Perché la gente è impazzita per l'orsa Daniza?

La homepage del Corriere della Sera di ieri.

Se ieri mattina avete aperto la home di un qualsiasi quotidiano italiano avrete scoperto come nella notte sia avvenuto qualcosa di terribile: l’orsa Daniza è morta. Per quelli che come me non avevano idea di chi fosse, si tratta di un esemplare di orso che era stato introdotto in Trentino nel 2000, nell’ambito di Life Ursus, un progetto di ripopolazione dell’area, e che a Ferragosto aveva ferito—per difendere i propri cuccioli, sia ben chiaro—un uomo. Dopo l’incidente si era discusso su cosa fare dell’animale, e alla fine si era deciso di catturarlo. Qualche giorno fa la guardia forestale ha provato a farlo, ma purtroppo l’orsa è morta, pare per un errato dosaggio dell’anestetico. Una brutta storia per la quale è normale intristirsi un po’—nei fatti, una reazione appropriata comprenderebbe una certa tristezza e, volendo, qualche perplessità sul modo in cui le autorità hanno gestito la vicenda.

Quello che non è normale è l’isteria di massa dilagata appena si è diffusa la notizia.

Matteo Salvini, segretario della Lega Nord—lo stesso partito che qualche anno fa, per protestare contro il progetto Life Ursus, aveva organizzato un banchetto a base di carne di orso—è stato fulminato sulla via di Pontida e si è riscoperto animalista:

Pubblicazione di Matteo Salvini.

Con un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle ha chiesto le dimissioni di Ugo Rossi, Presidente della Provincia di Trento; richiesta che è subito diventa una petizione su Change.org.

Oscar Giannino—con cui ho in comune l’aria da dandy e il non avere una laurea—ha parlato di “barbarie,” “esecuzione” e di “efferata vendetta” dello Stato su Daniza.

Giuliano Ferrara ha consigliato a tutti, per comprendere a fondo la vicenda, la lettura della settimana ottava del diciannovesimo canto dell’Orlando Furioso.

Un ambientalista intervistato dal Tg La7 ha parlato di “orsicidio.” Esatto, “orsicidio.”

Per tutta la giornata non si è parlato d’altro e l’hashtag #Daniza è rimasto tra i trending topic italiani di Twitter, regalando anche un discreto numero di perle.

voglio sapere dal fungaiolo se il guadagno avuto dalle interviste sia abbastanza elevato da togliergli la morte di #Daniza dalla coscienza?

— Genoni Lara (@GenoniLara) 11 Settembre 2014

#Daniza Anche questo è #femminicidio. #vergogna

— Luckyone (@FortunaVite) 11 Settembre 2014

Il tema del femminicidio viene portato all'estremo da Lorella Zanardo, che in uno status su Facebook collega il fatto con le proteste a Ferguson e l'uccisione di "un RAGAZZO NERO."

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Pubblicazione di Il corpo delle donne.

Forse, per qualcuno che si imbatte nella notizia risulta più facile empatizzare con gli animali che non con gli esseri umani. Gli altri esseri umani hanno la brutta abitudine di dire e fare cose che non condividiamo, che ci infastidiscono, che ci irritano. Gli animali invece sono privi della parola, per cui ci risulta molto più difficile trasferire su di loro le nostre frustrazioni e le nostre insicurezze.

Ma il punto non è questo, e per capirlo basta fare un passo indietro, ai canali di informazione da cui quella notizia parte.

Pensandoci, è assurdo e ingiustificato che un evento del genere monopolizzi l'agenda mediatica di tutte le maggiori testate per un'intera giornata. Non tanto perché nel mondo sta succedendo di tutto—che siano i fatti di Napoli, Ferguson, il precipitare della situazione ucraina o l’ascesa dell’ISIS—ma piuttosto perché a livello giornalistico è una "notizia" talmente marginale che meriterebbe una breve su un bollettino parrocchiale di Trento o il Mattino di Bolzano.

La homepage di LaRepubblica di ieri.

Passando alle altre notizie, giusto l’altra notte Obama ha annunciato che gli Stati Uniti sono pronti a distruggere lo Stato Islamico.

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