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Un avvocato spiega cosa cambierebbe con la legge contro la propaganda fascista

Fare il saluto romano sarebbe reato una volta per tutte? E cosa succederebbe agli accendini e i meme di Mussolini?
L'onorevole La Russa mentre accenna un saluto romano durante l'approvazione alla Camera della legge Fiano. 

Di fascismi vecchi e nuovi si è parlato parecchio quest'estate. A luglio c'è stato il caso dello stabilimento balneare "Playa Punta Canna" di Chioggia, dove erano esposti simboli, immagini e richiami di vario genere al regime fascista, seguito dalle ronde organizzate da CasaPound sulla spiaggia di Ostia a caccia di ambulanti abusivi stranieri. Poi è arrivato il manifesto di Forza Nuova sulla difesa delle nostre donne dagli invasori ripreso da uno della Repubblica Sociale Italiana del 1944, e infine l'annunciata "Marcia su Roma" convocata per il 28 ottobre.

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Questo martedì—mentre la Apple mostrava al pubblico il nuovo modello di iPhone e Carlo Sibilia twittava da Montecitorio—la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge per l'introduzione del "reato di propaganda del regime fascista e nazifascista." Il disegno era stato presentato dal deputato del Partito Democratico Emanuele Fiano, e dovrà ora passare al voto del Senato per l'approvazione definitiva.

Il provvedimento punisce chiunque faccia propaganda di "immagini o i contenuti" e ideologie del partito fascista e di quello nazionalsocialista tedesco, anche attraverso la diffusione e vendita di gadget, oggetti o souvenir nostalgici—per intenderci: tazze, accendini e paccottiglia varia così in voga in alcune località balneari—oppure richiamando la gestualità del regime, cioè il saluto romano. Le pene vanno da sei mesi a due anni, ma sono aumentate di un terzo nel caso in cui il reato sia commesso online.

Al di là di polemiche delle destre e un accennato saluto romano di Ignazio La Russa durante la discussione, sin dall'arrivo in Aula della proposta sono state sollevate critiche anche da parte alcuni esperti di diritto, che hanno espresso perplessità sulla formulazione della fattispecie di reato e sulla sua efficacia.

Ho quindi cercato di fare un po' di chiarezza su quale sia la reale portata del ddl Fiano e cosa cambierebbe nel caso in cui venisse approvato in via definitiva. Per rispondere a dubbi e domande sorti intorno a questa legge mi sono rivolta all'avvocato Marco Sommariva, che da anni si occupa di contrastare legalmente i neofascismi ed è anche tesserato ANPI.

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MA NON BASTAVANO GIÀ LE LEGGI ESISTENTI?

La proposta di Fiano non è la prima in Italia a occuparsi di recrudescenze del ventennio. Nel 1952 è stata approvata la legge Scelba, che vieta la "riorganizzazione del disciolto partito fascista", nonché l'apologia o le manifestazioni ispirate al regime. A questa è seguita anni dopo, nel 1993, la legge Mancino, che punisce chiunque faccia propaganda di idee fondate sulla superiorità o l'odio razziale o etnico, oppure commetta atti di discriminazione o di violenza per questi motivi.

Ora, la domanda sorge spontanea: tutto quello che c'era era insufficiente, o le vecchie leggi e la nuova si sovrappongono?

"In alcune condotte descritte la proposta di Fiano è un vero e proprio doppione," spiega Sommariva. In altre condotte, prosegue, la proposta "è invece innovativa. Mi riferisco, ad esempio, alla vendita di paccottiglia fascista, su cui prospera l'economia di certi paesini mete del turismo nero."

In ogni caso, la legge Scelba sarà ancora applicabile "sia in virtù della clausola di sussidiarietà espressa ('Salvo che il fatto costituisca più grave reato…') presente nel nuovo testo normativo, sia in virtù della maggior ampiezza della formulazione della legge del 1952."

Insomma, le previsioni esistenti potenzialmente hanno un raggio maggiore della legge Fiano. Quello che però è da registrare, secondo Sommariva, è che "negli ultimi anni, in virtù di un'interpretazione riduttiva della legge Scelba operata da parte della giurisprudenza, si è arrivati all'assurda conclusione di autorizzare e ritenere lecite marce squadriste accompagnate dai soliti saluti romani."

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FARE IL SALUTO ROMANO SAREBBE REATO UNA VOLTA PER TUTTE?

Il divieto di fare il saluto romano non è al momento espressamente previsto. Secondo Sommariva, però, tale condotta è già "sussumibile all'interno dell'art. 5 della Legge Scelba," che punisce le "manifestazioni usuali del disciolto partito fascista."

Nella pratica i giudizi dei tribunali sono negli anni sono stati divergenti, oscillando tra condanne e più spesso assoluzioni, dovute a interpretazioni restrittive. Nel 2016, ad esempio, la Corte d'Appello di Milano ha prosciolto due esponenti di CasaPound, accusati di apologia del fascismo per aver fatto il saluto romano al "presente" di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani tenutosi nel 2014. Per la stessa commemorazione celebrata l'anno precedente, invece, il tribunale di Milano aveva condannato sedici militanti. Anche per quanto riguarda i saluti romani dalle curve dello stadio non c'è stata particolare uniformità di giudizio.

