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Basta rompere le palle ai trans svedesi

Nella liberalissima Svezia, una vecchia legge prevede che chiunque voglia cambiare la propria identità sessuale deve prima sottoporsi a sterilizzazione.

Sapevate che se volete essere riconosciuti come transessuali, in Svezia, dovrete essere sterilizzati? Io no, non lo sapevo. Anzi: fino a una settimana fa, quando nella mia testa pensavo al Paese scandinavo, lo immaginavo come un fantastico paradiso liberale. Poi però ho ricevuto un'email da AllOut.org in cui mi si chiedeva di aderire a una petizione per porre fine alla sterilizzazione forzata dei transgender in Svezia, e ci ho ripensato.

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In allegato alla mail c’era questo video.

Lo scorso 18 gennaio, circa 400 persone si sono radunate fuori dal parlamento svedese, a Stoccolma, per un manifestare contro l'imposizione della sterilizzazione a persone che volevano semplicemente che il loro sesso sui passaporti venisse cambiato.

Secondo All Out, la Svezia non è l’unico Paese a cui piace giocare al dottor Mengele. “’La  sterilizzazione forzata è stata tranquillamente praticata per decenni in Paesi con idee tipicamente progressiste in fatti di diritti LGBT,” spiega Guillaume Bonnet di All Out. “Francia, Olanda, Australia e un paio di Stati americani la richiedono tuttora, mentre Italia e Germania hanno recentemente modificato questo tipo di legislazione."

“Alcuni Stati europei, tra cui Gran Bretagna, Austria, Germania e Portogallo, hanno appena messo fine alla sterilizzazione come requisito per il riconoscimento. Se tutto va bene, presto altri seguiranno il loro esempio.”

Ma la faccenda resta poco chiara. Per capire qualcosa di più, ho chiamato il giovanotto del video qui sopra, Love Georg Elfvelin (purtroppo si pronuncia Luuurve, mannaggia).

VICE: Ciao Love, cosa stai facendo?
Love Georg Elfvelin: Qui sono le dieci di mattina, sono alle prese con un caffè.

Mi sembra giusto. Cosa hai fatto ieri sera? Qualcosa di divertente?
Sono tornato a Karlstad, la mia città natale, per fare visita ai miei familiari. Sono uscito con un paio di vecchi amici.

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Come hanno reagito familiari e amici al cambio di sesso?
Ognuno l’ha presa in modo diverso, la maggior parte positivamente. Mia mamma è stata fantastica; mi è stata di grande sostegno, anche se era un po’ triste per quello che avrei dovuto passare. Mio padre non è di molte parole, l’unica cosa che ha detto è stata, “Non mi interessa, sei mio figlio, ti vorremo sempre bene”.

Sembra che tu sia stato abbastanza fortunato.
Sì, assolutamente. L’unico a non reagire bene è stato mio fratello maggiore. Non ci siamo parlati per un anno. Poi è tornato e sono andato a vivere con lui per sei mesi in Norvegia, e ora è il mio miglior amico. Credo sia perché ha nove anni in più di me.

Quanti anni hai?
21.

Quando hai deciso di fare l’operazione per il cambio di sesso?
Tre anni fa, anche se ci riflettevo da molto più tempo. A 17 anni, un mio amico mi chiese se ci avessi mai pensato e io risposi, “Sì, ma non sono un transessuale”. Poi però sono entrato in un brutto periodo, stavo male. Ho iniziato a chiedermi perché, ed è allora che ho capito che la domanda del mio amico aveva un senso e io dovevo affrontare la cosa. Non è stato il momento più felice della mia vita.

Love ora (a sinistra) e prima della terapia ormonale.

In cosa consiste il processo? Hai avuto a che fare con molta burocrazia?
È un processo lungo. La prima cosa di cui devono assicurarsi è che tu sia mentalmente stabile, realmente un transessuale a livello psicologico. Dopodiché poi iniziano con il trattamento ormonale. Ho dovuto fare un sacco di psicanalisi prima di essere definitivamente autorizzato a prendere gli ormoni. Il prossimo step è la chirurgia plastica.

