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Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, secondo Starace, si "colpiscono le persone opposte al cambiamento nel modo più plateale e manifesto possibile in modo da ispirare paura…o esempi positivi" (che tipo di esempi positivi?). Dopo pochi mesi, quindi, l'organizzazione capisce, "perché alla gente non piace soffrire."
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Effettivamente le parole di Starace sono state piuttosto forti, innanzitutto se si pensa che stava cercando di dare un esempio concreto di team building rispondendo a una domanda sull'importanza dei propri collaboratori. Il tutto mentre si rivolgeva a uno studente della Luiss, dove—leggenda vuole—si sta formando la "classe dirigente" del futuro. Messe giù così, con il linguaggio che ha utilizzato, queste dichiarazioni somigliano velatamente a un'apologia del mobbing sul lavoro. Anzi: probabilmente anni fa queste stesse dichiarazioni avrebbero suscitato molto più clamore rispetto al gorgoglio che hanno ottenuto in questi giorni.Ma in un certo senso io le trovo anche confortanti, e soprattutto appropriate, perché estremamente sincere.Rispetto alle filippiche stevejobbesche di Farinetti alle varie Leopolde hanno rappresentato una svolta qualitativa netta: è quasi liberatorio che finalmente uno degli illuminati che sta ridando lustro e cambiamento all'Italia renziana parli così.Non so come la vedete voi, ma da un po' di tempo a questa parte mi sembra palese come il lavoro in Italia si stia sempre più improntando a quel concetto angloamericano dello "spolpiamo i nostri diritti in nome della redenzione economica." Ed è abbastanza chiaro che continueremo a seguirlo per diverso tempo. Quindi è normale e giusto che dopo la fase del riassetto organico delle posizioni lavorative arrivi anche quello psicologico. Come ha detto Starace alla Luiss "quando capiscono che la strada è un'altra tutto sommato si convincono miracolosamente, e vanno tutti da quella parte. È facile."Quindi ricapitolando: no errori umani, no dissenso, sì ai crumiri, sì al vassallaggio, sì al mobbing lavorativo, sì alla paura, sì alla sofferenza che poi la gente almeno si accorge che non la vuole. "Non chiedetevi cosa potete fare per Starace, chiedetevi cosa è disposto a farvi Starace per farvelo fare."Segui Niccolò su TwitterSegui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: