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Alla scoperta di Social Porn, la versione "adulta" di Facebook

A prima vista, social network e siti porno non sembrano poi così compatibili. Ma nel settore di nicchia dei social network porno francofoni, Social Porn vuole conciliare i due mondi, e lo fa con un'enorme quantità di porno amatoriale.

La stragrande maggioranza dei dati trasmessi su Internet passa attraverso due categorie: social network e siti porno. Fino ad oggi questi due mondi non erano particolarmente compatibili: Facebook ha sempre mostrato una certa intolleranza nei confronti della nudità, mentre quelli di Twitter hanno deciso di aumentare il limite minimo di età per Vine dopo essersi resi conto conto che l'app era piena di video porno. Dal canto loro, i siti porno per adulti hanno cercato di adattarsi alla moda dei social network proponendo dei sistemi di like e commenti, ma senza cambiare di molto la loro struttura: Pornhub continua a somigliare a YouTube, più che a Facebook.

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In passato ci sono comunque stati tentativi di conciliare il social networking e pornografia, spesso attraverso versioni NSFW del gemello più celebre: penso per esempio a Pornostragram o Fuckbook. Come quest'ultimo, Social Porn vuole essere la versione adulta di Facebook. Questo sito francese, creato da alcuni svizzeri un anno fa, vanta più di 80.000 membri, e con 500 nuove iscrizioni al giorno si presenta come leader del settore (di nicchia) dei social network porno francesi.

Personalmente, non avevo mai considerato che fissare video di culi potesse essere un'attività sociale: in effetti, anche se Facebook lo permettesse, mi creerebbe un certo disagio condividere le mie scene preferite con tutti i miei contatti. Così, per capire come se la vive chi non ha di questi problemi, mi sono fatto un giro su Social Porn.

A differenza di Fuckbook il sito è pubblico, e la homepage permette di vedere gli ultimi post dei membri. Bastano pochi click e finisci subito sui video di gente che viene sulle foto di altri membri, e i video di coppie in azione sono praticamente ovunque. Anche se ci sono dei contenuti "pro", le foto e i video scambiati sono, in gran parte, di origine amatoriale.

L'aspetto "sociale" dà la possibilità di linkare i contenuti, di aggiungere i membri come amici e di pubblicare dei commenti sui loro profili. I commenti in particolare mi hanno messo subito a disagio: la maggior parte era incomprensibile e gli altri dicevano più o meno tutti la stessa cosa (in sostanza, spesso si trattava di esprimere il desiderio di infilare il pene in un orifizio, qualunque esso fosse).

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Gli iscritti sono principalmente uomini: su 115 membri online al momento della mia connessione, solamente 6 erano ragazze. Inoltre, visitando vari profili femminili ho notato che alcuni erano falsi: le foto postate ritraevano persone diverse. Per ripristinare una parvenza di equilibrio, il sito collabora con una serie di pornostar che propongono delle sessioni di video chat. Per incitare i membri femminili ad esporsi, inoltre, il sito offre la possibilità di caricare contenuti a pagamento in cambio di una piccola commissione. E anche se questa funzione non è limitata alle donne, il fatto che nelle chat private ci siano per lo più contenuti femminili indica che gli uomini non hanno tutto questo successo.

Il sito offre anche una geolocalizzazione dei membri, che permette di avere un'idea del numero di utenti registrati residenti nelle vicinanze. Ce n'erano diversi nel mio quartiere, tutti ragazzi. Uno di loro di descriveva come "Un uomo vero, non uno pseudo effeminato", ma non c'era molto altro sul suo profilo. In compenso, la pagina di "ChupaChups75" era più fornita, e il suo video "Pompe tra amici" mi ha subito chiarito il significato dello pseudonimo.

Come su Facebook, i contenuti sono controllati: la moderazione serve per assicurare la legalità, proibendo per esempio di "pubblicare dei contenuti che potrebbero contenere modelli che non sono maggiorenni". Al di fuori delle pratiche illegali, ho avuto difficoltà a capire la sua politica: se certe pratiche sessuali considerate parafilie venivano autorizzate (feticismo, BDSM) o addirittura incoraggiate dal principio stesso del sito (esibizionismo), altre venivano vietate: sono quindi finito sul profilo di un utente che si faceva sgridare per aver postato dei "contenuti urologici". In questi casi, la moderzione sostituisce sistematicamente il contenuto incriminato con la foto di una ghianda (il frutto della quercia, in francese gland), che è abbastanza divertente.

Alla fine, non so se sia veramente opportuno mescolare porno e social network. Il fatto di sapere cosa pensano i tipi che si masturbano delle immagini sul mio schermo mi è sembrato tutto tranne che eccitante, e continuo a pensare che guardare i porno è un piacere da gustare da soli. Soprattutto, non sono certo che il concetto sia rivoluzionario: se si tratta di vedere la gente mostrare la propria intimità, c'è già Chatroulette.

Ad ogni modo, bisogna riconoscere che Social Porn può effettivamente trovare un proprio pubblico: molti gruppi sono destinati a chi cerca un partner nelle vicinanze, e molti utenti lo usano per fissare incontri o manifestare la propria sessualità senza incontrare le reazioni negative che potrebbero ricevere altrove. E poi, il sito contribuisce in un certo senso anche al rinnovamento della pornografia: in un'intervista su Social Porn, il sociologo Gianni Haver spiegava che "l'estetica artificiale e improbabile del porno tradizionale, in cui a essere venduto è qualcosa di inaccessibile, cede sempre più il passo a un porno amatoriale, dove gli attori sono le persone che potremmo incontrare sotto casa. Internet, col suo anonimato, ha aperto la possibilità di mostrarsi su larga scala." Mentre aspetto che questo social network cresca, penso continuerò a frequentare i siti in cui gli unici "membri" sono gli utenti iscritti.