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Sei impaziente o preferisci prendertela con calma?
No, voglio fare l’intervento, ma dovrò aspettare fino a quando non revocheranno quella stupida legge. Non vedo l’ora di rimuovere il seno, però.

Hai in programma di mettere su famiglia, in futuro?
Sì, ma non voglio affrontare una gravidanza. Voglio solo che i miei ovuli vengano congelati, così che la mia futura fidanzata possa rimanere incinta per loro tramite. La gravidanza sarebbe una sensazione davvero strana. Sono un uomo, e per me, la capacità di avere un bambino è la caratteristica per eccellenza del genere femminile.

Capisco. Ti ricordi di quel ragazzo americano, Thomas Beatie, che ha partorito tre figli? I media ne hanno parlato molto.
Già, lo considero una specie di eroe, anche se ha dovuto far fronte a un sacco di critiche.

Hai detto di non volere una gravidanza. Come giudichi la decisione di Beatie? Pensi che nel lungo periodo la cosa potrebbe influenzare negativamente i suoi figli?
Be’, forse nell'adolescenza potrebbe farli arrabbiare un po', ma credo che se c'è amore nella famiglia lo supereranno tranquillamente.

Come sei diventato il volto di questa campagna?
Collaboro con RFSL Youth (la comunità LGBT svedese) ormai da tempo. Lavoravo come consulente per i ragazzi del liceo. Poi ho partecipato alla manifestazione a Stoccolma e alcuni amici mi hanno detto che stavano facendo questo video, e mi hanno chiesto se volevo prendere parte alle riprese. Così abbiamo girato fuori dal Parlamento.

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Manifestanti a Stoccolma, 17 gennaio 2012.

Riesci minimamente a capire le ragioni di chi appoggia la sterilizzazione?
No. Voglio dire, l’intera faccenda è così stupida. In pratica, dicono: “Non vogliamo vedere in giro uomini in stato interessante.” La cosa di cui non si rendono conto è che io posso smettere di prendere ormoni e tornare ad avere l'aspetto di una donna, ma in realtà sono un uomo. Sono tutte formalità. In Norvegia è la stessa storia, e la cosa più strana è che questi dovrebbero essere Paesi liberali, a favore dei diritti degli LGBT e delle adozioni gay. Immagino si tratti di leggi ormai datate.

Intendi dire che non sei stato vittima di discriminazioni e violenze?
Sì. L'episodio più simile a maltrattamenti e discriminazioni si è verificato un paio di anni fa, durante il Giorno dell’Indipendenza. Una banda di skinhead pensava che il mio amico e io fossimo una coppia lesbica—cosa ovviamente non vera. Mi sono parecchio arrabbiato e ho iniziato a gridargli in faccia, ma i miei amici mi hanno prontamente trattenuto e ci siamo allontanati, altrimenti me le avrebbero date… e io non avrei potuto fare granché.

Sei ottimista rispetto alla revoca della legge sulla sterilizzazione forzata?
Certo. Ne stanno già discutendo in parlamento, si aspettano di raggiungere un accordo entro l’estate. Le uniche persone che la sostengono sono quelle di un piccolo partito conservatore. Vogliamo fare pressione sul Primo Ministro, affinché si renda conto che è ora di finirla.

Ci sono altre strategie che volete mettere in atto per la campagna, al di là del video?
Per il momento, voglio che il video venga visto dal maggior numero di persone possibile, che la petizione venga firmata e che si vada in strada a protestare. Penso che possa bastare.

Se solo funzionasse più spesso. Grazie Love!

Se volete firmare la petizione di AllOut.org per mettere fine alla sterilizzazione forzata dei transgender in Svezia, cliccate qui.