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Il mercato greco del sesso traffica donne da tutto il mondo

In tempi di austerity la Grecia è divenuta una specie di sinonimo di "problema". E anche se nel paese la prostituzione è legale, negli ultimi anni il mercato illegale si è allargato a dismisura per via delle molte straniere che usano la Grecia come...

In tempi di austerity, la Grecia è divenuta una specie di sinonimo di "problema". Tra questi, l'ultimo ad essersi aggiunto alla lista di quanti ricevono l'attenzione dell'opinione pubblica sembra essere il traffico sessuale. Anche se la prostituzione in Grecia è legale, negli ultimi anni il numero di prostitute regolari è stato superato dalla moltitudine di straniere che gravitano nel mercato illegale. La maggior parte di queste ragazze arriverebbe dall'estero, e nonostante il paese si sforzi di mantenere il controllo, quella della prostituzione è una piaga che continua a dilagare.

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"Ogni situazione è diversa e ogni ragazza ha una sua storia alle spalle," racconta Myrto Papadopoulos, la fotografa ideatrice di The Attendants, un progetto che si propone di documentare la vita delle lavoratrici del sesso e di offrire loro un aiuto concreto in molti ambiti, dall'offerta di un rifugio sicuro in collaborazione con l'Esercito della Salvezza all'organizzazione di laboratori fotografici per prostitute e donne vittime della tratta. La genesi del progetto risale al 2009, ad Atene, quando Myrto ha notato "un'esplosione di film porno con celebrità di serie d. Volevo sapere come fosse possibile vendere così tante copie di film porno mentre in Grecia c'era il caos totale." Quando ha iniziato a discuterne con un numero sempre maggiore di persone, l'attenzione si è spostata dal porno alla prostituzione e al traffico di donne.

Myrto ha fotografato le donne di strada di Atene solo dopo aver instaurato con loro un rapporto di confidenza, cosa che le ha permesso di ascoltare storie come quella di un magnaccia che aveva squarciato la faccia ad alcune ragazze per poi chiuderle a chiave in un'auto, oppure quella di una ragazza tenuta prigioniera e ripetutamente stuprata dai suoi rapitori: quando ha finalmente trovato la porta aperta è fuggita correndo nuda per il palazzo in cerca di aiuto, ma nessuno è andato in suo soccorso.

Theodora Gianni, un'assistente sociale del Centro Nazionale per la Solidarietà Sociale, lavora con le donne che sono uscite dal mercato del sesso-di solito perché prese durante una retata della polizia o perché scartate dai trafficanti per le condizioni fisiche. Il centro fornisce un rifugio e un supporto psico-sociale alle vittime.

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"Ci sono donne che si barricano in camera, donne che dormono con le luci accese e altre che non vogliono proprio svegliarsi," dice Gianni. "Spesso vengono da noi nel momento in cui si rendono conto di aver perso tutto, compresa la speranza di poter guadagnare almeno qualche soldo da inviare alle famiglie."

"Molte di loro non riescono a dormire bene, hanno incubi e flashback di ciò che hanno vissuto e sono molto ansiose perché non sanno come e cosa raccontare ai familiari," aggiunge l'assistente sociale Margarita Barkamelli.

Secondo Gianni, la maggior parte delle donne è attirata nel paese con la promessa di falsi posti di lavoro e poi costretta al mercato del sesso tramite minacce fisiche o psicologiche. C'è anche la tecnica del "latin lover", in cui il trafficante inizia una relazione con la ragazza, a volte anche sposandola o facendoci figli come prova di sottomissione, per poi farla entrare di contrabbando nel paese. Con le ragazze africane, una novità nel mercato del sesso greco, il trafficante minaccia invece di lanciare maledizioni juju su loro e le famiglie.

Gianni e Barmakelli hanno lavorato con una donna che era stata portata nel paese con il pretesto di un lavoro regolare. Subito dopo aver attraversato il confine illegalmente, i trafficanti le hanno sequestrato il passaporto sostituendolo con un falso, fornendole anche un permesso di soggiorno contraffatto. Hanno poi usato un'altra ragazza (ex prostituta poi diventata reclutatrice) per convincerla a entrare nel mercato del sesso con la promessa di fare un sacco di soldi-denaro che per sicurezza avrebbe custodito il trafficante. Per quattro anni la ragazza ha lavorato ogni giorno, spostandosi per tutta la Grecia e credendo di aver messo via un bel gruzzoletto.

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I trafficanti le avevano anche detto di aver sistemato un microfono nella sua stanza per controllare che non rifiutasse alcuna richiesta sessuale da parte dei clienti. "[A un certo punto] lei chiese indietro il suo passaporto e come conseguenza fu picchiata così violentemente che non poté lavorare per una settimana," racconta Barmakelli. "Quando poi ebbe bisogno di tornare al suo paese perché il padre era gravemente malato, chiese indietro i soldi al magnaccia ma ne ricevette solo una minima parte. Per riavere il resto dei soldi, non poté fare a meno di ritornare in Grecia illegalmente." A quanto pare, quando la polizia l'ha portata al centro la sua preoccupazione principale era quella di perdere tutto il denaro. "Era convinta che il pappone l'avesse trattata bene, ma col passare del tempo le sono tornate in mente certe esperienze e ha cambiato idea."