Con la nuova normativa, mi dice Sommariva, "il legislatore ha voluto sgomberare il campo da ogni dubbio interpretativo. Chiunque richiamerà pubblicamente la simbologia o la gestualità del partito fascista o nazional-socialista tedesco sarà punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni."

Quindi, sì, nel caso in cui il ddl Fiano diventasse legge, niente più saluti romani. Neanche al cimitero.

VENDERE PACCOTTIGLIA FASCISTA SARÀ PUNITO?

L'oggettistica di ispirazione al Ventennio è più diffusa di quanto si possa immaginare. A titolo personale: qualche tempo fa ero a cena in una trattoria vicino casa, e mentre aspettavo il mio piatto lo sguardo mi è caduto su una mensola in fondo al locale, dove erano esposte tre bottiglie di vino raffiguranti Mussolini.

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Ecco: vendere questo tipo di oggetti sarà punito?

Su questo non ci sono dubbi. Nel caso in cui la legge Fiano venisse approvata definitivamente, vendere o diffondere busti del Duce o accendini, tazze e gadget con celtiche e fasci littori sarà punibile. "Credo che la nuova normativa sia stata pensata e introdotta specificamente per questo," afferma Sommariva. Il ddl "punisce espressamente la produzione, la distribuzione, la diffusione e la vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, quindi non sarà più possibile mettere in circolazione questi beni." Dovrete rinunciare a quel manganello con la scritta "Boia chi molla," mi dispiace.

SONO PUNIBILI ANCHE MEME O IMMAGINI SU MUSSOLINI POSTATE SU FACEBOOK?

Uno dei principali dubbi che riguardano la proposta di Fiano è l'ambito di applicazione online, considerato anche l'aumento di pena previsto. È indubbio che Facebook pulluli di pagine inneggianti al ventennio a vario titolo, che continuano a macinare iscritti, like e condivisioni. Il punto è: cosa sarà punibile? I manifesti razzisti di Forza Nuova? I fotomontaggi di Mussolini su fondi romantici? I meme intrisi di bufale sul fascismo? E per quanto riguarda contenuti satirici?

La verità è che, al momento, una risposta è praticamente impossibile darla. "La nuova normativa è decisamente complicata e scritta male. L'ambito di concreta applicazione sarà oggetto di numerose discussioni," spiega Sommariva, che precisa che in questo contesto "Facebook è proprio il profilo più complesso."

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Secondo il legale, "semplificando il tutto si può dire che sarà punita con una pena aumentata di un terzo rispetto alla cornice edittale base sia la propaganda di immagini, contenuti e ideologie proprie del fascismo e/o nazismo ma anche la vendita online di paccottiglia fascista effettuate attraverso strumenti telematici o informatici. E ritengo, quindi, che la nuova normativa sarà applicabile anche alla propaganda dell'ideologia fascista e/o nazista che verrà posta in essere attraverso siti internet e social network."

COSA SUCCEDE INVECE SE SULLA TAZZA C'È LA FACCIA DI FRANCO O PINOCHET?

L'espresso riferimento della proposta di legge Fiano è al regime fascista e a quello nazionalsocialista tedesco. Ma che succederebbe se a essere commercializzati fossero gadget che richiamano altri fascismi?

"Da giurista mi vedo costretto a dire che, nonostante la comune matrice ideologica, la norma non sarà applicabile perché nel nostro ordinamento non è ammissibile l'estensione analogica in malam partem di una fattispecie incriminatrice. Il legislatore è stato esplicito in questo caso," afferma Sommariva.

In teoria, continua il legale, "si potrebbe punire anche la propaganda dei predetti regimi mediante un'interpretazione estensiva (che è consentita) della norma che faccia leva proprio sul concetto di ideologia presente nel nuovo testo: non c'è dubbio, infatti, che storicamente il franchismo si sia ispirato ideologicamente al fascismo e che sovente chi esalta Pinochet lo fa in un contesto di esaltazione anche del fascismo e/o del nazismo." Anche per quest'eventualità, comunque, "bisognerà attendere applicazioni concrete."

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INSOMMA, LA LEGGE FIANO PUÒ FUNZIONARE?

"Se consideriamo la nuova normativa come un'espressa presa di posizione del legislatore che—a fronte della giurisprudenza degli ultimi anni—ha voluto dare un segnale forte, allora non posso che apprezzarla," dice Sommariva.

Al di là di questo però, aggiunge il legale, "da giurista ritengo che lo strumento repressivo non sia sufficiente: la questione più urgente in Italia e nel momento presente è ricostituire un argine antifascista che negli ultimi venti anni è caduto." Il punto è che la legge Fiano colpisce per lo più espressioni esplicite e facili da individuare, al di là delle quali esistono anche forme più sottili e meno rozze, con effetti più pericolosi. "Non dobbiamo nascondere sotto il tappeto i sintomi del fascismo che riemerge anche se con manifestazioni diverse dal saluto romano."

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