Salute

Come riesco a mantenere una vita sessuale attiva nonostante la poca libido

Le malattie della tiroide possono avere conseguenze anche sulla vita sessuale—sebbene se ne parli poco.
Daniele Ferriero
traduzione di Daniele Ferriero
Milan, IT
problemi tiroide e sessualità
Fotogrby fizkes via Getty Images

La tiroide è una ghiandola dalla forma a farfalla collocata di fronte alla trachea, e produce e gestisce quegli ormoni che aiutano a regolare lo sviluppo fisico, come ad esempio la crescita muscolare, il metabolismo e molte altre funzioni corporee.

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Almeno il 12 percento delle persone nascono con o sviluppano a malattia legata alla tiroide, che porta le ghiandole a produrre pochi o troppi ormoni tiroidei—uno scompenso che può avere effetti su altre ghiandole e sui livelli ormonali, inclusi quelli che controllano direttamente le funzioni sessuali.

Queste patologie possono avere diverse e importanti ripercussioni sul corpo e sulla mente. L’ipertiroidismo, la produzione eccessiva degli ormoni tiroidei, causa spesso ansia e irritabilità, tremori e debolezza, sensibilità al caldo e problemi a prendere o mantenere il proprio peso. L’ipotiroidismo può provocare depressione e confusione mentale, indolenzimento e infiammazione, sensibilità al freddo e cambi di peso. Entrambe le categorie spesso portano anche a un grave affaticamento. Se non trattate con la somministrazione di farmaci, le conseguenze possono essere anche gravi.

I gruppi di sensibilizzazione per la salute della tiroide ritengono che il 60 percento delle persone con queste patologie in realtà non sappia di averle, perché i sintomi possono essere simili a quelli di altre malattie. Persino i medici esperti alle volte hanno bisogno di tempo per riconoscere e diagnosticare una malattia tiroidea. Una volta ottenuta la diagnosi, individuare il giusto trattamento potrebbe richiedere altro tempo. In più, i cambiamenti nel corpo e negli stili di vita portano anche a cambiamenti costanti nelle funzioni ghiandolari e nel bilanciamento degli ormoni. Quindi, anche dopo aver trovato una terapia efficace, i sintomi legati ai problemi della tiroide possono ripresentarsi a distanza di tempo e costringere le persone a ri-bilanciare attraverso la terapia.

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Nessuno si è preoccupato del rapporto fra i problemi alla tiroide e la sessualità

Come se non bastasse, i ricercatori in questo campo ammettono di non aver dato particolare priorità alle preoccupazioni riguardanti la vita e il benessere sessuale dei pazienti. Recenti studi suggeriscono che, mediamente, almeno il 40 percento delle persone con problematiche alla tiroide ha fatto esperienza anche di conseguenze sul piano sessuale, sia causate direttamente dal cambiamento nel bilanciamento ormonale, sia come risultato secondario di effetti quali dolore, stanchezza o altri sintomi diretti. Le persone dotate di pene possono sperimentare un tasso di disfunzione erettile più alto della media, eiaculazione precoce e eiaculazione ritardata. Le persone dotate di vagina segnalano di avere spesso difficoltà con la lubrificazione e a raggiungere l’orgasmo. Indistintamente, si riferisce poi una diminuzione significativa del desiderio sessuale e dell’eccitazione.

Se le persone vengono seguite e curate efficacemente per i loro problemi alla tiroide—di solito con una terapia ormonale soppressiva o terapie sostitutive—gli esperti ritengono che i pazienti dovrebbero essere in grado di minimizzare o persino eliminare la maggior parte, o addirittura la totalità, dei propri sintomi, inclusi quelli di natura sessuale. Alcuni gruppi di sensibilizzazione hanno inoltre cominciato a creare e a fornire risorse per aiutare le persone a mitigare gli effetti sessuali di queste patologie e promuovono un’attenzione maggiore al benessere sessuale da parte dei dottori. Gli esperti hanno inoltre sollecitato maggiori ricerche legate agli effetti delle malattie tiroidee e delle loro cure sulla vita sessuale delle persone.

