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LIVING THE LO-LIFE

Abbiamo chiacchierato con due Lo-Life per scoprire com'è essere uno di loro.
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Inizialmente, il marchio Polo by Ralph Lauren era inteso come abbigliamento carino per gente pettinata che va in barca o a giocare a tennis. Tuttavia, a partire dagli anni Ottanta, il marchio è stato scoperto da alcuni ragazzi dei project di Brooklyn, l'esatto opposto della gente appena citata, che ha cominciato a indossarlo in maniera quasi ossessiva, dando così vita ad una delle sottoculture più assurde delle ultime tre decadi. Si fanno chiamare Lo-Life, e recentemente Brayden Olson ha fotografato alcuni di loro per il nostro Photo Issue.

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Abbiamo chiacchierato con due Lo-Life—uno dei quali ama a tal punto Ralph Lauren da rappare col nome d'arte Meyhem Lauren—per scoprire com'è essere uno di loro. Abbiamo anche chiesto a Brayden della sua esperienza con i Lo-Life.

VICE: Quanti anni avevi quando sei entrato nella crew dei Lo-Life?
Meyhem Lauren: Mi è sempre piaciuta la moda e facevo attenzione ai vestiti, ma credo avessi circa 12 o 13 anni quando mi feci prendere dall'intera scena e iniziai ad essere tormentato dalla Polo. C'è una grossa differenza tra indossare una semplice Polo e entrare nella filosofia dei Lo. Si trattava di andare oltre le grafiche di merda. Era più che altro un certo modo di mettere assieme le cose.

Da tutto quello che ho sentito su quel periodo mi sembra di capire che il modo in cui si entrasse in possesso della roba Polo era importante quanto indossarla, quasi che non venivi rispettato se la compravi.

Per me era più una cosa legata al singolo capo. Non mi interessava comprare, non mi importava rubare. Semplicemente la volevo. C'è stato un momento della mia vita in cui ero ossessionato dalle Polo, pianificavo in base alle Polo, e spendevo tutta la mia paga in vestiti Polo.

Qual è stato il picco massimo che hai raggiunto?
Più di 1000 pezzi.

Wow, ne hai ancora così tanti?
Non ho pezzi estremi con simboli e grafiche, ma probabilmente ne possiedo ancora un migliaio.

Chris Lo: Io non ne ho così tanti. Col passare degli anni è in un certo senso crollato l'intero carrozzone. La maggior parte della roba che ho tenuto sono cose che portano i segni della battaglia e non le butto perché ci sono affezionato. Ma probabilmente ho da parte almeno un due centinaia di pezzi.

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Tra le tue cose qual è la più preziosa?
Meyhem: Sai, dipende dalle persone. Ci sono un sacco di cose anni Ottanta a cui i membri più anziani darebbero gran valore, perché era quello che indossavano loro all'inizio, mentre i ragazzi degli anni Novanta, come me, forse investirebbero i loro soldi in cose più grafiche di quelle anni Ottanta. Dipende molto da che tipo di Lo-Life sei e da dove vieni. Il valore dei pezzi cambia da quartiere a quartiere.

Qual è il pezzo più costoso mai venduto?
Chris: Il pezzo più costoso adesso è il dolcevita di Martini. È costato qualcosa tipo sette o ottomila dollari.

E cosa mi dici dei pezzi davvero rari? Quelli che non si trovano da nessuna parte?
Ci sono pezzi che sono mitologici.
Meyhem: L'orso senza fine.

L'orso senza fine?
Be', dicono ci sia un maglione con sopra un orso che indossa un maglione con se stesso sopra, che a sua volta indossa un maglione con un orso, e così via all'infinito [ride]. C'è gente che dice di averne tre, ma non l'hanno mai indossato per uscire, eppure sembra esistere.

Ralph Lauren deve avere un sacco di cose rare immagazzinate da qualche parte, vero?
Un mio amico lavora per Ralph Lauren e mi ha detto che hanno un magazzino pieno di roba: oggetti da collezione, cose di valore, roba che potrebbero vendere a un sacco. Ma le testano prima di farle uscire. Mi racconta cose del tipo, "Li ho visti prendere un capo Indian Head e tagliarlo solo per testare il tessuto. Lo riducono tutto a striscioline, oppure tolgono un quadrato proprio dal mezzo della maglia." Per me è roba da pazzi, come se mi sentissi dire che han gettato un bambino nella grattugia elettrica [ride].

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Quando eravate ladruncoli Lo-Life, che tecniche usavate?
Chris: Che sia chiaro, non eravamo dei semplici ladruncoli.
Meyhem: Quando ci eravamo dentro, era molto più che essere semplicemente Lo. Noi ci vestivamo con le Polo, ma sperimentavamo ogni tipo di merda. Avevamo più soldi noi da piccoli, che un sacco di adulti oggi.
Chris: Di solito prendevamo gli zaini e ci mettevamo dentro la stagnola oppure usavamo i contenitori del Café Bustelo, così i sensori non scattavano. Poi hanno iniziato ad usare quegli antifurti con dentro l'inchiostro.
Meyhem: Ma con quelli basta che ci metti un palloncino sopra, così l'inchiostro va nel palloncino quando li rompi.
Chris: C'è gente che ha degli strumenti apposta per togliere quegli allarmi.
Meyhem: In realtà non facevo queste pazzie a New York, andavamo negli outlet a nord, fuori città, come Woodbury o Frankie Mills, che non erano attrezzati contro di noi.
Chris: Conosco gente che andava fino a Porto Rico per rubare le polo negli outlet. Compravano un biglietto aereo, arrivavano a Porto Rico, rubavano e tornavano con vestiti assurdi.

