibile grazie a una gentile offerta di Matteo Renzi di coprire le spese per il loro rientro in patria affinché potessero votare a favore del SÌ e "cambiare questo paese."

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Corrosa, indignato dal folle gesto del Presidente del Consiglio, avrebbe bruciato l'invito e invitato con un video tutti gli italiani a tenere duro e a votare No. Ovviamente, è tutto falso.

Si tratta infatti di una bufala di recente realizzazione, orchestrata dal noto bufalaro Gian Marco Saolini, conosciuto per il sito "Corriere del Corsaro", per la pagina Facebook "Gianni il Malvagio" e per il sito bufalaro News24Roma.com che ha fatto cadere in inganno anche testate giornalistiche come Il Tempo.

AL REFERENDUM NON LASCIATE CHE CANCELLINO IL VOTO! PORTA CON TE UNA BIRO E USA QUELLA!

Per concludere non mancano le trollate relative al vero e proprio voto dentro la cabina elettorale. Qualcuno si è infatti divertito a diffondere un messaggio ingannevole all'interno del noto gruppo Facebook "Club Luigi Di Maio", di chiara posizione politica, invitando gli utenti a stare attenti perché "potrebbero cancellare i voti".

"Al referendum non lasciare che cancellino il tuo voto! Non usare la matita che ti danno! Porta con te una biro e usa quella! #iovoto," recita il meme. Non è l'unico caso di trolling. " Ipotesi con brodo", una pagina Facebook che prende in giro il mondo del complottismo, ha pubblicato di recente un'immagine simile dove si invita a votare con il pennarello Uniposca. Una presa in giro evidente, caratterizzata da testi come "ECCO UN SISTEMA PER FREGARE IL $I$TEMA", ma staremo a vedere quanti ci cascheranno.

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Non è dato sapere quante altre bufale verranno prodotte da qui al 4 dicembre, ma una cosa è certa, ossia che le false credenze, dalla più semplice alla più complessa, stanno alterando la percezione della realtà dei fruitori della Rete in vista dei prossimi impegni elettorali. E sulla base di questo, è difficile sostenere che questo referendum si concluderà con un voto consapevole da entrambe le parti.

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