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QFWFQ!

Balle marziane

La questione dei viaggi nello spazio, in particolare su Marte, è tornata di moda. Eppure, la triste verità è un'altra: celebrazioni a parte, l'argomento è mortalmente noioso.

"Qfwfq!" è la nuova rubrica scientifica di VICE. Pronunciatelo ad alta voce: QFWFQ! Mi sembra un nome adatto non solo per questa ragione, ma anche perché qui si parla di roba che in formule si scrive facile, ma che a capirla non c'è verso. 

Il metodo seguito è quello nato con Galileo, ma non tirate in ballo la cautela accademica e l'etica della ricerca: sono cose ovvie e non ci interessano.

Neil Armstrong è morto la settimana scorsa, le sue impronte sono ancora stampate sulla superficie lunare dopo quasi cinquant'anni. Pochi giorni prima, il 6 agosto, il nuovo rover della NASA, Curiosity, ha toccato Marte dopo un volo di quasi nove mesi e una manovra d'atterraggio degna di Hollywood. Così, i viaggi interplanetari potrebbero tornare di moda, ma la triste verità è un'altra: a parte le celebrazioni, l'argomento è mortalmente noioso.

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Una volta c'era solo la Luna. Per carità, c'erano anche gli altri pianeti e le stelle fisse, ci sono sempre stati. Ma erano appannaggio di gente che viveva attaccata a un cannocchiale o a una provetta e si condannava a un'esistenza frustrata nelle corti d'Europa e di Cina. Gli amanti e i libertini d'ogni tempo, per l’occorrenza, si sono sempre rivolti alla Luna—e con loro i poeti, e il contadino per decidere quando seminare i cocomeri e tagliarsi i capelli.

Da quando però si è scoperto che quel-bel-tondo-bianco-che-splende-nel-cielo non è fatto di formaggio, né ci finiscono gli oggetti smarriti e le promesse vane, né ci andremo a vivere nell'immediato futuro, nessuno fantastica più sui suoi crateri. I crateri di Marte, al contrario, destano sempre più interesse tra gli astronomi, mentre per noi profani quello è il pianeta rosso che forse ospita creature verdi e in cui è successo questo.
Sono in pochi a sapere che l'idea dei Marziani è nata da un banale errore di traduzione: il dott. Schiaparelli, nel 1877, osservò con i suoi mezzi antiquati dei solchi rettilinei sulla superficie di Marte, e scrisse nel suo resoconto "canali". I canali sono lì, davvero, ma il traduttore inglese, forse in ansia per il successo del libro, scrisse "canals" ovvero "canali artificiali" anziché il più corretto "channels". Sicché tutti si convinsero che su Marte ci fossero xenoformi con l'aratro, e da un nonnulla è nata metà di tutta la branca fantascientifica.

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E per quanto assurda, quest’inventiva di vita lassù e invasioni aliene quaggiù è di gran lunga preferibile alla fredda materia scientifica. Gli esseri umani di rado brillano per intelligenza, e tanto meno quanto più numerosi, ma non sono comunque tanto tordi da appassionarsi a un tema che di curioso non ha nulla. Curiosity, questo nuovo veicolo che percorre l'inospitale superficie di Marte a decine di milioni di chilometri da qui, è fatto di molte chiacchiere. Certo, ogni suo componente è costruito per rilevare miriadi di dati con una pignoleria da secchione primo della classe, e manda centinaia di foto minuziose di paesaggi tutti uguali che neanche su Instagram, e per spedirlo così lontano hanno speso più di mille miliardi di dollari. Quindi? Quaggiù c'è crisi.

E poi gli scopi: 1) capire se c'è acqua disponibile—e poi?!
2) capire se le condizioni siano adatte a ospitare colonie di bipedi parlanti dal pianeta vicino
3) non mi parlate di pseudo-DNA, esobiologia, microfossili…

Per chi confida in un prossimo trasloco su Marte, comunque, ecco alcuni dati:

Temperatura: tra i -63 °C e i -140 °C (in Antartide non si arriva a -90 °C).
Gravità: un terzo della gravità terrestre, ovvero atrofia muscolare e osteoporosi per tutti.
Pressione atmosferica: inferiore ai 10 mbar, di gran lunga sotto la soglia minima di sopravvivenza.
Atmosfera: principalmente anidride carbonica. E non c'è da fare sciocca ironia ambientalista: molto, molto più di quel che voi spocchiosi abitanti delle metropoli inquinate potreste sopportare.
Inoltre è davvero piccolo, quindi ricordate di mettere in valigia gomitiere e tirapugni.