Che differenza c'è tra essere Lo-head e Lo-Life?
Meyhem: I Lo-Life sono il primo gruppo, e una delle vere crew della Polo. Poi ci sono dei pazzi che sono semplicemente Lo-head (collezionisti), non ci piacciono.
Chris: Non fare confusione però, c'erano scontri anche tra i Lo-head.
Meyhem: Oh, certamente. New York a quel tempo non era un posto sicuro in generale. Viaggiando in metropolitana venivano svuotate tasche e rubati portafogli. Immagina di avere 15 anni e di indossare roba che vale mille euro e di camminare attraverso un altro gruppo di ragazzi che se ne intendono, era davvero folle.

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VICE: Ehi, Brayden. Allora come è stato entrare nel mondo dei Lo-Life?
Brayden: Oddio, è stato incredibile. Sono stato in un paio di posti nell'area di New York e ogni volta ho incontrato gente che non avevo mai conosciuto di persona. Un giorno son rimasto bloccato con un boombox in mano al mercato di Fulton Street mentre stavano girando un video musicale. Ho cercato di scaricare il barile a qualcun altro per poter scattare delle foto, ma nessuno voleva farlo. È stato davvero un giorno infinito. Il posto più memorabile, però, è stato il Marcus Garvey Village a Brownsville.

Brownsville è pericoloso. Ho sentito che i Lo-Life ti hanno fatto da guardie del corpo quando eri là.
Già, ad appena quattro o cinque fermate dal Marcus Garvey Village era evidente che fossi rimasto l'unico bianco sul convoglio. Quando sono sceso sapevano già che ero io. Un ragazzo con una giacca a vento Polo rosso brillante venne da me e disse, "Non voglio mancarti di rispetto, ma devi essere Brayden, giusto?" Poi mi hanno praticamente scortato per la zona facendomi sapere che nessuno mi avrebbe disturbato.

Ho saputo che hai rischiato di essere arrestato. Cosa è successo?
Mi stavano dando un passaggio a casa da Brownsville perché si era fatto tardi e mi avevano vietato di prendere il treno a quell'ora. Il che era carino da parte loro, solo che avevo visto l'autista bere almeno mezzo litro di whisky quella sera. Una volta sulla strada di casa avevano iniziato a fermarsi ovunque per fare graffiti, e dopo la terza volta un poliziotto in borghese li ha beccati. Nel frattempo io ero rimasto nel retro della Lexus blu metallizzata tutta decorata con schermi piatti e le quattro frecce in funzione, proprio accanto alla macchina sotto copertura della polizia. Io ho un'imputazione per aver bevuto in pubblico la scorsa estate e quindi ho detto "Cazzo!" e sono sgattaiolato fuori dalla porta posteriore senza farmi vedere dai poliziotti, ho attraversato la strada e iniziato a camminare. Dopo cinque minuti gli altri mi hanno trovato, ridevano continuamente dicendomi di salire in auto. È venuto fuori che il poliziotto era del Queens come loro, così li ha lasciati andare tutti.

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Ti mai sentito sul punto di venire fregato?
Sapevo che c'erano alte possibilità che qualcuno provasse a rubarmi la macchina fotografica, ma i ragazzi con cui ero sono cresciuti lì e finché fossi stato con loro non avrei corso rischi. Ma non mento se dico che, dopo i fiumi di whisky, se fosse arrivato qualcuno a dare fastidio sarebbe potuto succedere di tutto.

Possiedi qualche Polo?
Non sono un grande fan delle Polo e dei marchi in generale, ma ricordo che in quinta superiore avevo questa orrenda felpa arancione brillante con scritto Polo a caratteri cubitali sul petto.

Cosa sta succedendo in questa fotografia in cui un ragazzo si mette la bandana sulla faccia dentro ad un negozio? Sembra che lo voglia rapinare.
Si tratta veramente di una rapina. Era con noi il giorno in cui stavano girando il video musicale. Io entrai in questo negozietto per prendermi da bere e e lo vidi nello specchio mentre lo faceva. Mi fece uscire di senno, ma riuscii a fargli la foto prima che mi notasse. Stava solo cazzeggiando, credo, ma la cosa strana è che la commessa del negozio non ha battuto ciglio.

E cosa mi sai dire della foto d'archivio con il ragazzo con i cinque milioni di dollari davanti? So che non l'hai scattata tu, ma conosci la storia che c'è dietro?
Non ho nessuna intenzione di parlarne.