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reportage

L'uomo che ha costruito un labirinto

Questo 74enne spagnolo ha costruito un mega labirinto psichedelico, completo di torri alte 35 metri fatte con rami caduti; roba che David Bowie e 'Labyrinth' gli fanno un baffo.

Mi trovo sulla cima di una verde collina fuori Arguelager, nel nord della Catalogna. Più precisamente, mi trovo al settantesimo gradino di una torre di 35 metri, costruita con rami caduti e reti per polli. Sono ricoperto di fango fino alla vita. Ad almeno 10 metri sopra di me, il settantaquattrenne Josep Pujiula mi precede. Josep è l'architetto e il costruttore di questo psichedelico labirinto nella campagna catalana. Negli ultimi quarant'anni, ha personalmente costruito, distrutto e ricostruito l'intero labirinto per almeno tre volte.

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Quando ci siamo incontrati mi ha guardato negli occhi e mi ha detto, prendendomi in giro, "scommetto che non hai le palle per andare fino in fondo."

Dopo otto anni di lavoro, Josep è vicino a completare la costruzione della sesta torre. È il tocco finale di questo tentacolare ammasso di baracche, grotte, tunnel e passaggi, che la gente del luogo chiama "Il castello di Argelaguer", "Il labirinto di Josep", "Can Sis Rals Park", o forse, "quella cosa assurda vicino alla ferrovia".

Josep mi ha invitato a scalare la cima della torre, per ammirare il panorama e—questo me l'ha detto solo a metà strada—assicurarsi della sua stabilità. Molto divertente, se non fosse che tutte le altre torri ondeggiano metodicamente a ogni soffio di vento.

Dalla torre posso ammirare l'estensione dei passaggi con cui ho avuto a che fare nelle ultime due ore. Josep mi dice che dei visitatori, solo uno su dieci ha la pazienza di completare l'intero percorso. Solitamente ci provano ma poi o tornano indietro, o gridano aiuto o provano a crearsi una personale via d'uscita tra i rami. E se sei grasso, qui, sei fottuto. Ci sono zone a prova di ciccione nel labirinto di Josep.

Il labirinto è puntellato con installazioni esoteriche. Pelli di daino rivestono strani ET circondati da crocifissi in legno e vecchi fucili da caccia. Ovunque, teschi di struzzo hanno gemme incastonate negli occhi.

Ho detto a Josep che se Takashi Hobayashi si vestisse da Thunderdome avrebbe questo aspetto. "Non so di cosa tu stia parlando, ma qui ho girato alcuni video amatoriali in cui interpretavo Tarzan. Mi vestivo con pelle di tasso, andavo al fiume, pescavo una carpa e me la mangiavo cruda sulla cima di un albero. Convinsi un bambino del vicinato a interpretare il figlio di Tarzan. Mi ricordo che una volta saltò in un fiume da un ponte di 30 metri".

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In un altro filmato Josep corre in un campo di calcio durante un raduno o qualcosa del genere, urlando: "Fanculo la civilizzazione! Stanno distruggendo la foresta!" Josep non me l'ha mostrato, anche se avrei tanto voluto vederlo.

"Addomesticato l'ariete", mi racconta, "lo afferrai per le palle, lo atterrai e gli urlai 'Io sono il capo qui'. Credo che gli sia piaciuto dopotutto, una volta in piedi non mi lasciò più, scodinzolando come un cane. Sfortunatamente nel tempo diventò violento. Un giorno attaccò una signora che ci stava rubando le uova. Lei finì in ospedale e io fui costretto a sacrificare la capra."

Ho sentito di questo posto da alcuni punk che vi hanno fatto visita durante le vacanze, tra LSD e attacchi di panico. "Ne ho fin sopra i capelli di tossici e teppisti di quel genere", dice Josep. "Un sacco di strani tipi. Rubano qualsiasi cosa sembri vecchia, liberano gli animali… Mi hanno persino rubato un asino; lo ritrovammo un paio di chilometri più giù, sulla strada, legato ad un lampione".

"La goccia che fece traboccare il vaso fu quando trovai sei tipi intorno a un falò, appiccato con una panca e parti di una delle mie cabine. Corsi per vedere di salvare qualcosa e uno di loro mi prese a pugni. Era abbastanza. Rasi al suolo l'intera baracca e la bruciai nell'arco di tre mesi".

Questo è successo decine di anni fa. Ma la ristrutturazione più recente è avvenuta solo nove anni fa, quando il consiglio locale gli notificò la costruzione nei pressi della sua incantevole dimora di una nuova ferrovia. Josep, da buon meccanico in pensione, l'abbatté ramo per ramo, ricostruendola qualche metro più in la.

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"Nemmeno io so perché faccio quel che faccio. La Terra è al comando e decide per me. A volte la gente crede che io sia una specie di sciamano, o che abbia una qualche missione divina, ma io credo solo nella natura. È andata in questo modo: ho costruito una piccola casetta, ma ne volevo di più, e poi non sono più riuscito a fermarmi. Non ho mai disegnato progetti. Quando ero piccolo venivo qui a giocare, per pescare e raccogliere legna. Nel tempo ho costruito un circuito di motocross, ho cavalcato cavalli, ho assemblato una Vespa anfibia, ho fatto una pozza, ho comprato capre, anatre e cavalli, gli ho costruito una casa e poi tutto ad un tratto, ho avuto un villaggio. Negli ultimi otto anni ho costruito questo labirinto per rendere tutto più divertente, complicando molto, molto di più la strada per le abitazioni".

"Vedo questo posto come un termometro della società", mi dice, mentre mi mostra la grotta-museo nascosta sotto al labirinto. "Se la gente non riesce a salvaguardare questo posto—che appartiene a tutti—allora siamo fottuti. Io capisco perché gli indignados e gli anti-capitalisti vogliono dimostrare contro il governo e le banche—hanno i loro motivi per rompere e distruggere. Ma se qualcuno viene qui e distrugge solo perché… perché mai dovrebbero essere incazzati?"

Di fronte alla sua cripta, saluto Josep, l'architetto di castelli psichedelici. Vedo una scritta sulla strada per l'uscita: "Qui riposano sepolte le mie fantasie e i miei sogni. Ma non le mie palle, perché solo la morte potrà reclamarle."