Un altro caso riguarda una giovane donna africana che voleva venire in Europa per studiare: le era stato promesso un passaporto, ma in realtà è finita in una serie di stanze buie in diversi paesi, costretta ad avere rapporti sessuali con molti clienti per tutta la giornata senza avere la minima idea di che ora fosse. "È stata liberata solo quando si è ammalata al tal punto che era diventata inutile per il magnaccia," racconta Gianni.

Gianni ci ha spiegato anche che le vittime di questo traffico riportano abusi e traumi psicologici non dissimili da quelli dei prigionieri di guerra. Crede che la crisi economica, non solo in Grecia ma in tutto il mondo, sia la ragione principale per cui le persone si ritrovano in queste situazioni. "Quelle donne vengono qua per lavorare, ma le cose non sono così semplici. È davvero complicato trovare un lavoro e integrarsi."

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Una delle donne che lavora con Myrto Papadopoulos è Marie, che non è una vittima della tratta ma una prostituta d'alto bordo che crede di fornire un servizio alla società, un caso raro nella Atene di questi tempi. Anche se all'inizio la prostituzione non era il suo principale impiego, ormai lavora nel campo da più di 30 anni. Seduti non troppo lontano dalla strada dove lavora di notte, Marie mi ha detto che non vede più ragazze greche in giro. Ora, spiega, il mercato è pieno di ragazzine provenienti da altri paesi, "che farebbero qualsiasi cosa per pochi spiccioli."

"Queste ragazze non sanno come prendersi cura di se stesse, sia nell'igiene che nella prevenzione dalle malattie," mi ha detto. "Il fatto che io sia ancora in giro dopo tutti questi anni vorrà pur dire qualcosa." I trafficanti hanno invaso il mercato costringendo Marie ad aspettare ore prima di trovare un solo cliente, ed è questo il motivo per cui le prostitute greche hanno lasciato il paese in cerca di mercati in cui la concorrenza non è così spietata.

"Gli uomini più anziani vanno con queste ragazzine per dare sfogo alle loro menti malate," sostiene Marie. "Molte di queste ragazze si nascondono dalla polizia in bordelli illegali, negli "studio" (i bordelli moderni) e su internet." Marie ha continuato a spiegarmi come questa professione abbia perso la sua semplicità. "Non si tratta più di negoziare il prezzo per una prestazione normale. Gli uomini greci hanno perso la testa e sono diventati dieci volte più perversi," dice, accusandoli di pedofilia, di pigrizia e di essere dei maniaci sessuali esauriti. "Non sto affrontando solo la crisi economica; sto affrontando tutti questi pazzi: la vera crisi è nelle menti dei greci."

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Myrto pensa che un sacco di clienti con cui ha parlato siano a loro modo vittime: infelici, soli e insicuri. "Voglio affrontare la cosa dalla parte degli uomini e capirne i motivi. È solo una questione di libido? Che cosa li fa andare lì, qual è la ragione?" In parte, racconta Myrto, ha a che fare con la cultura greca: un esempio è la tradizione che vede i padri portare i figli ai bordelli per fargli perdere la verginità.

Marie sostiene che i clienti riescano a capire se una donna è vittima della tratta e che "potrebbero segnalarlo senza correre rischi." Hercules Moskoff, il coordinatore nazionale del Dipartimento contro la Tratta Umana del Ministero degli Affari Esteri greco, ha un parere leggermente diverso: "Gli uomini non sono influenzati dalle campagne di sensibilizzazione tradizionali, che in ogni modo non sono sufficienti. C'è bisogno di coinvolgere più persone come Myrto, e bisogna che i dipartimenti governativi e i diversi paesi imparino a collaborare."

"I trafficanti sono organizzati a livello internazionale: dovremmo fare lo stesso, dovremmo diventare più internazionali nel modo di pensare e reagire," ha aggiunto.

Un altro problema è che il sistema giudiziario greco è così malridotto che possono passare dai cinque ai dieci anni per arrivare a una condanna, il che rende difficile perseguire un trafficante imputato. Secondo Moskoff, la condanna diventa ancora più irraggiungibile se si considera che le vittime non sono disposte a rimanere nel paese per tutto il tempo necessario al termine del processo.

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Alcuni rapporti stimano che il numero totale delle schiave del sesso in Grecia sia di circa 20.000 donne, anche se i numeri sono tutt'altro che affidabili. "Non ci sono statistiche precise che possano darci risultati sicuri sia a livello qualitativo che quantitativo. Questo perché il fenomeno è di massa, il traffico è un crimine 'silenzioso' e non c'è alcun coordinamento tra le task force, le amministrazioni e le autorità regolatrici europee e nazionali," sostiene un rappresentante dell'ong Love146, che ha come obiettivo quello di definire numericamente e in maniera esatta la dimensione del problema. "Il numero del traffico di esseri umani si basa principalmente su supposizioni e su stime, in tutto il mondo."

Per concludere con una nota vagamente positiva, Gianni mi dice che nonostante i consensi riscossi nel paese dal movimento neonazista Alba Dorata, ai volontari del centro non interessa la nazionalità delle ragazze. "Vogliono solo aiutarle," afferma. Myrto sa benissimo che The Attendants è una goccia minuscola nella lotta al traffico di esseri umani, ma crede che se riuscirà a cambiare anche la vita di una sola persona tutta questa fatica avrà avuto un senso. A novembre è prevista una tavola rotonda presieduta da lei e Moskoff presso l'Unione Europea.

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