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Macro

In futuro i nostri medici saranno delle intelligenze artificiali

Secondo molti studiosi, grazie ai big data e alle intelligenze artificiali il mondo della medicina è a un passo dal cambiare completamente. Eccome come ci cureremo nei prossimi decenni.

Immagine via Flickr/

Michel Rios

_Questo post fa parte di Macro, la nostra serie su economia, lavoro e finanza personale in collaborazione con Hello bank!_

Siamo nel 2026. Il sole sorge e Julia si sveglia riposata e piena di energia, come le capita ormai da anni—da quando cioè la sua assistente personale, un'intelligenza artificiale di nome Hermione, è stata aggiornata con la funzione di monitorare il suo sonno così da svegliarla nel momento più opportuno ed evitare di interrompere il riposo nel pieno di una delle sue quattro fasi, come le accadeva costantemente con le vecchie sveglie manuali, analogiche. Dai primi tentativi di sveglia intelligente, come i calcolatori virtuali o le app che richiedevano di appoggiare il telefono sul materasso e funzionavano in maniera saltuaria, la tecnologia si è infatti evoluta molto in fretta.

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Una volta alzatasi, Julia riceve dalla sua assistente personale informazioni dettagliate sulla sua pressione sanguigna e sui suoi livelli di colesterolo, insulina e glucosio, insieme ad altri indicatori chiave del suo stato di salute. Se la pressione è troppo alta, l'assistente personale le consiglierà di fare qualche minuto in più di sport; se il glucosio è troppo basso avrà già iniziato a prepararle una diversa colazione connettendosi a tutti gli altri strumenti della casa. Nella vita di Julia si muove tutto in funzione dei suoi bioritmi; tutto è perfettamente sincronizzato grazie a dei micro sensori installati in diverse parti del suo corpo.

Questo scenario è raccontato da Calum Chace nel libro Surviving AI: The promise and peril of articial intelligence, ed è più realistico e vicino di quanto oggi immaginiamo. Non sono in pochi, infatti, a ritenere che siamo alle soglie di una rivoluzione del settore medico, di una serie di innovazioni tecnologiche che cambieranno in maniera significativa l'approccio alla medicina, alla cura e alla prevenzione delle persone. Del resto, molte delle tecnologie immaginate da Chace esistono già.

Nell'aprile 2014, la rivista Advanced Functional Materials ha pubblicato un paper di due ricercatori della Carnegie Mellon University, Eric Diller e Metin Sitti, in cui si dimostra la possibilità pratica di costruire dei mini-robot della lunghezza di un millimetro in grado di muoversi all'interno del corpo umano attraverso il flusso sanguigno, e di trasportare e assemblare delle mini-strutture all'interno del nuovo ambiente.

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Ovviamente, le possibili applicazioni mediche di una cosa del genere sono infinite. Basti pensare alla ricostruzione di tessuti danneggiati, a micro-operazioni chirurgiche o al trasporto di farmaci in zone specifiche dell'organismo. Il messaggio è stato ribadito chiaramente dall'Università di Stanford, dove Ada Pon ha mostrato che è possibile alimentare e guidare questi dispositivi in maniera wireless affermando che "in questo modo possiamo rivoluzionare la tecnologia medica in ogni suo aspetto, dalla diagnostica alla chirurgia".

Il monitoraggio costante degli indicatori biologici individuali permesso da questi strumenti consentirà di accumulare dati sullo stato di salute di ogni persona, e l'analisi di questi dati si unirà alle tecnologie genomiche. Negli ultimi 15 anni, il costo di sequenziare il DNA di una persona è passato da 100 milioni di dollari a poco più di 1000 dollari, con un andamento persino più veloce delle previsioni della legge di Moore, che fa intravedere un futuro prossimo in cui chiunque potrò avere a disposizione le proprie informazioni genetiche.

