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Rocco Siffredi ci ha detto che vuole insegnare educazione sessuale nelle scuole italiane

Rocco Siffredi ha lanciato una petizione per sollecitare il Ministro dell'Istruzione ad incorporare nelle normali ore di lezione anche quelle di Educazione Sessuale. L'ho chiamato per parlare di porno, sesso e giovani.
Niccolò Carradori
Florence, IT

Foto via

Facebook.

L'immagine di quella che è totalmente riconosciuta come la figura principale del porno italiano, Rocco Siffredi, sta pian piano mutando. Dopo essere stato l'attore di maggior successo nella storia della nostra pornografia, negli ultimi tempi Siffredi si è dedicato maggiormente ad attività "pedagogiche": per molto tempo è andato di trasmissione in trasmissione sostenendo di voler formare il suo erede, e quest'anno, dopo essersi definitivamente ritirato dalla recitazione (fatto che aveva suscitato diverse critiche nell'ambiente), ha lanciato la Siffredi Hard Accademy, una sorta di reality "universitario" per aspiranti attori e attrici il cui Magnifico Rettore è proprio Rocco.

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Questa tendenza educativa, però, ha cominciato da tempo a propagarsi al di fuori del circuito pornografico: nel 2013 Siffredi, ad esempio, aveva già condotto un programma televisivo in cui aiutava le coppie italiane a risolvere i propri problemi sessuali. L'ultima tappa di questo percorso è di questi giorni, in occasione della Giornata Internazionale dell'Orgasmo—quando Rocco ha lanciato su Change.org una petizione per sollecitare il Ministro dell'Istruzione ad incorporare nelle normali ore di lezione anche quelle di Educazione Sessuale. Proponendosi poi come potenziale docente, disposto a girare le classi italiane e sensibilizzare gli studenti sul sesso e sul rapporto ambiguo che esiste fra immaginario pornografico e sessualità.

Per saperne di più, quindi, l'ho chiamato. Abbiamo parlato dei limiti delle immagini pornografiche, delle implicazioni che hanno sui minorenni, e sul suo ruolo di "docente del sesso".

VICE: Innanzitutto vorrei capire: com'è nata quest'idea della petizione? Ce l'aveva in testa già da tempo oppure è una riflessione che ha fatto da quando si è ritirato, qualche mese fa?
Rocco Siffredi: Era molto tempo che volevo fare una cosa del genere… chi mi conosce sa che è già qualche anno che continuo a dire che i ragazzi più giovani hanno una scarsa educazione sessuale. Questa è una provocazione che è venuta fuori proprio per i minorenni: ci sono tantissimi ragazzini che grazie agli smartphone hanno un accesso molto facile a internet. E siccome la pornografia è facilmente fruibile su internet questi ragazzini, un po' per curiosità e un po' per non sentirsi esclusi, vanno a cercare il sesso in rete. Qualcuno potrebbe dire: "Non è un gran problema." Ma la realtà è che dipende dal tipo di sesso di cui stiamo parlando: la pornografia ha sempre rappresentato lo specchio della società, e oggi la società è diventata molto estrema. Estrema in tutto: nei giochi, nello sport, nel modo di essere. La gente vuole vedere cose estreme, e questo si riflette nel porno.

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Se a un ragazzetto di quella età, ad esempio, fai vedere una scena di penetrazione multipla, con vibratori e inquadrature pesanti… io credo che a 12-13 anni questa cosa possa anche cambiare l'immagine che un ragazzo ha della donna in generale. Ma piuttosto che far finta che questo mondo non esista dovremmo cercare di spiegare: per questo ci vuole un'ora a settimana, o un'ora al mese, di educazione sessuale. E per farla non serve chissà quale professore: a farla può essere un semplice sessuologo o addirittura un genitore. Perché a volte il porno dà un'immagine distorta del mondo reale: anche io, nonostante sia Rocco Siffredi, a volte torno a casa e devo chiedere a mia moglie se mi fa scopare. Non sono una macchina da guerra ovunque, sono uno uomo normalissimo. Le faccio le carezze, sono dolce… cioè, è quella la sessualità.

Ipotizzando che la sua petizione venisse accolta positivamente, come pensa che potrebbero essere articolate queste lezioni? Come affronterebbe nel concreto l'argomento?
Le scuole in cui se ne ha più bisogno sono le scuole medie e i licei: la mia è una provocazione per far svegliare quei genitori che pensano ancora che i loro figli a 12 anni non siano esposti al porno.