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Tuttavia, scarseggiano testimonianze delle esperienze sessuali delle persone con malattie alla tiroide. VICE ha parlato con Paula, che ha la Tiroidite di Hashimoto—una delle cause più comuni dell’ipotiroidismo—e il suo partner, Victor.

I nomi di Paula e Victor sono stati cambiati per proteggere la loro privacy. L’intervista è stata editata per questioni di chiarezza e di lunghezza.


Paula: Mi è stata diagnosticata la Tiroidite di Hashimoto quando avevo 30 anni. Oggi ne ho 36. Dopo la diagnosi mi sono resa conto che avevo quei sintomi sin dai tempi dell’università, benché ai tempi li avessi sminuiti pensando di essere soltanto una studentessa piuttosto pigra. Poi, però, la situazione è peggiorata.

Dormivo molto. Avevo un’infiammazione cronica che tendeva a condensarsi nella parte alta della schiena. I capelli mi cadevano e le estremità delle sopracciglia avevano cominciano a sparire. Potevo mangiare 1.000 calorie in un giorno e allenarmi per cinque giorni a settimana, e comunque prendevo peso. Era molto difficile concentrami. Riuscivo a malapena a tenermi il mio lavoro, un lavoro davvero molto poco stressante. Provavo grande fatica. Quando vuoi far qualcosa ma sai già che esaurirai le energie a metà, anche se è una cosa che ti piace, cominci a sentirti come se non valesse nemmeno la pena provarci.

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Persino dopo la diagnosi, ci sono voluti due anni per riuscire a eliminare quasi del tutto i sintomi. Si è trattato di un processo graduale e di modifica delle dosi dei miei medicinali, per vedere cosa succedeva, aspettare gli esiti degli esami del sangue e poi sistemare.

Victor: Al tempo della diagnosi eravamo già sposati da più di tre anni. Prima di allora, non sapevo nemmeno quale aspetto avesse una tiroide.

Paula: I sintomi sono peggiorati quando ho cominciato a usare contraccettivi ormonali. Era la prima volta, e a riguardo non c’è granché nella letteratura medica. Ma, basandomi sulle storie di altre persone con patologie alla tiroide, credo che abbia contribuito a peggiorare la situazione.

Victor: Subito dopo esserci sposati ho notato un rapido declino nella nostra vita sessuale. Una parte di me all’inizio pensava si trattasse del classico cliché del matrimonio: una volta che ti sei sistemato, smetti di fare sesso. Era una situazione frustrante, anche perché non avevamo fatto molto sesso penetrativo prima del matrimonio. Ma non penso ne parlassimo granché, ai tempi.

Comunque non c’è voluto molto per collegare le problematiche alla tiroide di Paula alla nostra vita sessuale, dopo la diagnosi.

Paula: Sì, la mia libido era completamente scomparsa. Si tratta dell’unico sintomo che non sono riuscita a risolvere. Persino quando ero quasi del tutto libera da problemi legati alla tiroide, dalla primavera del 2018 all’autunno del 2020. Pare essere un problema comune in chi ha la Tiroidite di Hashimoto. A metà del 2020 sono anche andata in terapia per capire se c’erano altre cause. Ma abbiamo parlato molto e non credo il mio terapeuta pensi ci siano problematiche mentali che riguardano il sesso, dietro al mio problema.

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Voglio avere voglia di fare sesso. Qualche anno fa non ci mettevo niente a eccitarmi. So che ne ero capace, e mi manca. Non provo più quel tipo di desiderio—non nel modo in cui lo prova Victor. La sua libido è molto più grande della mia e l’intimità fisica è una delle maniere principali con cui lui mostra, dà e riceve amore.

Non facciamo sesso molto spesso e, quando lo facciamo, direi che la metà delle volte è motivato da tutto il tempo trascorso nel frattempo, nonché dal bisogno di Victor di avere quella carica emotiva e mentale che questo tipo di legame gli fornisce; e io voglio lui la abbia. L’altra metà del tempo invece sono io che voglio fare sesso.