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Ma la scienza è bella perché non si pone limiti, e nonostante tutto sembra che entro la fine del decennio [manderanno](http://en.wikipedia.org/wiki/ Mannedmissionto_Mars) uomini su Marte.

Un altro progetto che vedrà la luce entro la fine del decennio è il sequel di Top Gun, sempre con Tom Cruise. E non lo dico per accostare due idiozie a caso: a finanziare Top Gun 2 è infatti l'industria aerospaziale-bellica Lockheed Martin, la stessa che, oltre a migliaia di bombe e missili, sforna la maggior parte di quei gioielli d'ingegneria che sono i rover e i satelliti della NASA. Capitani coraggiosi nello spazio, e Tommy decrepito su un F-35 di ultima generazione. Vi sembra gente lucida a cui affidare il destino del Sistema Solare? Per i più curiosi: l’altro ramo di specializzazione della Lockheed era quello delle corruzioni—grandi scandali nel 1978 per il governo italiano.

Al di là delle ragionevoli osservazioni, qualcuno mi accuserà di essere un detrattore e mistificatore. Non che la cosa mi freghi, ma per completezza chiamerò in mia difesa due persone altrettanto critiche: il fu premio Nobel Richard Feynman, inventore della QED (Elettrodinamica Quantistica) nonché ispiratore delle nanotecnologie, e l'esimio prof. Colin Pillinger, a capo della sventurata spedizione Beagle 2 dell'ESA nel 2003. Guardateli in faccia e ripetete con me: sono in buona compagnia.

Insomma, la storia dei viaggi nei pianeti è ancora roba da nerd, la camminata sulla Luna è stata sensazionale ma inutile e, oggi come allora nelle corti d'Europa e di Cina, c'è più avventura nel prendersi una malattia venerea e poi raccontarlo agli amici.

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L'unica cosa che mi conquista di tutta questa ricerca, a voler fare uno sforzo mentale e proiettarmi lontano da questo ufficio, è il fatto di rendersi conto di quanto siano assurde, inconcepibili, inospitali le condizioni fuori dalla Terra. Pensateci, e poi smettete di tediare gli altri sulle vostre piccole miserie.

Basta così. La luna era meglio. E se la Luna proprio non vi interessa, lasciate stare Marte; lo spazio è pieno di cose a cui appassionarsi. Per esempio: secondo me, il nuovo Marte (che oggi è la nuova Luna) dovrebbe essere Saturno. Saturno ha ispirato un mucchio di artisti, è il papà putativo della malinconia, e nelle vesti di dio pagano fa cose più belle e fascinose di Marte, guerrafondaio padre di Romolo e Remo. Saturno regnava nell'età dell'oro e aveva un'alimentazione a base di divinità, tutti figli suoi. Insomma, era in gamba, e come pianeta ha tutti quei vistosi anelli di ghiacci e silicati di rara eleganza che nel Seicento credevano originati dal Santo Prepuzio. In più è gigante, gassoso e pieno d'arsenico, e tirano venti così forti che la tempesta che ne viene fuori è chiamata Dragon Storm. Niente a che vedere con il pallosissimo Marte.

È luogo comune che la fantascienza e la religione siano nate proprio per sconfiggere l'angoscia di un nulla superpalloso: le spedizioni su Marte lo stanno dimostrando. E se proprio mi devo annoiare con i viaggi extraterrestri, preferisco i non-sensi della famiglia Mezil.

Ultimo appunto, e gossip di moda da spendere su twitter: la nipote del dott. Schiaparelli è Elsa Schiaparelli, la stilista italiana inventrice del rosa shocking. Eureka!