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In Papua Nuova Guinea criminale si dice raskol

Port Moresby, capitale della Papua Nuova Guinea, è considerata una delle città più pericolose al mondo. Questi ritratti vi daranno un'idea del perché.

I Raskol, le gang della Papua Nuova Guinea, fanno sembrare ridicole le pretese gangsta dei rapper americani. L'idea di gang dei Raskol non ha nulla a che fare con pompare sugli ammortizzatori di macchine vintage o indossare vestiti all'ultima moda. Questi ragazzi vanno in giro con armi fatte in casa—dai coltelli alle pistole. Abbiamo fatto due chiacchiere a riguardo con il fotografo Stephen Dupont, che è stato nella capitale della Papua Nuova Guinea, Port Moresby, per fare un reportage su di loro.

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VICE: Prima di tutto, qual è il tuo rapporto con la Papua Nuova Guinea?
Stephen Dupont: Essendo cresciuto in Australia, mi è capitato spesso di incontrare persone che avevano vissuto o erano state in Papua Nuova Guinea. È un Paese che mi affascina—l'immagine da "cuore di tenebra" che trasmette, le storie sul conto dei suoi abitanti, l'aspetto selvaggio. A fine anni Novanta, con gli amici, andavo spesso al "Jayapura Room", una sorta di club per corrispondenti di guerra frequentato da fotografi, registi, giornalisti, professori e una varietà di personaggi interessanti in qualche modo collegati alla Papua Nuova Guinea.

Cosa succedeva al Jayapura?
L'organizzatore era Mark Worth, che purtroppo non è più tra noi. Organizzava cene e feste in cui ci si scambiavano storie ed esperienze; tutti lì erano appena tornati o in partenza per zone di guerra.

A quando risale il tuo primo viaggio?
il mio migliore amico, Ben Bohane, era già stato in Papua, e abbiamo deciso di tornarci insieme nel 2004 per un progetto sui Raskol di Port Moresby. Una volta lì ci siamo ritrovati a Kaugere, una zona piuttosto nota che ospitava la nostra gang, i "Kips Kaboni."

Potresti tracciare un quadro della situazione in Papua a partire dall'indipendenza dall'Australia?
Dunque, la Papua ha ottenuto l'indipendenza nel 1975 e da allora si sono succeduti diversi governi e leader, tra i quali spicca Michael Somare. Nonostante vari colpi militari, costanti tensioni tribali e una recente guerra civile scoppiata nell'isola di Bougainville, il Paese ha sempre mantenuto una relativa stabilità. Parte di ciò, probabilmente, è dovuto al fatto che il suo territorio è molto frammentato, con più di 800 tribù distribuite tra isole e lande desolate.

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Come riportato nell'introduzione del tuo libro, l'Economist ha piazzato Port Moresby in cima alla lista delle città peggiori del mondo. In che modo si concretizza questo aspetto nella vita quotidiana della città?
Port Moresby ha sempre occupato i primi posti di queste classifiche. Non so come vengano elaborate le statistiche, ma ho l'impressione che la situazione venga esasperata. Certo, Moresby è un posto difficile e pericoloso, con un elevato tasso di disoccupazione ed evidenti problemi di sicurezza, ma posso dire di essere stato in luoghi di gran lunga più invivibili e rischiosi. Moresby non è Lagos, Mogadiscio, e nemmeno Kabul. Come per ogni grande città, se adotti le precauzioni del caso e conosci le persone giuste, puoi avere qualche bella esperienza, come diventare amico dei Raskol così da poter andare in giro in tutta tranquillità attraverso alcuni dei quartieri più pericolosi.

Il termine Raskol indica il membro di una gang? O è qualcosa di più specifico?
Significa semplicemente criminale in tok pisin, la lingua creola parlata in diverse zone del Paese.

A quale banda appartengono le persone che compaiono nel tuo libro? Ne hai fotografate diverse, o è una sola?
Tutti i ritratti sono di membri della "Kips Kaboni."

In quale ambito della criminalità operano le gang?
La maggior parte delle azioni rimane al livello di criminalità di strada: rapine a mano armata, furti d'auto e negli appartamenti, cose di questo genere. Ma di tanto in tanto capita che si organizzino per operazioni di maggiore portata, e non mancano gli scontri tra gang.

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Come sei riuscito a entrare in contatto con queste persone?
Ben ed io eravamo a Port Moresby, facevamo ricerca e abbiamo sentito parlare di Kaugere e Kips Kaboni. Una volta eravamo in compagnia di Dame Carol Kidu—una parlamentare per la circoscrizione di South Moresby, che comprende Kaugere—e ci siamo trovati in mezzo a una guerra tra i Motu e i loro diretti avversari, i Tari delle Highlands. La notte prima una donna Motu era stata uccisa per mano di un tari ubriaco, e questa è stata la scintilla che ha scatenato le azioni di vendetta. I negozi e i lotti dei Tari all'interno di Kaugere sono stati dati alle fiamme e devastati.

Una situazione un po' tesa, eh.
Be', durante l'incontro tra Dame Kidu e gli anziani di Kaugere avevamo avuto la fortuna di incontrare Alan Omara, il capo della Kips Kaboni. Alan e i suoi avevano spiegato tutte le loro forze in protezione dei Motu e delle loro terre, in previsione di un contrattacco Tari. Alan era un uomo molto disponibile, e sia Ben che io abbiamo preso a cuore la loro causa. Il nostro interesse nei confronti della sua gang è nato in quell'occasione, e da lì abbiamo cominciato a lavorare al reportage sulla vicenda e a scattare anche ritratti. Alan ci disse che mai nessun bianco, nessun giornalista e in generale nessuno era giunto di sua spontanea volontà in quella zona di Kaugere. Ci disse che eravamo completamente matti, ma la cosa gli piaceva.

Molte delle armi che compaiono nelle foto sembrano costruite in casa, o per lo meno modificate. È così?
Sì, armi, pistole e coltelli sono spesso assemblate a Kaugere. Le pistole sono molto costose e non è facile entrarne in possesso in Papua Nuova Guinea, così gli abitanti del luogo hanno iniziato a produrle per conto proprio—e penso che alcune siano delle vere opere d'arte.

Nel tuo lavoro in Papua ci sono mai stati momenti di tensione o in cui hai temuto per la tua vita? Dopo aver finito il progetto sei rimasto in contatto con loro? 
Non mi sono mai sentito veramente in pericolo girando con la gang, o in generale a Kaugere. E sì, sono rimasto in rapporti piuttosto stretti con il gruppo e ho fatto loro visita regolarmente, nel corso degli anni. Ho anche sponsorizzato la loro squadra di rugby, i Kaugere Bulldogs. Dove posso do una mano, e al momento sto girando un documentario sul campionato di rugby a Kaugere.

Per avere informazioni sul libro di Stephen, Raskols: The Gangs of Papua New Guinea, cliccate qui.