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Belgio-Italia: tutti i vantaggi di tifare una nazionale 'scarsa'

Dopo la partita di ieri sera, giocata e vinta grazie a Giaccherini, Pellè e Parolo contro la nazionale più pompata degli ultimi anni, possiamo finalmente dirlo: quanto è liberatorio tifare una squadra su cui non ci sono aspettative?
Niccolò Carradori
Florence, IT

È all'incirca il 47esimo minuto del secondo tempo di Belgio-Italia, e io sto vagando senza meta per l'ufficio in cui con alcuni colleghi ci siamo rinchiusi a vedere la partita, mentre esulto scompostamente infamando il modello belga, la tecnica, la politica dei giovani e le pippe chilometriche sull'importanza delle orecchie a sventola nei movimenti tattici di Kevin De Bruyne. Graziano Pellè, l'ultimo esemplare di bomber italiano con il complesso di Edipo e l'abbronzatura a gennaio, l'ha appena cacciata alle spalle di Courtois, sancendo la prima vittoria all'Europeo di quella che a oggi è in assoluto la Nazionale più scarsa da quando sono nato. E che potenzialmente potrebbe farmi godere più di tutte.

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Lo spirito con cui seguirò questo Europeo è totalmente diverso dal passato. Prima dell'inizio della manifestazione ne avevo una vaga impressione, ma dopo la partita di ieri sera, giocata e vinta grazie a Giaccherini e Pellè contro la nazionale che occupa il secondo posto nel ranking FIFA, con un Parolo sugli scudi, Conte che si frantuma un labbro per esultare, e De Rossi che rivendica scommesse vinte con gli amici di Ostia, ho avuto la certezza.

Le premesse di quasi tutte le competizioni a nazionali a cui l'Italia ha partecipato non sono mai state rosee; tranne il Mondiale del 2002 non ricordo un singolo ritiro a Coverciano che non fosse addobbato di pessimismo e orribili profezie su come sarebbe finita male l'Italia. Profezie che ci davano quasi per spacciati in Germania nel 2006, con Pirlo, Totti, Del Piero, Cannavaro ecc ecc. Ma stavolta è diverso: il pessimismo ha senso. Visto che abbiamo vinto soltanto la prima partita, del resto, può ancora accadere di tutto. Anche il peggio.

In questa Nazionale non c'è un singolo giocatore al di sotto dei 30 anni che sia anche solo accomunabile a quelli che l'Italia poteva schierare fino a qualche anno fa—anche quelli del disastroso Mondiale in Brasile lo erano indubbiamente—e che molti schifavano ugualmente. Ieri sera siamo andati in campo con quattro giocatori su 11 che fino a tre/quattro anni fa giocavano nel Cesena. E abbiamo battuto quella che negli ultimi anni è stata la vera vena varicosa sulle gonadi di tutti: il Belgio dei giovani provetti che hanno un progetto e noi no, con Hazard e De Bruyne e Lukaku e tutti gli altri tizi che hanno quotazioni colossali e i 14enni vogliono comprare alla Master League di PES. Nonostante la nostra indefessa invidia del pene, che ci ha portato a svilire per anni la Nazionale—spiegatemi per quale motivo nel 2006 partivamo contro-pronostico con una Germania che in campo aveva Mertesacker, Metzelder e Podolski? Perché?—questa è l'unica Nazionale "operaia" che abbia mai visto. E proprio questo potrebbe rendere l'Europeo avvincente come mai ci saremmo aspettati. Lo so che può sembrare un ragionamento controsenso: perché essere scarsi dovrebbe essere emozionante? Ecco perché. Finalmente possiamo liberarci di tutta quella fuffa del vorrei-ma-non-posso all'italiana in cui infami per 90 minuti giocatori che in realtà sotto sotto speri possano vincere la manifestazione; di tutte quelle critiche pallosissime del post eliminazione su Balotelli odiato dai compagni, Prandelli che non doveva fare quel cambio, il blocco Juve che non funziona, e altre cagate del genere. Perché su questa Nazionale non esiste alcuna vera aspettativa.

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Vedere Parolo, il Gerrard della varesotto, che sgroppa in mezzo al campo sarà esaltante, non deludente. E Conte, con alle spalle una discreta esperienza nel far vincere i mezzi giocatori, da questo punto di vista potrebbe essere l'allenatore giusto nel periodo storico giusto.

Ok, non ci saranno più i grandi, e probabilmente possiamo sperare di vincere soltanto con la stessa serie di botte di culo e congiunzioni astrali che portarono la Grecia alla vittoria nel 2004, ma vi ricordate la bellezza passiva di Italia-Olanda a Euro 2000? Se tutto va bene, ci sta aspettando quel tipo di bellissima sofferenza speranzosa. Nel frattempo, e in attesa della prossima partita—che potrebbe tranquillamente farmi perdere tutto l'entusiasmo—oggi conta una cosa sola: quanto è prossimo all'orgasmo battere questo Belgio pompatissimo con un gol di Giaccherini? È tutto quello che ho sempre sognato di vedere negli ultimi anni di calcio internazionale: la distruzione di 20 anni di sacrifici e scuola calcio propositiva per mano di una Nazionale catenacciara con i piedi sagomati.

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