Io parlerei con molta serietà ma anche con molta ironia: si deve tentare di far capire che quel tipo di immagini sono girate su un set. Alle medie parlerei di internet, cercherei di spiegare i suoi contenuti, mentre al liceo parlerei di sesso vero e proprio. Direi che noi attori non facciamo il sesso vero, le nostre sono performance: non c'è godimento, è tutto fatto a posta, come un'esibizione teatrale. Spiegherai che non ci si diverte e che tutte le donne sentono dolore: le donne quando girano quelle scene si devono imbottire di antidolorifici perché fa male prendere quei cazzi nel culo.

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Le capita spesso di confrontarsi con persone che più che morbosamente interessate al mondo del porno sono alla ricerca di rassicurazioni?
Tantissimo, tantissimo. Soprattutto gli uomini. A volte con molto imbarazzo mi chiedono qualche consiglio su come essere più performanti o far godere una donna di più. Le donne invece sono diverse, le donne vogliono vivere l'esperienza. Per gli uomini è come se ci fosse un segreto che solo io conosco, ma non è così: il mio segreto è avere assimilato tanta esperienza da potermi fidare di quello che mi trasmette il mio corpo.

Nella lettera ha scritto: "Faccio il mio lavoro da 30 anni e ho acquisito abbastanza esperienza per assicurare che quello che faccio io non è educazione sessuale, bensì altro, pornografia appunto." Alla luce di questa dichiarazione verrebbe da chiedersi quale sia per lei questo confine, e in che modo un attore porno può contribuire all'educazione sessuale, se per sua stessa ammissione sono due ambiti ben distinti?
L'età delle persone con cui parlo fa la differenza: un ragazzino che vede quell'immagine che le dicevo prima non può uscirne fuori con un'idea positiva. Qualche dubbio ce l'avrà per forza. E io posso chiarirlo: è per questo che è venuta fuori l'idea della petizione. Ovviamente un trentenne potrebbe dirmi: "Cazzo Rocco ma io dai tuoi film ho imparato anche tante cose, faccio godere la mia donna ancora di più." Anche quella può essere educazione sessuale, ma solo a patto che le persone siano in grado di capire quello che vedono.

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Perché uno degli spunti più interessanti della sua lettera riguarda l'approccio al porno: io stesso ad esempio sapevo pochissimo o niente del sesso prima di guardare i primi film porno. Per quale motivo secondo lei il mondo del porno travalica la mera forma di intrattenimento?
Perché il sesso è ancora oggi la più grande forma di tabù che c'è al mondo. Si parla con molto cinismo di violenza, di omicidi, di ISIS, e ovviamente si fa bene a parlarne, ma il sesso rimane comunque il nostro tabù numero uno. Soprattutto perché il sesso fa parte di tutti noi, ed è in grado di far uscire quell'animale che è in noi: questo animale che ci fa piacere far uscire solo in certi momenti, ma che quando non ci serve dobbiamo reprimere.

Quali pensa che siano i punti di riflessione a cui un attore porno va incontro praticando la professione in ambito sessuale? Al di là del mero mercato, intendo…
A me il mondo del porno ha fatto capire che nella vita utilizziamo, quelli che sono bravi, soltanto il dieci percento di quello che possiamo trasmettere con il sesso: abbiamo troppe inibizioni mentali, un'educazione sbagliata. Se avessimo una vita sessuale più aperta saremo più curiosi e meno incazzati. Vivere con le repressioni sessuali è brutto.

Come si aspetta che venga presa questa lettera?
È una provocazione: sono purtroppo sicuro che verrà presa per una stronzata non credibile. "Ah, tu Rocco credi che verrai nelle scuole ad insegnare?" I moralisti ovviamente pensano che un pornostar non sia la persona giusta per fare una cosa del genere. Ma so anche che c'è una marea di persone convinte che io possa dire qualcosa di buono.

Si è molto parlato, anche con accese critiche, del suo ritiro dalle scene: come sono trascorsi questi mesi? E come potrebbe, o vorrebbe, che cambiasse il suo personaggio? Mi riferisco ad esempio all'idea dell'università per porno attori: lei ha sempre avuto questa sorta di impronta "pedagogica". E questa la direzione in cui intende andare?
Io in realtà continuo a produrre film, ho fatto la Rocco Accademy (che è stata fantastica e che vorrei fare nuovamente): il mio mondo va alla grande. Tutto quello che è l'ambito critica nei colleghi è poco interessante per me—è solo una questione di continuazione della mia vita professionale. Il punto è che ho fatto 30 anni di sperimentazione con le donne, e oggi credo che sia arrivato il momento di dare qualcosa di più agli altri. Poter insegnare agli altri mi dà piacere. Anche poter lanciare questa provocazione, ad esempio, e vedere che se ne discute, per me è già una soddisfazione.

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