Victor: Facciamo sesso con penetrazione una volta ogni due mesi, alle volte anche meno. Abbiamo anche alcuni momenti di stimolazione reciproca che non si trasformano in un rapporto completo, più o meno una volta al mese. Non voglio dire che è diventato banale…

Paula: [Ride] Puoi dirlo!

Victor: Il sesso che facciamo ha cominciato a diventare una questione di routine, un qualcosa di meccanico.

Paula: Non è facile anche solo avere la forza per dedicarmi al sesso. Quindi sì, il nostro sesso è piuttosto semplice e banale.

Ed è anche molto legato a questioni “logistiche”. Prima che i miei sintomi peggiorassero non avevo alcun problema di lubrificazione, ma adesso se non usiamo un sacco di lubrificante per me il sesso sarà ben poco piacevole. Poi non ho problemi ad avere orgasmi, quando riesco a entrare nel giusto mood.

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Ora il mio scopo principale per quanto riguarda il sesso è semplicemente quello di avere una forma di intimità con Victor, esprimere il mio amore su un piano fisico. Se riesco a ottenere in cambio anche un orgasmo, allora benissimo così. Ma non ne sento il bisogno allo stesso modo delle altre persone.

Victor: So quanto debba sforzarsi per fare sesso e quanto sia raro abbia voglia di farne. E non voglio parlarne in termini che la possano far sentire male o a disagio. Vorrei Paula si sentisse meglio invece di focalizzarsi sul fare più sesso con me. Con il tempo, sono arrivato ad accettare la situazione come qualcosa che ora come ora non possiamo controllare—possiamo soltanto conviverci.

Paula: Non mi sento mai sotto pressione da parte di Victor. Il senso di colpa che provo è qualcosa di mio, che sta dentro di me. Stiamo cercando un terapeuta di coppia che ci aiuti a imparare a riconciliare le nostre libido e si assicuri che siamo sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda la comunicazione e la comprensione, in generale e per quanto riguarda il sesso.

Victor: Per me è importante ci siano un bel po’ di coccole quando andiamo a letto e quanto ci svegliamo, per mantenere l’intimità. Poi, anche prima della diagnosi a dirla tutta, Paula mi chiedeva giornalmente di farle dei massaggi ai piedi. All’inizio del nostro rapporto, ogni tanto mi infastidiva il pensiero di doverlo fare ogni giorno. Ma negli ultimi anni per me è diventata un’altra forma di intimità. Durante i massaggi non ricevo tanto piacere quanto ne riceve lei, ma è comunque un modo per sentirci fisicamente legati, proprio come il sesso.

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Paula: In effetti sulla carta ottengo pressoché le stesse cose dalle coccole e i massaggi tanto quanto dal sesso.

Victor: Sì, ma io faccio dei massaggi ai piedi veramente eccezionali.

Paula: Ha ragione!

Victor: Invece la masturbazione non funziona granché, perché sono sotto terapia con gli SSRI, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, che rendono il tutto un po’… infruttuoso, per così dire. Non hanno cambiato per niente la mia libido, ma mi rendono più difficile arrivare all’orgasmo quando facciamo sesso. Però rende il rapporto più piacevole, in effetti, perché lo fa durare di più. E io voglio davvero trarne il massimo quando riusciamo a farlo.

Paula: [Risate] Dal mio punto di vista, sembri essere ok anche quando facciamo sesso e nemmeno tu hai un orgasmo. Come se fossi comunque soddisfatto dall’intimità raggiunta.

Victor: Be’, sono comunque un po’ dispiaciuto se non accade, ma in generale, certo.

Paula: Nonostante abbia un ottimo rapporto con la mia dottoressa, mi rendo decisamente conto che la mia bassa libido non è un sintomo di cui lei è preoccupata o al quale pensa quando cerchiamo di sistemare e aggiustare la mia terapia.

Non so se deriva dal fatto che ritengano non valga la pena di affrontare il problema o se non hanno i mezzi per farlo. In ogni caso, è frustrante. Si tratta di una restrizione che influisce negativamente sulla vita. So benissimo che quando tirerò fuori l’argomento con la dottoressa la prossima volta, dovrò dirle esplicitamente che voglio affrontarlo e che non si libererà di me finché non lo faremo.