Ovviamente, per compiere analisi così complesse serviranno nuovi sistemi di AI in grado di incrociare masse enormi di dati e testarle contro la teoria medica esistente. Questi sistemi saranno i nipoti di Watson, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato dalla IBM nel corso degli ultimi 10 anni.

Watson è in grado di riconoscere e riprodurre il linguaggio naturale e di rispondere in modo efficace a quesiti specifici analizzando nel giro di pochi stanti oltre 200 milioni di pagine di contenuti stipate nella sua memoria. Nel febbraio 2011, Watson ha partecipato a Jeopardy!un quiz televisivo in onda sulla tv statunitense—vincendo a mani basse contro i principali campioni del programma, incapaci di rispondere alle domande poste (a voce) dal presentatore con altrettanta accuratezza, velocità e correttezza. Adesso la IBM ha svelato due nuove versioni del software, WatsonPath e Watson EMR Assistant, che applicheranno le doti di Watson al campo biomedico.

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"Perché ho mal di testa oggi?" potrà chiedere Julia. Una domanda a cui Hermione risponderà dopo aver scandagliato tutta la letteratura medica, considerando i parametri di salute registrati in quel momento, le statistiche biomediche relative al passato di Julia e quelle di tutti gli altri utenti del sistema. Fatto questo, suggerirà una soluzione—come fa oggi WebMd dopo un lungo processo che va ancora condotto in maniera manuale ma che ha comunque condotto il portale, tra i leader nella medicina online, a ottenere un valore di mercato pari a 1,54 miliardi di dollari.

Certo, siamo ancora nella preistoria. Eppure è già chiaro quanto può essere pervasivo il nuovo mercato medico al termine della rivoluzione che condurrà alla completa applicazione delle nuove tecnologie e delle tecniche di analisi dei big data—una rivoluzione paragonabile alla scoperta dei germi negli anni Settanta dell'Ottocento, a quella della penicillina negli anni Venti del Novecento o all'utilizzo della medicina scientifica e degli esperimenti a partire dal secondo dopoguerra.

Nel prossimo decennio, fino al cinquanta percento del mercato medico si sposterà da ospedali e cliniche alle tasche dei consumatori, a portata di clic. Le sale d'attesa dei medici di base potrebbero improvvisamente svuotarsi; certo non spariranno i medici, ma cambierà il loro modello di business. Se Hermione troverà parametri sospetti potrà infatti inoltrarli al Watson del medico di base di Julia, che grazie alla pianificazione del calendario da parte di assistenti personali virtuali come Amy, potrà pianificare un appuntamento via Skype. Un'interazione di 30 secondi, una prescrizione online per eventuali farmaci da recapitare con dei droni a casa o sul suo luogo di lavoro. A quel punto si potrà aprire una finestra di monitoraggio che manderà segnali di attenzione solo nel caso in cui i parametri biologici di Julia non dovessero rispondere come atteso alla cura. Le startup che oggi lavorano in questo senso hanno visto esplodere i loro valori di mercato: Aledade ha ricevuto 34,5 milioni di dollari, Aligment Healcare 125, Iora Health 48,5, One Medical 116,5.

Per gli ospedali, questo significherà automatizzare parti sempre più vaste dei propri processi di diagnosi e cura, dall'anamnesi dei pazienti—oggi ancora fatta su sistemi analogici e cartacei che non comunicano l'uno con l'altro, rendendo ogni paziente un caso a sé—alla chirurgia robotizzata. Il tutto sarà accompagnato da un cambiamento drastico del funzionamento dei luoghi di cura, che saranno sempre più orientati alla prevenzione. Oggi questi cambiamenti sono ancora all'inizio, ma il mercato che influenzeranno ha dimensioni globali—tanto che secondo un rapporto del 2011 di McKinsey, l'utilizzo creativo dei big data e delle nuove tecnologie per aumentare qualità ed efficienza delle cure mediche potrebbe creare un valore di oltre 300 miliardi di dollari all'anno solo negli Stati Uniti.

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