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Tea's Tacos

Fake it till you make it

Ormai ho smesso di tenere il conto di quelli con cui ho fatto sesso. Ma ricordo con esattezza quali mi hanno fatto venire. E si contano sulle dita di una mano.

Tempo fa tenevo una lista di tutti quelli con cui facevo sesso. Li scrivevo su un foglio che conservavo nella mia Moleskine, annotando il nome di ogni ragazzo e accanto il numero corrispondente, per mantenere un'organizzazione. A volte aggiungevo qualche dettaglio per ricordare i momenti trascorsi con il Barista Sposato Sotto Al Ponte o l'ex Bassista Nel Seminterrato, perché sono sentimentale. La custodivo con cura, mi dava gioia, ma scrivere era estenuante. Sono mancina, e i palmi mi sudano sempre, quindi arrivata al capo opposto della pagina l'inchiostro era letteralmente dappertutto. In più le unghie lunghe si conficcavano nella carne, lasciandovi piccoli segni rossastri a forma di mezzaluna. Era fastidioso e avevo l'impressione che fosse tanto lavoro per nulla—del resto, non vale la pena fare qualcosa se gli altri non lo vedono. Così ho buttato via la lista e deciso di documentare le mie imprese online, perché è molto più pratico, e perché sono un'attention whore.

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Abbandonata la lista, però, ho smesso di contare gli uomini. Inizialmente pensavo di poterne tenere traccia a mente, ma alla fine non ci sono riuscita. Ad oggi non ho idea di quanti siano e non sarei in grado di riscrivere la lista neppure volendo. Sono consapevole che non conoscerò mai il numero di coloro che sono stati dentro di me. Ma ricordo con esattezza quali mi hanno fatto venire. E si contano sulle dita di una mano.

La maestra d'asilo mi aveva ordinato di tenere le mani "in vista" durante il sonnellino, perché se erano sotto il lenzuolo sapeva che non stavo facendo nulla di buono. Tutto era nato dal pomeriggio in cui mi aveva sorpresa a contorcermi come un pesce in punto di morte, quando si era rivolta a me sussurrando, "So cosa stai facendo, ed è brutto." Mi aveva spiegato che masturbarsi in pubblico era inappropriato, e da allora ho imparato a farlo con discrezione. Ho imparato a raggiungere l'orgasmo senza penetrazione, toccandomi attraverso le mutande o persino i pantaloni. Anche se preferisco farlo stando comodamente sdraiata sulla pancia, ci riesco anche appoggiandomi a una sedia o al tavolo o da seduta. E siccome è facile, rapido e pulito spesso sono tentata dal masturbarmi nei bagni dell'università, a tavola al ristorante o in ufficio, e a volte lo faccio pure. Effettivamente, se sono in ritardo potete tranquillamente dare la colpa al mio self-service. Se poi insisto anche sul fatto di dovermi "lavare le mani" immaginare il motivo non è difficile.

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Masturbandomi riesco a venire nel giro di minuti, secondi, in uno schiocco di dita. Ma durante il sesso no (esclusa qualche [rara] eccezione, di cui parlerò più avanti). Il punto è che, sia che il sesso sia stato noioso, divertente o eccitante, non sono venuta. E se dico che l'ho fatto, non è vero. Se dico che sono venuta tre volte, è ancora meno vero. Ma è colpa mia, e mi dispiace.

Perché fingo? Perché provo imbarazzo per il fatto di non aver sentito nulla, perché non voglio insultarvi, perché voglio finire in fretta e riuscire a prendere l'ultima metro. Perché non è facile guardarvi dolcemente negli occhi e dire, "Ci sono centinaia di altri uomini che non sono riusciti a farmi venire. Non sei tu, sono io!" (Se c'è un modo gentile per comunicarlo fatemelo sapere, per favore).

Dal momento che gli uomini vengono così facilmente, non capiscono perché mi sia difficile, e siccome io fingo credono di avermi dato abbastanza. Di conseguenza, finisco per incoraggiare la diffusione di questa pratica di persona in persona. Il mio simulare orgasmi fa male tanto agli uomini quanto alle donne [me stessa inclusa]! So di fare la cosa sbagliata, ma proprio non ci riesco, a smettere.

Per fortuna (o sfortuna?) non sono sola.

Pensavo ci fosse qualcosa di sbagliato in me, almeno finché non mi sono confrontata con le mie amiche. All'inizio negavano ovviamente tutte—quanto spesso ci eravamo trovate a parlare del numero di volte in cui tale ragazzo ci aveva fatto venire, sono per avere qualche aneddoto con cui accompagnare i cocktail? È una sorta di grande cospirazione di cui (quasi) tutte siamo parte e che nessuna vuole riconoscere. Ma la cosa peggiore è che non possiamo prendercela con gli uomini (sapete quanto mi piaccia dargli la colpa di tutto). Il problema sta nel nostro ignorare cosa vogliamo, o come chiederlo.

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Posto che l'orgasmo femminile è stato giudicato "inutile da un punto di vista evolutivo" (se non mi credete fate una ricerca su Google), e considerate tutte quelle altre cose sul femminismo a cui ho accennato nelle precedenti puntate, ci è stato insegnato a non parlare dei nostri orgasmi o a esigerli. Sentiamo che per noi è normale non venire, e pensiamo più a far sì che lui sia a suo agio piuttosto che lamentarci e piangere e strappare i cuscini coi denti, in preda alla disperazione.

In America si dice che lavorando sodo si può avere tutto (dicono anche che il ketchup sia verdura, quindi, ecco, prendete quello che vi dico con le pinze). Dopo anni di prove insoddisfacenti e sconfortanti, dopo aver deciso di usare il sesso esclusivamente come materiale narrativo o scusa per sfoggiare la biancheria intima, dopo aver fatto pace con l'idea che la mia fica non funzionasse e/o volesse punirmi per essermi toccata troppo… forse ho trovato uno stratagemma.

Il mio primo orgasmo durante un rapporto è arrivato per caso, con un tipo brutto e maleodorante che mi ha trattata malissimo. Credevo fosse perché ero fatta; non pensavo dipendesse da lui, visto che in precedenza avevo fattosesso con ragazzi più sexy—e ovviamente essere “sexy” è la risposta a tutto, no? Ma poi mi sono imbattuta in un altro miracolo, che mi ha fatto venire colpendomi in faccia, urlandomi contro e trattandomi come un cane (true romance). Dopo di lui, ho raggiunto l'orgasmo con lo schifoso sugar daddy che odiavo, e con un altro che ha accettato di schiaffeggiarmi dopo che con riluttanza avevo vuotato il sacco, ormai compreso il mio "trend." (L'onestà è la condotta migliore).

Non sto dicendo che per poter venire ogni ragazza dovrebbe simulare un abuso—probabilmente serve tutto il contrario. Magari potete venire solo se un ragazzo vi colpisce in faccia con dei calzini sporchi o vi spalma il sedere di gelato al caffè o recita passaggi di Guerra e Pace o imita Christopher Walken. Che importa? Quello che conta è provare tutto, trovare il proprio Segreto per il Successo e far sì che qualcuno lo metta in atto per voi.

Oh, e quanto a quelle che vengono facilmente durante il sesso, sì, so che esistete, da qualche parte. Siete molto fortunate, perciò vedere di tenere da conto quel dono. E sappiate che vi odio per questo.

Segui Tea su Twitter: @TeaHacic

Settimana scorsa: Triple Standard